Cina: il Covid-19 se ne va, ma le tensioni con gli USA restano

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Da anni viaggiamo in Cina per incontrare i rappresentanti delle aziende e gli esperti locali, così da capire sempre meglio la seconda più grande economia al mondo. A causa del coronavirus, nel 2020 non abbiamo potuto viaggiare, ma ci sono state alternative virtuali per alcune delle più importanti conferenze d’investimento nella regione Asia-Pacifico.

Il ritorno della Cina alla normalità

L’economia cinese continua a riprendersi dallo shock del primo trimestre e del primo semestre del 2020. Non ci sono stati praticamente nuovi contagi nella Cina continentale negli ultimi mesi, dopo il picco di febbraio. Di conseguenza, la vita sta sempre più tornando alla normalità in un numero crescente di aree. Le vendite al dettaglio in negozi fisici stanno riprendendosi, anche se le vendite online continuano a crescere molto più significativamente. I ristoranti delle grandi città sono in molti casi tornati a tassi di occupazione superiori al 90%, grandi eventi come matrimoni o fiere stanno tornando a svolgersi ed anche l’attività turistica è in ripresa.

Macao potrebbe presto beneficiare di un aumento del turismo domestico

Tuttavia, dato il divieto di viaggi all’estero, i cinesi fanno perlopiù brevi viaggi restando nello Stato o anche nelle loro province di appartenenza. Le sistemazioni preferite sono principalmente gli hotel, poiché la maggior parte dei turisti ritiene che abbiano maggiori standard igienici. Le regioni che stanno al momento traendo beneficio da questi trend sono per esempio l’Hainan e, probabilmente molto presto, la Regione ad amministrazione speciale di Macao, che è perfetta per viaggi brevi. La maggior parte dei visitatori di Macao vengono dalla vicina provincia dello Guangdon, che di recente ha eliminato l’obbligo di quarantena per chi rientra proprio da Macao.

Di conseguenza, è possibile che durante la “Golden Week“ a inizio ottobre ci possa essere un significativo aumento del numero di visitatori e, di conseguenza, dei ricavi da gioco d’azzardo. Questo sarebbe vantaggioso per gli operatori di casinò e resort di Macao, che hanno attraversato mesi molto difficili. I loro risultati del terzo trimestre 2020 saranno probabilmente ancora modesti; nel quarto trimestre potremmo vedere una ripresa. Nel più lungo termine, Macao rimane molto interessante e sembra realistico ritenere che il Governo centrale di Pechino abbia un forte interesse nel successo della seconda zona economica speciale dopo Hong Kong. Inoltre, Pechino vorrà evitare una situazione di scontentezza della popolazione locale per non rischiare disordini proprio come a Hong Kong.

Hong Kong: prospettive smorzate

La ripresa economica di Hong Kong probabilmente avverrà più lentamente dopo le misure legate al coronavirus e ai disordini sociali. L’assenza di turisti cinesi e di investitori dalla Cina continentale sta ponendo un enorme fardello sulle spalle della metropoli. I prezzi immobiliari probabilmente continueranno a scendere per il momento. Dai massimi, i prezzi di transazione effettivi sono scesi probabilmente di oltre il 20%.

Dalla prospettiva odierna, una rapida ripresa delle vendite retail nel 2021 è tanto irrealistica quanto un rapido ritorno dei turisti dalla Cina continentale. Le società immobiliari focalizzate su Hong Kong, gli operatori di hotel e ristoranti, i venditori al dettaglio, probabilmente dovranno quindi affrontare un 2021 difficile. In generale, la politica di Pechino nei confronti di Hong Kong gode di grande supporto nel Paese. I cinesi continentali vedono le proteste perlopiù come un attacco nei loro confronti e nei confronti della Cina stessa. Paesi e città che si mettono contro la Cina sono solitamente evitate dai turisti cinesi per anni.

Il patriottismo cinese si è rafforzato sotto la guida di Xi Jinping

La gestione della crisi pandemica da parte di Xi Jinping e del governo centrale gode di forte popolarità nel Paese. Il virologo cinese Zhong Nanshan è considerato un eroe, mentre la controparte statunitense, il dottor Fauci, è spesso stato messo alla berlina dal presidente Trump. Nel complesso, il governo di Pechino e quindi il Partito Comunista sembrano avere un supporto popolare decisamente maggiore di quanto i media occidentali presumano o riportino. Il patriottismo cinese è aumentato sotto la guida di Xi Jinping.

L’aumento della domanda interna sostiene il settore del lusso

In generale, i cinesi stanno comprando sempre più prodotti locali, e alcuni brand stanno crescendo molto. Questo trend probabilmente continuerà e ciò a sua volta implica difficoltà per molte società di beni di consumo americane o occidentali per il futuro, poiché i loro prodotti potrebbero essere meno richiesti sul mercato cinese, spesso fortemente profittevole. Tuttavia, i produttori di beni di lusso di alta qualità saranno probabilmente l’eccezione. I consumatori cinesi infatti sono di gran lunga la categoria più importante per i gruppi del lusso. Le vendite in Cina stanno attraversando una fase di forte espansione e la domanda di borse costose e prodotti simili è molto forte. Mentre prima questi beni venivano comprati a Milano, Parigi, Londra o New York, oggi queste vendite si sono spostate nel mercato locale. Gli operatori di centri commerciali del lusso in città di prima fascia come Shangai stanno perciò facendo ottimi affari in questa fase.

In generale, i crescenti consumi interni probabilmente costituiranno il driver più importante e, allo stesso tempo, l’elemento stabilizzante della crescita economica cinese nei prossimi anni. I consumi al momento rappresentano circa il 38% del Pil cinese. Nelle nazioni industrializzate occidentali, la quota spesso arriva al 70%, persino leggermente al di sopra nel caso degli Stati Uniti. Concentrandosi sui consumi domestici e promuovendo specificamente alcune regioni e tecnologie, la Cina vuole rendere la propria economia più indipendente dall’estero. La promozione di tale indipendenza probabilmente sarà un obiettivo dichiarato del quattordicesimo Piano Quinquennale, che sarà introdotto a marzo 2021.

Conflitto commerciale USA-Cina: nessuna marcia indietro in vista

Anche nel caso di una eventuale presidenza Biden negli Usa, le tensioni tra Pechino e Washington probabilmente permarranno. Prima o poi il Covid-19 scomparirà dalla Cina, ma le tensioni con gli Usa rimarranno. Tuttavia, il tono tra le parti potrebbe diventare più moderato se dovesse vincere Biden. Uno dei più importanti obiettivi strategici nel prossimo Piano Quinquennale, oltre all’enorme rafforzamento della domanda domestica, sarà probabilmente una maggiore autosufficienza del Paese, cioè una scarsa dipendenza dai Paesi stranieri, per quanto riguarda materie prime importanti (energia) e componenti tecnologici chiave come i microchip ad alta performance. Il centro del conflitto con gli Usa nei prossimi anni rimarrà probabilmente l’inseguimento della leadership tecnologica. “I semiconduttori sono il terreno di scontro“ è una frase che sentivamo spesso da tanti esperti. Le conseguenze di medio e lungo termine per l’industria dei processori, specialmente per i grandi produttori americani (le vendite in Cina spesso superano il 20% del totale) sono molto difficili da stimare. Se gli Stati Uniti dovessero allargare la loro cosiddetta black list per includere le principali società tecnologiche cinesi, oltre a Huawei, la Cina risponderebbe probabilmente nello stesso modo. I produttori di chip coreani o giapponesi ne beneficerebbero. Al momento, il comportamento cinese è strategico e molto riluttante a rispondere alle politiche di Trump, sebbene ciò potrebbe cambiare dopo la campagna elettorale americana.

Aumento degli investimenti infrastrutturali locali

Nonostante la Cina abbia gestito meglio o più efficacemente la crisi pandemica rispetto a tanti altri Paesi e gli ultimi dati economici siano convincenti, ci sono molte incertezze sulla crescita attesa nel 2021. Al momento, le stime per il PIL cinese 2021 sono attorno al +8,4%, dopo un +2,7% circa nel 2020. Per assicurarsi la crescita, il Governo cinese ricorrerà a misure di stimolo l’anno prossimo. Come negli scorsi anni, molti miliardi di renminbi saranno indirizzati su progetti infrastrutturali. Molti governi locali stanno preparando numerosi nuovi progetti, che devono essere approvati e implementati rapidamente. Il Paese sembra focalizzato più sui progetti locali e meno su quelli internazionali, come la Belt and Road Initiative, conosciuta anche come la nuova Via della Seta.

Le energie rinnovabili sono particolarmente promettenti

Oltre a ulteriori miglioramenti sulle infrastrutture dei trasporti, il focus è sull’aumento degli investimenti nel settore sanitario. Il comparto sta crescendo a velocità doppia rispetto al PIL cinese. I tassi di crescita di segmenti come la telemedicina sono attualmente superiori al 35%. Gli investimenti nell’espansione del network nazionale 5G e dell’infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici sono altre priorità in agenda. Le vendite di veicoli elettrici in Cina dovrebbero crescere tra il 25 e il 30% l’anno per i prossimi anni.

Sono previsti poi investimenti considerevoli in energie rinnovabili, soprattutto solare ed eolico. Ciò sembra plausibile in quanto avvicina il Paese all’obiettivo di ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia. Il settore delle rinnovabili, o cleantech, è un segmento promettente. In generale, l’accresciuta spesa in infrastrutture è anche accompagnata dall’aumento della domanda di metalli e materie prime, che a sua volta potrebbe avere un impatto positivo sui settori dei materiali grezzi e delle risorse di base.