BCE, per ora tocca alle leve fiscali

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Anche se non c’erano attese di significative cambiamenti da parte della BCE, il meeting di oggi era comunque destinato ad essere uno dei più difficili da tempo, a causa dell’impatto stagflazionistico che la guerra in Ucraina ha gettato sulle prospettive economiche europee.

La BCE ha conservato un atteggiamento hawkish nel complesso, lasciando intendere come le preoccupazioni inflazionistiche si fossero intensificate rispetto alla precedente riunione, rispecchiando principalmente uno shock lato costi dovuto all’aumento dei prezzi dell’energia, ma anche alcuni sviluppi interni, tra cui il continuo restringimento del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione ora prossimo al 6,8%, uno dei livelli più bassi registrati nella storia dell’Eurozona. In particolare, le previsioni aggiornate hanno mostrato un significativo miglioramento delle prospettive d’inflazione, con un’inflazione core all’1,9%, vicina all’obiettivo, nel 2024. Allo stesso tempo, se da un lato le proiezioni di crescita sono state riviste significativamente al ribasso, rimane in corso una traiettoria di ripresa.

Nel complesso, la BCE ha mantenuto una traiettoria graduale verso la normalizzazione della propria politica monetaria, concentrandosi in questa fase sul miglioramento del quadro inflazionistico interno. Nello scenario di base di Francoforte, gli acquisti netti si concludono nel terzo trimestre di quest’anno. Tuttavia, la guerra in Ucraina ha portato con sè una grande dose di incertezza rispetto a questo scenario base – al punto che l’istituto di Francoforte ha prodotto previsioni per uno scenario alternativo accanto a quello principale.

Di conseguenza, Lagarde ha sottolineato l’opzionalità, la flessibilità e la dipendenza dai dati, dato che la BCE si sta muovendo in un panorama economico e geopolitico incerto ed in rapida evoluzione, dominato da un deterioramento del trade-off crescita-inflazione. Come minimo, l’incertezza legata alla guerra porterà la BCE a procedere con cautela e gradualità. Nel peggiore dei casi, è possibile che la BCE debba ricorrere ad un nuovo pacchetto di misure di emergenza e ritardare il rialzo, anche se sembra che le leve fiscali disponibili sia a livello europeo che nazionale dovranno fare il lavoro più duro in risposta alle conseguenze negative – e forse in peggioramento – della guerra in Ucraina.