Non trascuriamo la Cina

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Negli ultimi mesi gli investitori internazionali sono stati colti di sorpresa dagli sviluppi in Cina e hanno iniziato a interrogarsi sull’opportunità di investire in tale mercato. A seguito dell’introduzione delle nuove norme che interessano le aziende cinesi e dell’insolvenza della società di sviluppo immobiliare Evergrande, che non è riuscita a rimborsare due obbligazioni agli investitori esteri, le valutazioni azionarie sono scese. Tali eventi combinati graveranno probabilmente sulla fiducia e faranno rallentare l’economia cinese. Per quanto sia facile farsi distrarre da questi ostacoli nell’immediato, uno dei vantaggi derivanti dagli investimenti in Cina è la rapidità con cui lo Stato reagisce alle difficoltà che si presentano. Il governo verosimilmente introdurrà ulteriori misure a sostegno dell’economia del Paese che consentiranno alla Cina di affrontare la turbolenza dei prossimi mesi. Con tale premessa, dove dovrebbero guardare gli investitori in cerca di opportunità? I consumi sono un’area in crescita da tenere in considerazione, soprattutto con l’espansione delle classi medie del Paese. Entro il 2030, Cina e India insieme rappresenteranno il 66% delle classi medie globali, e oltre il 70% della popolazione cinese apparterrà probabilmente alla classe media. Negli ultimi 30 anni, le società europee di beni di lusso, come LVMH, Ferrari, Moncler e Pernod Ricard, hanno saputo sfruttare questa tendenza. Noi crediamo che continueranno a farlo poiché la crescita della domanda di beni di lusso dipende principalmente dalle classi medie.

La regolamentazione come vantaggio

I cambiamenti normativi introdotti dal governo cinese nel 2021 sono stati profondamente criticati da alcuni investitori. A nostro giudizio, si tratta invece in molti casi di cambiamenti positivi per la salute a lungo termine dell’economia del Paese. Tra gli obiettivi delle riforme c’è il miglioramento delle condizioni dei lavoratori, un miglior servizio per i consumatori e un giro di vite sui monopoli. Le multinazionali tecnologiche, come Alibaba e Tencent, potrebbero essere considerate come opportunità interessanti grazie all’impatto delle nuove norme sulle valutazioni.

Le opportunità più interessanti, a nostro giudizio, vanno ricercate tra gli “astri nascenti” a media capitalizzazione che dovrebbero beneficiare delle norme antimonopolio. Uno degli obiettivi principali del nuovo piano quinquennale della Cina è di creare condizioni più paritarie per le aziende, e le recenti riforme rientrano in questo percorso.  Le aziende private in Cina creano il 90% dei nuovi posti di lavoro e avranno un ruolo determinante nella battaglia tecnologica con gli Stati Uniti, che il governo vuole certamente vincere. È pertanto ragionevole aspettarsi che il governo cinese continui a sostenere il settore privato.

Una Cina più verde

L’energia pulita è un altro ambito che continuerà ad avere il sostegno del governo. Le pressioni internazionali sulla Cina affinché assuma un ruolo decisivo nella lotta contro la crisi climatica sono forti, e il Paese ha mostrato di volersi impegnare in tal senso attraverso gli sviluppi tecnologici nel campo dell’energia pulita. Sebbene la Cina sia uno dei principali emittenti di anidride carbonica su scala globale, con il 30% delle emissioni mondiali e il 50% del consumo di carbone, è anche il principale produttore di soluzioni di energia pulita. Il Paese controlla il 70% della produzione globale di pannelli solari, produce quasi la metà delle turbine eoliche mondiali e annovera il 40% delle vendite di veicoli alimentati con fonti di energia rinnovabili.

Le aziende all’avanguardia di questa rivoluzione nell’energia pulita sono quelle da non perdere di vista secondo noi, mentre la Cina punta all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2060. Ciò significa che l’energia pulita, da fonte periferica di energia in Cina, nei prossimi decenni diventerà la fonte principale, mentre le imprese che emettono carburanti fossili saranno costrette ad adattarsi.

Le costruzioni sono un’altra area in cui il governo ha adottato politiche più ambientaliste. Per quanto l’Europa venga spesso considerata il motore della decarbonizzazione, i piani ambiziosi della Cina non vanno sottostimati. Secondo il piano quinquennale, il 50% dei nuovi edifici dovranno essere certificati come verdi. La Cina farà dunque la sua parte nella risoluzione della crisi climatica e gli investitori dovrebbero farsi trovare preparati.

Una crescita inarrestabile

Gli investitori hanno mostrato una certa apprensione per i cambiamenti in corso in Cina ma non dovrebbero escluderla come opportunità di investimento. Ci sono sviluppi macroeconomici e microeconomici positivi in corso per un investimento a lungo termine nel Paese, dalla crescita dei consumi alla competitività del settore privato fino allo sviluppo di tecnologie verdi e pulite. Noi crediamo che la comprensione delle nuove dinamiche e la flessibilità di un approccio non vincolato a uno stile di investimento siano fondamentali per portare all’attenzione degli investitori le numerose opportunità che i mercati cinesi offrono.