Istat, occupati in crescita nel secondo trimestre

-

Il tasso di disoccupazione scende all’11,5% (meno 0,1%). Dati in miglioramento per i più giovani. Calano gli inattivi

Mercato del lavoro in sostanziale miglioramento nel secondo trimestre dell’anno. Secondo l’Istat, nel periodo aprile-giugno l’occupazione complessiva è cresciuta “in modo sostenuto rispetto al trimestre precedente (+0,8%, 189 mila). La crescita ha riguardato in particolare i dipendenti a termine (+3,2%) e gli indipendenti (+1,2%), mentre per i dipendenti a tempo indeterminato l’incremento è stato dello 0,3%”.

Il tasso di occupazione è salito al 57,3%, in aumento di 0,5 punti rispetto al trimestre precedente (soprattutto per i 15-34enni, +0,8 punti, e per i 50-64enni, +0,6 punti).

Rispetto a un anno prima il tasso di occupazione è aumentato dell’1,4%: l’equivalente di 439 mila occupati in più.

Un aspetto “rilevante dell’espansione occupazionale”, sottolinea l’Istat, “è dato dalla significativa crescita degli occupati giovani di 15-34 anni (+223 mila su basa annua)”. “La maggiore partecipazione dei giovani al mercato del lavoro è testimoniata anche dalla diminuzione tendenziale (-252 mila) della componente delle persone Not in Education, Employment or Training (Neet)”.

Il tasso di disoccupazione, che era rimasto stabile nei due trimestri precedenti, segna un lieve calo (meno 0,1%), all’11,5%. Continua a calare inoltre il tasso di inattività 15-64 anni (-0,5%), soprattutto per la componente degli scoraggiati.

“Le variazioni degli stock di occupazione sottintendono significativi cambiamenti nella condizione delle persone nel mercato del lavoro”, aggiunge l’istituto di statistica. Rispetto a un anno prima, “tra gli occupati aumentano le transizioni verso il lavoro a tempo indeterminato, in particolare per i dipendenti a termine e per i collaboratori. Inoltre, cresce il flusso dalla disoccupazione verso l’occupazione, soprattutto verso i dipendenti”.

“Dal lato delle imprese si confermano ma con minore intensità i segnali di crescita della domanda di lavoro, con un aumento meno marcato, rispetto al trimestre precedente, sia delle posizioni lavorative dipendenti sia delle ore lavorate per dipendente; continua inoltre a ridursi il ricorso alla Cassa integrazione”.

Le tendenze più recenti misurate dai dati mensili relativi a luglio 2016, ricorda l’Istat, mostrano un’interruzione della tendenza positiva registrata nei quattro mesi precedenti, con un calo degli occupati concentrato nella componente indipendente, a fronte di una sostanziale stabilità dei dipendenti.

I dati dell’Istat appaiono in contraddizione con quelli comunicati sabato dal ministero del Lavoro che, sulla base delle comunicazioni obbligatorie, ha calcolato, sempre nel secondo trimestre del 2016, un forte calo, rispetto all’anno scorso, delle attivazioni di contratti a tempo indeterminato: nel periodo aprile-giugno sono state 392.043, il 29,4% in meno rispetto allo stesso periodo del 2015.

I rapporti di lavoro a tempo indeterminato cessati sono stati 470.561, -10% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Nel secondo trimestre del 2016, aggiunge il ministero del Lavoro, sono state registrate 2,45 milioni di attivazioni di contratti nel complesso, a fronte di 2,19 milioni di cessazioni. La maggioranza delle cessazioni sono dovute al termine del contratto a tempo determinato (1,43 milioni). Tra le altre cessazioni sono aumentate quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%) mentre si sono ridotte quelle chieste dal lavoratore (-24,9%). In particolare sono aumentati i licenziamenti (+7,4% sul secondo trimestre 2016).