Mercati emergenti: la nuova frontiera per il settore ESG

Lisa Lim -
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Le tematiche ESG stanno rapidamente assumendo un’importanza chiave per le società dei mercati emergenti. L’analisi ESG consente di esaminare la qualità, le capacità di leadership e le priorità delle società, nonché il livello di informativa e le caratteristiche di governance.

I fattori ambientali, sociali e di governance (ESG), a lungo fonte di preoccupazione nelle società sviluppate, stanno rapidamente assumendo un’importanza crescente nelle economie emergenti. Le sfide potrebbero essere maggiori, ma studi recenti mostrano che i gestori patrimoniali che investono in società impegnate a migliorare la propria performance ESG possono mettere a segno interessanti risultati.

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20 anni fa, le economie emergenti erano alle soglie di un boom alimentato dalle materie prime: un’epoca caratterizzata dalle scavatrici che estraevano carbone dal suolo e dall’inquinamento prodotto dalle acciaierie. La mentalità sta rapidamente cambiando. Le parti coinvolte, dai politici agli investitori, adottano ora un approccio più olistico nel concepire una crescita economica sostenibile. In tale contesto, l’analisi ESG offre agli investitori un prezioso strumento per esaminare le società dall’interno, valutandone la qualità, la leadership, l’orientamento strategico, le norme adottate nella prassi operativa e la capacità di rispondere ai rischi e alle sfide intrinseche nei rispettivi settori:
tutti elementi che consentono di appurare la qualità della gestione operativa e la capacità di creare rendimenti sostenibili.

La bella notizia è che le cose stanno cambiando in meglio. Nel 2016, la Cina ha annunciato un ambizioso piano quinquennale per la protezione ecologica e ambientale. In Brasile lo scorso anno, dopo lo scandalo delle tangenti Petrobras, è stata lanciata la cosiddetta “Operazione Autolavaggio”, un progetto anticorruzione di dimensioni senza precedenti.

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A livello societario, i vertici aziendali sono molto più consapevoli che le parole non bastano se non sono supportate dai fatti. Vi è inoltre la crescente consapevolezza che non è possibile trascurare impunemente le tematiche ESG senza incorrere in multe o peggio, come si è visto in relazione al caso Hon Hai sulle condizioni di lavoro dei dipendenti. Nel caso estremo di Petrobas, si tratta di uno scandalo per corruzione che ha avuto implicazioni per l’intera economia brasiliana.

In ciascuno degli ultimi due anni, il nostro team azionario dei mercati emergenti ha visitato oltre 600 società. Abbiamo rilevato un aumento nel livello di impegno delle società. Alcune di esse ora cercano attivamente i nostri consigli e le nostre opinioni circa le loro credenziali ESG.

Margini di miglioramento

La sfida centrale per i gestori che investono nei mercati emergenti consiste nel fatto che gli standard ESG possono essere profondamente diversi da quelli adottati in Occidente. I livelli di informativa sono ad esempio generalmente bassi. Le relazioni annuali tendono a fornire poche informazioni e sono meno regolari delle loro controparti sui mercati sviluppati. Può essere pertanto difficile cogliere un mutamento di atteggiamento nei confronti di tematiche ESG e l’analisi dei dati risulta ardua. Di conseguenza, per valutare le società è necessario dialogarvi.

In una tipica analisi ESG, si fa ricorso agli standard sulle best practice. Tuttavia in numerosi mercati emergenti, strutture di governance carenti e una scarsa trasparenza sono la norma. Ciò non significa che bisogna evitare di investire in queste piazze, quanto piuttosto che è necessario adottare una strategia di “occhi aperti e impegno” e che bisogna accettarne realisticamente i limiti.

In genere, la governance rappresenta uno dei test più significativi, data la sua rilevanza ai fini dell’amministrazione del capitale investito. È qui che spesso ci accorgiamo di esercitare il maggiore impatto, ed è in questo ambito che, in qualità di investitori attivi, abbiamo fatto leva sulla nostra influenza per interagire con le società.

Solleviamo questioni e affrontiamo temi relativi a una vasta gamma di pratiche, tra cui transazioni non indipendenti, struttura inefficiente del capitale, remunerazione eccessiva, questioni relative al personale, alla catena produttiva e all’inquinamento: sono tutti temi che abbiamo affrontato con diverse società nel corso degli anni.

Le questioni da noi sollevate non ricevono sempre una risposta o una soluzione immediata, ma trovano comunque ascolto ed è chiaro che la mentalità sta cambiando molto rapidamente,
soprattutto negli ultimi anni. L’apertura con cui vengono accolte le nostre domande e la risposta data al nostro impegno sono elementi potenzialmente rivelatori.

I vantaggi degli investimenti ESG

L’aspetto più appassionante è che la massa delle questioni da risolvere crea grandi opportunità per gli investitori seriamente interessati al settore. Una delle critiche storicamente mosse all’investimento
ESG è che tende a sacrificare i rendimenti. La nostra esperienza ci dice tuttavia che non è così, e una crescente mole di evidenza empirica dimostra che è vero il contrario. È interessante notare che le opportunità sono spesso maggiori nei mercati emergenti.

È quanto è emerso da uno studio del 2016 condotto da Cambridge Associates, che ha appurato che l’MSCI Emerging Markets ESG Index ha sovraperformato il più noto MSCI Emerging Markets Index nei primi tre anni dal lancio, e che più della metà della sovraperformance era ascrivibile a fattori ESG (cfr. sotto), tra cui emissioni di anidride carbonica, sicurezza dei prodotti ed etica aziendale.

mercati emergenti la nuova frontiera per il settore esg

In sintesi, non vi è alcun bisogno di sacrificare i rendimenti quando si investe adottando una lente ESG; al contrario, si sfruttano opportunità di aggiungere valore. Il rapporto non è sempre lineare, ma rispetto ai mercati sviluppati questi investimenti offrono maggiori opportunità di valore aggiunto e consentono di evitare un numero maggiore di rischi.


Lisa Lim – Portfolio Manager – Columbia Threadneedle Investments