Segnali di recessione?

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I primi indicatori disponibili confermano una fase di rallentamento. Le stime preliminari di crescita dell’Eurozona hanno mostrato una crescita solo dello 0,2% nel 1° trimestre, sostenuta principalmente da Germania e Spagna. La crescita dell’Italia per esempio, è stata negativa, mentre quella della Francia piatta; la spesa per i consumi ha pesato molto sulla crescita economica (-1,2% trimestre su trimestre), dando una prima indicazione degli effetti negativi dell’inflazione sul reddito delle famiglie. Inoltre, nello stesso periodo, l’economia USA si è contratta ad un tasso annualizzato del -1,4%. La sottoperformance degli USA è stata legata principalmente al commercio estero, in quanto le importazioni di beni e servizi sono aumentate dell’11,7% nel corso del trimestre, probabilmente a causa del rafforzamento del dollaro e della solidità della domanda. In effetti, escludendo le esportazioni nette e le variazioni delle scorte, l’attività negli Stati Uniti è cresciuta del +2,7%, considerazione che lascia intendere come la domanda interna rimanga solida.

Tuttavia, se analizziamo gli indicatori macroeconomici più recenti, la cautela è d’obbligo soprattutto in Europa. L’indice IFO tedesco, che riflette lo stato del sentiment delle imprese, è sceso bruscamente ad aprile, a causa del calo della componente “aspettative economiche” dell’indice stesso. Inoltre, la produzione industriale e dei beni durevoli hanno sorpreso la maggior parte degli economisti, indicando entrambi una contrazione. Ciò suggerisce che la principale economia dell’Eurozona probabilmente subirà un rallentamento, o addirittura un’ipotetica recessione, nel corso del secondo trimestre.

Allo stesso modo, ad aprile la fiducia delle famiglie nel Regno Unito è crollata a livelli più bassi anche di quelli registrati durante la crisi pandemica. Sia l’aumento dei prezzi al consumo – che si prevede raggiungerà il 10% su base annua nel breve – sia il rischio di recessione di cui ha parlato la Banca d’Inghilterra, sono senza dubbio all’origine del deterioramento del sentiment delle famiglie.

Negli Stati Uniti, il contesto economico rimane solido e la domanda mostra segnali di ripresa. Tuttavia, riconosciamo l’esistenza di numerosi ostacoli che potrebbero danneggiare il ciclo economico americano costringendo le famiglie ad attingere ai propri risparmi. L’aspetto più preoccupante dell’economia statunitense continua a essere il mercato del lavoro. In questo senso, sebbene il livello di creazione di posti di lavoro rimanga molto alto rispetto agli standard storici, il tasso di partecipazione al lavoro rimane al di sotto del livello pre-pandemico, poiché le persone non tornano a lavorare. Ciò ha portato ad uno dei mercati del lavoro più rigidi di sempre; l’elevato livello di attività insieme all’attuale carenza di offerta di lavoro si traduce meccanicamente in un numero record di posti di lavoro vacanti.