Ritorno alla “normalità”

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Di fronte ad una crescita in accelerazione, gli investitori osservano con attenzione sviluppi e prospettive di stimoli, campagne vaccinali, andamento del risparmio e della domanda dei consumatori. Non è esclusa la possibilità di una variazione nella forma della ripresa globaleda “radice quadrata invertita” a “V” (cfr. grafico della settimana). Stiamo monitorando diversi fattori in rapida evoluzione.

Primo fra tutti, ovviamente, la Covid-19. Le nostre aspettative di un calo dei contagi in gran parte del mondo nel nuovo anno si sono rivelate corrette. Inoltre, nonostante alcune eccezioni come il peggioramento della situazione in Europa nell’ultimo mese, non si escludono ulteriori progressi. Il modello IHME dell’Università di Washington stima infatti che, se i governi procederanno con cautela alle riaperture, i decessi a livello mondiale potrebbero diminuire del 90% circa, da oltre 16.000 al giorno in gennaio a meno di 2.800 entro il 1 luglio.

Occorre tener presente che i recenti miglioramenti derivano dal più diffuso utilizzo delle mascherine e dal distanziamento sociale. Il contributo dei vaccini è appena visibile ma potrebbe crescere velocemente. Il 10% della popolazione USA è già immunizzato e si stima che tale percentuale salirà al 40-50% da qui al primo giugno. Un ulteriore 20% degli americani potrebbe già avere gli anticorpi per aver contratto l’infezione in passato.

Pertanto, la prospettiva di un ritorno alla “normalità” appare sottovalutata. Dai sondaggi condotti negli USA, ad esempio, emerge che oggi meno del 30% degli intervistati partecipa a incontri e riunioni di persona. Tuttavia, tale percentuale salirà probabilmente al 75% (più del doppio) una volta ricevuto il vaccino o il via libera delle autorità. I progressi potrebbero rivelarsi molto rapidi.

Si noti che in tutto il mondo vi sono tuttora milioni di disoccupati. Tale problematica dovrebbe favorire la prosecuzione di politiche monetarie e fiscali accomodanti. Ma allo stesso tempo, durante la pandemia, un numero molto maggiore di occupati si è ritrovato ad avere un reddito da lavoro e poche opzioni di spesa. Di conseguenza, nei soli Stati Uniti i risparmi in eccesso hanno raggiunto USD 1.800 miliardi circa. In linea con il progressivo avanzamento della campagna vaccinale, ci aspettiamo che tale liquidità venga impiegata almeno in parte presso ristoranti, hotel, linee aeree, palestre, concerti, casinò, eventi sportivi, ecc. In tal caso si assisterebbe a un forte aumento dei consumi.

I possibili scenari futuri sollevano interessanti interrogativi per gli investitori. Le prospettive di un’accelerazione della crescita hanno già influito su stime di inflazione e rendimenti obbligazionari. I prezzi delle commodity sono aumentati e gli “effetti base” potrebbero offrire un ulteriore sostegno all’inflazione nei mesi a venire. È fondamentale monitorare l’andamento dell’inflazione e stabilire se si tratti di un trend sostenibile o transitorio. Ciò potrebbe fare la differenza per determinare un inasprimento monetario anticipato o ritardato.

La settimana prossima

La prossima settimana sono attese le decisioni di tre importanti banche centrali, oltre al consueto flusso di dati economici. Le stime di consensus appaiono generalmente moderate, pertanto non si escludono sorprese in positivo.

Lunedì saranno resi noti dati strategici per l’Asia. Gli investitori prevedono un forte incremento di vendite al dettaglio, produzione industriale e immobilizzazioni in Cina nel mese di febbraio. Quanto al Giappone, è probabile una decelerazione degli ordinativi di macchinari rispetto al buon andamento di dicembre.

Martedì l’attenzione si concentrerà su Europa e Stati Uniti. Gli investitori tedeschi saranno impazienti di sapere se le prospettive dell’indice ZEW per l’economia sono migliorate ancora dopo aver raggiunto i massimi in cinque mesi in febbraio. Negli USA le stime di consensus indicano un rallentamento di vendite al dettaglio e produzione industriale il mese scorso.

Mercoledì sarà un giorno denso di informazioni. Riceveremo i dati sugli scambi commerciali di febbraio e sulle vendite al dettaglio di gennaio per il Giappone. Nell’Eurozona i dati definitivi sull’inflazione headline e core di febbraio dovrebbero attestarsi rispettivamente allo 0,9% e all’1,1%. Negli USA sono attesi i dati di febbraio su aperture di nuovi cantieri residenziali e permessi edilizi; al contempo i funzionari dellaFederal Reserve discuteranno delle prospettive degli interventi di stimolo. Ci aspettiamo che la banca centrale mantenga i tassi di riferimento e i programmi di acquisto di asset invariati e riveda in positivo le previsioni di crescita e occupazione per il 2021.

La settimana si chiuderà con le decisioni di politica monetaria di Bank of Japan e Bank of England. Entrambe le autorità potrebbero accennare a un miglioramento delle prospettive, ma nessuna dovrebbe ridimensionare gli stimoli.

Il contesto tecnico

Le ultime settimane ci offrono una visione delle principali dinamiche di mercato attualmente in essere. Il trend reflazionistico – che da mesi si va rafforzando – spinge i tassi di interesse al rialzo, in particolare negli USA. Di conseguenza, sui mercati azionari cresce il nervosismo. Le posizioni in titoli growth onerosi e a lunga scadenza sono state colpite poiché l’aumento dei tassi riduce il valore corrente degli utili futuri. Al contempo, i settori value e ciclici, relativamente più convenienti, beneficiano delle crescenti attese di una riapertura dell’attività economica.

In futuro i flussi verso i mercati azionari dovrebbero confermarsi solidi malgrado il sentiment meno ottimista degli investitori. La forza relativa dell’economia USA ha comportato una stabilizzazione del dollaro che potrebbe rappresentare un ostacolo temporaneo per le materie prime. Il trend reflazionistico potrebbe registrare una battuta d’arresto per poi tornare ad accelerare.