Veicoli elettrici: le case automobilistiche europee recuperano il ritardo

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Gli esseri umani sottovalutano costantemente la rapidità dei cambiamenti tecnologici. Nonostante la nostra capacità di consumare tecnologia a un ritmo sempre più sostenuto nel corso dei decenni, non riusciamo mai ad apprezzarla veramente, motivo per cui le tecnologie dirompenti sono spesso sottostimate e trascurate. La storia abbonda di esempi (Figura 1) e con il senno del poi è troppo facile ridere di previsioni errate. Tuttavia, viviamo in un periodo in cui i rischi sociali e ambientali per l’economia globale non sono mai stati così elevati, il che è probabilmente il preludio ad una progressione tecnologica senza precedenti.

 

Figura 1: “Ondate” di cambiamento tecnologico nella storia

 

Il problema è che se non riusciamo ad anticipare i rapidi tassi di adozione di alcune di queste tecnologie, le conseguenze ambientali e finanziarie potrebbero essere significative. Tuttavia, il cambiamento offre anche notevoli opportunità di investimento. Una di queste riguarda il settore automobilistico, in particolare i veicoli elettrici (VE). Tra i punti centrali della tanto attesa “Net Zero Strategy” presentata dal governo britannico ad ottobre, in vista della conferenza COP26 di Glasgow tenutasi a inizio novembre, figurano proprio le auto elettriche. Il governo si è impegnato a richiedere alle case automobilistiche di vendere una percentuale non specificata di VE a partire dal 2024, oltre a promettere un investimento da 620 milioni di sterline per la costruzione di un’infrastruttura di ricarica e 350 milioni di sterline per dinamizzare la catena di fornitura. Sotto la spinta delle autorità politiche, i produttori di automobili stanno vendendo un gran numero di auto elettriche. Non è esagerato dire che l’industria è a un punto di svolta, forse tanto significativa quanto il passaggio dal carro e dal cavallo al motore a combustione interna di oltre 100 anni fa. Per dare un’idea della velocità del cambiamento, si prevede che nel 2022 i veicoli elettrici rappresenteranno il 12% dei 18,6 milioni di auto vendute, contro appena il 3% dei 21,2 milioni di veicoli venduti nel 2019. Questa cifra dovrebbe aumentare ulteriormente: entro il 2025 si stima che i veicoli elettrici rappresenteranno il 25% dei 20,8 milioni delle vendite di auto previste, e più di un terzo (35%) entro il 2030. A livello globale il quadro è simile, anche se il Nord America è in ritardo rispetto a Europa e Cina. La varietà di VE disponibili è già aumentata enormemente negli ultimi anni; i principali produttori effettuano ingenti investimenti evitando tuttavia di compromettere i loro margini di profitto.

 

Figura 2: Il consumo tecnologico nelle auto e in altri settori si sta diffondendo ad un ritmo mai così elevato

 

Al momento di selezionare le case automobilistiche che domineranno il mercato dei veicoli elettrici di domani, la differenza lampante tra quelle con strategie credibili a medio e lungo termine per lo sviluppo di tecnologie ambientali, come Daimler e Volkswagen, e quelle che ne sono prive, è sorprendente. Ad esempio, di recente MSCI ha aumentato il rating ambientale, sociale e di governance (ESG) di entrambe queste società. Le case automobilistiche tradizionali stanno recuperando in fretta il ritardo con Tesla, il principale rivoluzionatore del settore, lanciando rapidamente nuovi modelli in un momento in cui i margini sono a livelli record. Sebbene abbia venduto globalmente molti più veicoli elettrici per passeggeri nel 2019 rispetto a qualsiasi altra casa automobilistica (368.000 contro i 226.000 della cinese BYD e i 183.000 di Renault-Nissan), Tesla sta perdendo quote di mercato e fatturato nei principali mercati europei. Per esempio, il mercato europeo delle batterie per VE è cresciuto del 106% nel 2020, mentre le vendite di Tesla sono scese dell’11%. Detto questo, Tesla Model 3 è stato il veicolo elettrico più venduto in Europa nei primi quattro mesi del 2021. Tuttavia, come azienda aveva una quota di mercato nettamente più bassa rispetto alle case automobilistiche tradizionali con più modelli. Nello stesso periodo, Volkswagen ha dominato in Europa in termini di quote di mercato, con il 21,6% per i suoi marchi VW, Audi, Seat e Porsche, mentre Tesla si è classificata al settimo posto con il 5,3%. La prossima generazione di VE delle case automobilistiche tradizionali, il cui lancio è previsto a partire dal 2024-2025, sarà progettata meglio di quella attuale e avrà una migliore autonomia. A quel punto diventeranno concorrenti più validi. Mentre sviluppano nuovi prodotti, i fabbricanti di auto reimpostano anche i loro processi di produzione per renderli più sostenibili. Daimler, che all’inizio del 2022 sarà ridenominata Mercedes- Benz Group, è davanti ai concorrenti, con il 2039 come obiettivo di azzeramento netto delle emissioni, in leggero anticipo su gran parte delle aziende. In effetti, la maggior parte delle aziende che costruiscono nuovi impianti di produzione li alimentano con energia rinnovabile. La prevista espansione potrebbe tuttavia essere ostacolata da colli di bottiglia. Uno di questi problemi legato alle questioni ESG riguarda l’approvvigionamento di cobalto dal Congo per i componenti delle batterie. Le principali case automobilistiche europee dichiarano di utilizzare solo materiali di origine etica per le loro batterie, ma ciò potrebbe determinare un restringimento dell’offerta di questi metalli strategici. L’assenza di investimenti nelle infrastrutture di ricarica è un altro problema persistente. Nel complesso, tuttavia, osserviamo a un forte recupero tra i produttori europei e Tesla. Nessuna di queste è un’impresa “pure play” nel segmento dei veicoli elettrici, ma il premio di valutazione del titolo Tesla riflette ampiamente questo fatto. Tesla ha fornito 499.550 auto nel 2020, il che si traduce in una capitalizzazione di mercato di 962.000 euro per veicolo. Volkswagen, per contro, ha fornito 9,3 milioni di auto, il che equivale ad una capitalizzazione di mercato di 14.100 euro per veicolo. Via via che le case automobilistiche europee con strategie chiare aumentano la percentuale di vendite di VE, il divario di valutazione tra loro e Tesla deve ridursi.

Certamente, visto il ritmo dei progressi tecnologici in costante accelerazione e la crescente consapevolezza dell’influenza del cambiamento climatico sulle decisioni a tutti i livelli dell’economia globale (dai governi alle aziende e agli individui), questo settore continua a rivestire un’importanza cruciale per noi investitori.