Puntare tutto sul Rosso

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Mentre la Française des Jeux (monopolio delle lotterie e scommesse sul territorio francese) si sta quotando in borsa gli investitori sembrano giustamente voler puntare “tutto sul rosso”: il colore dell’Impero di Mezzo e quello del Partito Repubblicano americano (e della cravatta di Donald Trump)!

I mercati azionari, che erano già alti in ottobre, continuano a crescere anche a novembre grazie alla spinta delle azioni cinesi. Allo stesso tempo, i beni rifugio, come i titoli di Stato, stanno perdendo quota. Il rendimento del decennale tedesco è così passato da un record negativo in agosto (-0,70%) a un livello vicino a -0,25%, seguito poi dal decennale americano.

Cosa giustifica tutto questo entusiasmo mentre le previsioni economiche per il 2019 e per il 2020 sono costantemente riviste al ribasso? Il mercato è forse inebriato dal richiamo del profitto, dal fatto che “il 100% dei vincitori abbiano tentato la fortuna”? (Slogan di La Française des jeux).

Assistiamo di certo a una qualche speculazione nel settore benché vi siano segnali tangibili di un miglioramento del clima economico globale, soprattutto nei negoziati tra la Cina e gli USA. Nonostante qualche ostilità residua i cinesi e gli americani stanno moltiplicando le dichiarazioni a favore di un accordo di pace e della revoca delle sanzioni doganali. In realtà, Trump non aveva altra scelta: il deterioramento significativo dell’attività manifatturiera statunitense negli ultimi mesi, dovuto in parte al protezionismo messo in atto sulle due sponde del Pacifico, non poteva continuare senza compromettere le sue possibilità di rielezione. A Trump piacciono i casinò e ne possiede non pochi! Sa quindi quando fermarsi dato che “giocare è rischioso”.

Dall’inizio del mese si vanno moltiplicando i segnali di un timido ritorno a giorni migliori per l’economia globale. Negli Stati Uniti, i dati mensili riferiti alla creazione di posti di lavoro sono stati sorprendentemente positivi. L’indagine ISM sull’attività manifatturiera non ha sortito risultati eclatanti (48,3) anche se si rivelano in leggero aumento rispetto alla precedente (47,8). L’indagine sui servizi è tornata invece ad attestarsi su livelli confortevoli (54,7 contro 52,6 in precedenza). Nell’Eurozona, le indagini sull’attività economica riportano dati in crescita sia per i servizi che per l’industria, anche se la produzione tedesca continua a essere depressa. In Cina, le indagini, tra l’altro miste, divergono tra loro anche se questa settimana la Banca Centrale ha modificato i tassi per favorire l’erogazione del credito. A lungo andare dovrebbe anche dare qualche frutto.

Se a tutto ciò si aggiunge poi il posizionamento difensivo degli investitori nell’ultimo anno, che genera riflessi di “panic buying” per non perdere tutto il rialzo, si ottengono gli ingredienti per un sostanziale rally azionario. Stanno tornando in auge gli asset trascurati, le aziende a sconto come le banche, le azioni emergenti e la valuta cinese.

Il rally potrebbe continuare fintanto che le banche centrali saranno accomodanti. Potrà certamente subire inevitabili battute d’arresto imputabili ad atteggiamenti arroganti nei negoziati commerciali. Ma un accordo parziale sembra inevitabile nel giro di pochi mesi: ognuna delle parti ci rimetterebbe troppo in un rapporto “lose-lose”.

La Française des Jeux è forse un caso interessante ma è ben diverso dal giocare i numeri “rossi” delle negoziazioni che vedono opporsi la Cina e gli Stati Uniti, che riservano un numero di sorprese molto più elevato e, per il momento, molto piacevoli.