Partita a poker

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Come ben sanno gli appassionati di carte più ci si addentra in una partita più le mosse si fanno audaci, le strategie improbabili e i risultati casuali. Negli Stati Uniti, la campagna presidenziale sta per entrare nell’ultimo rettilineo e le trattative sul nuovo piano di rilancio hanno sempre di più le sembianze di una partita a poker.

In campo democratico, Nancy Pelosi rimane arroccata sui 2.200 miliardi di dollari proposti dai suoi da diverse settimane ormai. Infatti, la Presidente della Camera dei Rappresentanti vede la sua posizione confortata dai sondaggi, sempre più favorevoli a Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca, e dalla crescente speranza di un cambio di maggioranza in Senato. I Repubblicani, invece, hanno poche carte in mano e sono per giunta divisi. L’inquilino della Casa Bianca, dal canto suo, moltiplica le dichiarazioni contraddittorie e sembra, alla stregua dei giocatori che pullulano nei suoi casinò di Atlantic City, pronto per l’«all-in». Dopo aver dichiarato di essere a favore di un piano “più cospicuo di quanto proposto sia dai Repubblicani sia dai Democratici”, ha ribadito le sue intenzioni giovedì, chiedendo un piano più ambizioso dei 1.800 miliardi proposti dal suo stesso partito.

I parlamentari, invece, avanzano proposte molto meno altisonanti. Mitch McConnell, leader della maggioranza repubblicana in Senato, ha sistematicamente rinnegato le dichiarazioni del Presidente e affermato che il Senato considererà questa settimana un piano di sostegno “mirato” di soli 500 miliardi, destinato ad affrontare le situazioni più urgenti (prestiti garantiti alle PMI, integrazione del sussidio di disoccupazione …). Questa posizione è sostenuta da molti senatori che sembrano aver già preso atto della perdita della presidenza e voler concentrare i loro sforzi sulla salvaguardia del loro mandato. In quest’ottica, hanno tutto l’interesse a dissociarsi dalla posizione presidenziale e a non cedere nulla agli avversari democratici.

Il loro dissenso fa gioco ai Democratici che senza nessuna difficoltà potranno far rimarcare il procrastinare dei Repubblicani restii a votare un piano significativo di aiuti prima delle elezioni.

Infatti, benché Nancy Pelosi e Steven Mnuchin, Segretario del Tesoro USA, continuino a trattare, le possibilità di raggiungere un accordo entro il 3 novembre sono sempre più risicate. Ed è anche probabile che il gioco politico possa protrarsi per diverse settimane ancora mentre a farne le spese sarebbe l’economia visto che le richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione sono in forte aumento.

Lo scenario di una «blue wave» considerato molto negativo un anno fa, con una vittoria dei Democratici sia alle presidenziali che in Senato, sembra ora l’opzione migliore agli occhi dei mercati. Permetterebbe di far votare molto rapidamente un secondo piano di stimoli, probabilmente superiore ai 2.200 miliardi proposti nei negoziati con i Repubblicani. Di contro, una vittoria più di misura potrebbe comportare un nuovo rinvio della decisione e sortire un numero minore di effetti ad impatto sull’economia americana … e i mercati.