Azionario emergente: outlook positivo per il 2022, ma la selettività resta essenziale

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La performance dell’azionario dei mercati emergenti nel 2021 è stata influenzata negativamente dal sovrappeso dell’Indice MSCI Emerging Markets sulla Cina, che è stata il mercato emergente con la performance più debole negli ultimi 12 mesi, dopo un 2020 molto solido.

Il forte calo della Cina nel 2021 è stato causato principalmente dall’incertezza normativa sul settore tecnologico e dall’impatto di una politica relativamente rigida. Riteniamo che i problemi normativi nel settore internet siano in gran parte superati e che la politica in Cina sia destinata a un allentamento. La selettività, tuttavia, rimarrà essenziale.

In questo contesto, sarà importante mantenere una certa cautela nei settori vulnerabili alle politiche governative negative. Sarà altrettanto importante posizionarsi su quelle aree che saranno probabilmente supportate dal Governo. Alcuni esempi sono energia rinnovabile, veicoli elettrici e tecnologia indipendente.

Passando oltre la Cina, la forza del dollaro statunitense ha rappresentato un ostacolo significativo per la performance dell’azionario emergente negli ultimi anni. Ci sono diverse ragioni per credere che questa tendenza possa essere sul punto di invertirsi: 1) la Fed ha ampliato in modo aggressivo il suo bilancio; 2) i rischi internazionali sembrano in diminuzione; 3) è emerso un rally che sembra molto esteso sia in termini di durata che di portata.

Ci sono anche solide argomentazioni secondo cui le valute dei mercati emergenti potrebbero mettere a segno una buona performance, guidate da valutazioni estremamente convenienti, tassi reali relativamente alti e saldi delle partite correnti solidi.

Al di là delle valute, sono due i fattori chiave che dovrebbero sostenere la performance dei mercati emergenti nel medio termine:

  1. Sia gli utili che la crescita relativa dei mercati emergenti sembrano destinati a migliorare rispetto ai livelli ciclicamente bassi, grazie a una migliore produttività, alle riforme strutturali e alle politiche fiscali più favorevoli alla crescita.
  2. Le valutazioni dell’azionario emergente restano solide, in particolare rispetto ai mercati sviluppati, dopo una significativa sottoperformance negli ultimi anni.

Nonostante la performance relativamente deludente dei mercati emergenti negli ultimi anni, ci sono stati vincitori e vinti. La gestione attiva sarà essenziale in questo contesto, per offrire rendimenti soddisfacenti agli investitori. Ad esempio, probabilmente vedremo i gestori di fondi focalizzarsi sui fattori ESG e considerare le opportunità al di fuori del benchmark.

In termini di stile, il segmento medio del mercato per Return on Equity (ROE) sembra particolarmente interessante dal punto di vista delle valutazioni. Ci sono buoni motivi per mantenere una certa cautela invece sulle aree più costose del mercato.

Allo stesso tempo, siamo cauti su quelle aree in cui i rendimenti faticano a soddisfare il costo del capitale. Riteniamo inoltre che i titoli a più alto dividendo e le small cap dei mercati emergenti siano interessanti: hanno avuto la tendenza a fare bene su periodi più lunghi, ma hanno sottoperformato negli ultimi anni.

Negli ultimi anni, le divergenze tra Paesi e settori sono state particolarmente ampie all’interno dei mercati emergenti. Ad esempio, siamo stati particolarmente positivi sulle prospettive dell’India per diversi anni, spinti da venti di coda strutturali a lungo termine. Tuttavia, la forte performance dell’ultimo anno ha fatto reso il mercato più costoso.

La Corea del Sud, il Cile e il Messico sembrano interessanti dal punto di vista delle valutazioni e riteniamo che tutti e tre i mercati abbiano valute particolarmente convenienti.

Siamo cauti su Brasile, Russia e Sudafrica, soprattutto a causa della crescita debole aggravata dall’aumento dell’inflazione. Riteniamo che questi tre Paesi potrebbero essere particolarmente vulnerabili se i prezzi delle materie prime dovessero scendere nel 2022.

In termini di posizionamento settoriale, favoriamo i settori nazionali guidati da rendimenti elevati e da elementi favorevoli come l’aumento dei redditi, lo slancio positivo delle riforme, i dati demografici interessanti, l’urbanizzazione crescente e le tendenze positive sul fronte dell’occupazione. Nell’ambito dei titoli ciclici, abbiamo una preferenza per quelli finanziari sulla base di valutazioni interessanti, miglioramento della qualità degli asset, bassa penetrazione e crescita strutturale.