La web economy è una realtà consolidata

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Da alcuni anni sentiamo spesso parlare di web economy e della sua rivoluzione silenziosa che ha cambiato il mondo dell’economia. Ma di cosa si tratta esattamente? Si tratta dell’economia che si basa sulle tecnologie informatiche che ne rappresentano il pilastro. Ossia è l’economia che ruota attorno al digitale. Qualcuno accosta l’economia digitale all’Internet economy o alla Web economy ma di fatto l’economia digitale ha un raggio molto più ampio rispetto a quello della Rete, visto che fanno parte della digital economy anche strumenti hardware e software. Il primo a parlare di Digital Economy è stato nel 1995 Don Tapscott nel libro, divenuto presto un best seller, “The Digital Economy: Promise and Peril in the Age of Networked Intelligence”. Dopo di lui numerosi gli studiosi, gli economisti e gli specialisti mondiali che si sono dedicati ad analizzare un “fenomeno” tutto in evoluzione.

Finanza, salute e manufacturing sono i tre settori considerati più promettenti in termini di impatto sull’economia digitale. Saranno queste tre aree – evidenzia Idc – a registrare la principale crescita. Stando alla società di analisi le revenue mondiali dell’Information technology cresceranno del 3,3% di qui al 2020 passando dai 2,4 trilioni stimati per fine 2016 ai 2,7 del 2020.

I settori coinvolti

Sono tanti i settori coinvolti nella rivoluzione della web economy. Tra questi il trading online. È considerato come la “bomba” del secolo per quel che riguarda le Borse. Questi, anche definiti col nome di trader, agiscono sui vari mercati, dove possono comprare o vendere asset (titoli azionari, indici azionari, coppie di valute). Questo rapporto non è peer to peer, ma avviene attraverso l’utilizzo, da parte dei trader, di una piattaforma apposita, il broker. Il broker è un mediatore regolarizzato, con lo scopo di occuparsi di questi scambi per garantire successo al Trader che si è affidato ad esso e che vede il suo guadagno attraverso lo spread.

Un altro termine che sentirete sempre associato al mondo del trading, spesso con una vuota accezione negativa, è quello di speculazione. La speculazione è assolutamente legale, così definita perché non è altro che il compito di analizzare, studiare del broker per offrire le possibilità migliori al trader.

Sullo stesso piano il forex, ossia il mercato delle valute. Forse si tratta del mercato più complesso e difficile per qualsiasi investitori, infatti fino a poco fa era una realtà chiusa, del tutto limitata a pochissimi esperti del settore, con un grande portafoglio di investimento a disposizione.

Oggi il forex è visto sotto tutt’altra ottica, vista l’apertura che l’avvento di Internet e della web economy hanno permesso. Una cosa fondamentale da sapere, per comprendere il Forex, è che non è mai possibile scambiare una valuta direttamente, bisogna sempre scambiare coppie di valute.

Ma rientrano nella web economy tutte quelle realtà che, grazie alla rete, hanno conosciuto un’evoluzione importante. Pensiamo , ad esempio, all’intrattenimento online, ed in particolare al mercato di giochi online. Nato circa 10 anni fa con il boom della rete oggi muove centinaia di milioni ogni anno. I segreti di questo successo sono ovviamente da ascrivere alla facilità di fruizione, principalmente da smartphone, regole chiare e semplici, ed offerte interessanti riservate a tutti gli utenti come quelle presenti sul sito di Starcasinò, uno dei casinò legali più conosciuti nel nostro Paese.

Il futuro della web economy

Come ci insegna la storia ogni rivoluzione industriale parte da un’innovazione, da un’idea distruttiva; nemmeno la quarta rivoluzione industriale di cui siamo protagonisti è da meno. Questa volta, si tratta della digital disruption, ossia della necessità di cambiare processi, procedure e relazioni includendovi il fenomeno della digital trasformation, la nuova economia basata su nuove tecnologie digitali di comunicazione (in inglese ICT).

Questo significa che digital economy e internet economy sono sinonimi? No, o meglio, l’internet economy composta dagli strumenti tecnologici e dalla rete è la base della digital economy, l’economia digitale che vede costante lo scambio di informazioni e dati attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Essere protagonisti di una rivoluzione industriale, però, non significa essere sempre pronti al cambiamento che la stessa comporta, l’Italia, per esempio, secondo l’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi 2019) elaborato dalla Commissione europea, si piazza al 24esimo posto e ancora molta strada da fare. In futuro avremo sempre più a che fare, ad esempio, con lo smart working che è uno degli strumenti più importanti e interessanti della web economy. L’avanzare di smart working e lavoro flessibile, grazie a strumenti di connessione e piattaforme di condivisione delle informazioni, l’organizzazione aziendale può essere più fluida e il team può lavorare in ufficio come su una spiaggia caraibica, il dipendente ha più autonomia nella gestione del suo tempo, ma l’azienda deve “fidarsi” e riposizionarsi su un risultato ad obiettivo più che sulle 8 ore del full-time.