All’alba di un nuovo ciclo di NPL in Europa

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I crediti deteriorati (non-performing loans, NPL) sono parte integrante del ciclo del credito bancario. Nelle fasi di espansione, le banche concedono più prestiti e allentano le condizioni di offerta del credito; quando il ciclo si inverte, una parte di questi prestiti si deteriora o diventa insolvente. Gli NPL sono sempre una brutta notizia per le banche, perché erodono capitale, tempo e risorse; di conseguenza, sono considerati di cattivo auspicio anche per l’economia reale. Le banche cariche di ingenti stock di crediti inesigibili riducono successivamente l’attività di prestito e gli NPL diventano una minaccia diretta per la crescita economica e la stabilità finanziaria. Le ripercussioni della crisi da Covid-19 probabilmente faranno impennare insolvenze e fallimenti, con conseguente aumento dei crediti inesigibili. La Commissione europea (EC) e l’Autorità bancaria europea (EBA) comprendono quanto sia cruciale avere un quadro adeguato e adottare una risposta coordinata per fronteggiare questo imminente problema. Quali misure sono state proposte per evitare che le banche vengano sommerse da crediti inesigibili?

Gli NPL rappresentano un problema molto complesso per le banche e possono diventare un supplizio se non vengono affrontati in modo efficace. In primo luogo, le banche non dispongono di un’organizzazione operativa sufficiente per gestire gli NPL; pool di servizio di crediti inesigibili richiedono infatti strumenti e competenze specifici, e di conseguenza l’esistenza di piattaforme di servizio speciali. Inoltre, il pricing dei portafogli NPL rappresenta un grande ostacolo per la vendita sul mercato secondario in ragione degli ampi spread denaro-lettera; le banche che non hanno previsto massicci accantonamenti per perdite su crediti non sono molto incentivate a vendere. L’esistenza di spread significativi deriva sostanzialmente dalle ipotesi iniziali, dagli scenari di recupero, dall’asimmetria informativa e dal costo del finanziamento per l’acquirente.

Affrontare le sfide

A metà dicembre la Commissione europea ha annunciato un piano per affrontare questi problemi insieme all’EBA, che appoggiava già pienamente la proposta della Commissione. Il piano ruota su tre elementi chiave, riconosciuti come fondamentali per accelerare le risoluzioni degli NPL.

In primo luogo, la Commissione europea raccomanda di rafforzare e sostenere la creazione di mercati secondari per gli NPL. Le operazioni sul mercato secondario sono generalmente la via più semplice che le banche hanno per scaricarsi dei pool di crediti inesigibili; per questo avere un mercato secondario solido e trasparente è cruciale, non solo per le banche che vendono, ma anche per gli acquirenti che possono così investire con maggiore fiducia. Questo richiede una standardizzazione dei dati disponibili che consenta di operare confronti, informazioni post-negoziazione che generino trasparenza, nonché standard di esecuzione che attirino nuovi ingressi per migliorare il processo di offerta competitiva.

Il secondo pilastro promuove la creazione di Asset Management Companies (AMC), note anche come “bad bank”. Le bad bank sono efficace per sgravare le banche dai crediti inesigibili. In Europa vi sono stati due interventi di AMC molto positivi nell’ultimo decennio: NAMA in Irlanda e SAREB in Spagna. Siccome le leggi sul fallimento e le giurisdizioni sono diverse in Europa, introdurre una AMC è sempre un’iniziativa nazionale. Andrea Enria, Presidente del Consiglio di vigilanza della BCE, ha indicato che l’Europa potrebbe andare oltre creando una rete di AMC attraverso “un meccanismo di finanziamento comune e un pricing armonizzato”. Di fatto, l’idea di una maggiore collaborazione tra gli Stati membri alle prese con gli NPL sembra raccogliere consensi in tutta Europa, ma incontra ancora molti ostacoli. In attesa che il finanziamento armonizzato diventi una realtà, la creazione di una rete di AMC può dare vita a potenziali sinergie, scambio di best practice e standardizzazione di dati.

Infine, la Commissione propone una convergenza dei quadri normativi in materia di insolvenza all’interno dell’UE, attraverso un processo legislativo o extralegislativo. Benché questo processo appaia importante a lungo termine, se l’obiettivo è affrontare le ripercussioni economiche della crisi da Covid-19 il prima possibile, è molto probabile che l’EBA si concentrerà a breve termine sulle prime due proposte dalla Commissione. Una proposta non esclude l’altra: attualmente abbiamo un esempio di robusto mercato secondario in Grecia e il governo greco sta già discutendo circa la creazione di un AMC.

Cosa ci aspetta

A differenza della maggior parte delle crisi, il ciclo degli NPL è in una certa misura prevedibile per via dell’inerzia delle perdite correlate ai crediti. La ripresa dalla crisi da Covid-19 dipenderà sicuramente dalla risposta sia fiscale che monetaria che verrà data, ma anche da quanto le banche riusciranno a gestire i loro crediti inesigibili. Per le banche è arrivato il momento di fare ipotesi realistiche sulle perdite da crediti e prepararsi a un aumento dei NPL. Pensare avanti quando c’è ancora tempo è fondamentale.