Mercati azionari: gli indici evidenziano una volatilità significativa. Suggerimenti per gli operatori finanziari
— di Cristina Melchiorri —
Il 2024 si chiuderà con una moderata stabilizzazione dei mercati finanziari globali, sostengono alcune fonti autorevoli, come l’OECD Economic Outlook (2024) che fornisce previsioni monetarie nei principali paesi industrializzati e emergenti, e S&P Global Economic Outlook (2024) che offre previsioni globali, con particolare attenzione ai driver di crescita economica e alle dinamiche dei mercati finanziari. La crescita economica è rimasta debole in molti paesi: il PIL globale è cresciuto solo del 2,3%, con Stati Uniti ed Europa che hanno registrato performance deludenti (rispettivamente poco sopra l’1% e vicino allo 0%). La Cina ha mostrato segnali di ripresa (+4,7%), mentre i mercati emergenti hanno beneficiato di politiche monetarie più accomodanti .
Sul fronte dei mercati azionari, gli indici principali hanno evidenziato una volatilità significativa, influenzati da:
•Il calo dell’inflazione globale, scesa al 4,7%, che ha guidato le prime riduzioni dei tassi di interesse in alcune economie.
•L’incertezza geopolitica, legata a conflitti e politiche protezionistiche, che ha pesato sulle valutazioni azionarie in settori chiave come energia e tecnologia.Quali Suggerimenti per gli operatori finanziari ne derivano?
In primo luogo, è fondamentale adottare strategie basate su dati e scenari realistici:
1.Ribilanciamento del portafoglio: Gli operatori dovrebbero favorire settori con resilienza strutturale, come energie rinnovabili, sanità e tecnologia applicata alla sostenibilità. Inoltre, i mercati emergenti offrono opportunità di diversificazione.
2.Focus sulla gestione del rischio: Con l’aumento delle incertezze, strumenti come derivati e strategie di copertura possono proteggere gli investimenti dai rischi valutari e geopolitici.
3.Investire in innovazione e digitalizzazione: Le imprese dovrebbero accelerare l’adozione di strumenti tecnologici per migliorare l’efficienza operativa e l’accesso ai mercati globali.
4.Transizione energetica: Per le aziende finanziarie, sostenere clienti in progetti di transizione sostenibile rappresenta sia una responsabilità che un’opportunità di crescita strategica.
Nel proporre strategie di investimento, i consulenti finanziari si trovano spesso a dover gestire decisioni irrazionali, luoghi comuni, veri e propri bias sia dei clienti corporate (imprese) che dei clienti retail (persone).
Bias nelle imprese (Clienti Corporate)
1.Avversione al rischio Gli imprenditori in una fase di difficoltà di mercato preferiscono spesso strategie conservative, evitano investimenti rischiosi, anche quando i dati dimostrano potenziali rendimenti elevati. •Conseguenza: Perdono opportunità in settori emergenti come la tecnologia o la sostenibilità, lasciando spazio alla concorrenza più aggressiva.
2.Effetto status quo E’ la Tendenza a mantenere le pratiche e gli strumenti finanziari esistenti, anche quando nuove opzioni potrebbero migliorare la performance. •Conseguenza: Ritardo nell’adozione di soluzioni più efficienti, come la digitalizzazione o nuovi modelli di finanziamento.
3.Bias di eccesso di fiducia (Overconfidence) I dirigenti delle aziende soprattutto di medie e grandi dimensioni spesso sovrastimano le proprie capacità di previsione o gestione del rischio. A volte pensano, sbagliando, di poter fare a meno dei consulenti finanziari. •Conseguenza: Scelte avventate su espansioni o fusioni/acquisizioni, con costi elevati e risultati deludenti.
4.Bias del timore delle critiche Paura di prendere decisioni che potrebbero essere criticate in caso di insuccesso. •Conseguenza: Rinunciamo a decisioni strategiche innovative per evitare rischi percepiti.
5.Bias di conferma I leader aziendali cercano informazioni che confermano le loro convinzioni, ignorando segnali e dati contrari. •Conseguenza: Mancata identificazione di rischi reali o di nuove tendenze e opportunità di mercato.
Bias nelle persone fisiche (Clienti Retail)
1.Avversione alla perdita Le persone quando investono il proprio capitale tendono a focalizzarsi sul rischio di perdere denaro, piuttosto che sui potenziali guadagni. •Conseguenza: Preferiscono investimenti a basso rendimento, come i conti deposito, trascurando opportunità più redditizie.
2.Effetto ancoraggio Basano le decisioni su informazioni iniziali (ad esempio, il prezzo passato di un’azione) senza considerare i cambiamenti del contesto. •Conseguenza: Investono in strumenti sopravvalutati o non competitivi.
3.Effetto gregge Seguire le scelte della massa, senza analizzare le proprie esigenze o i rischi specifici. •Conseguenza: Partecipano a bolle speculative o subiscono perdite significative in mercati volatili.
4.Illusione di controllo La convinzione cioè di avere un controllo totale sulle proprie decisioni finanziarie o sugli andamenti del mercato. •Conseguenza: Investimenti troppo concentrati o strategie di trading eccessive, che aumentano i costi.
5.Bias di disponibilità Affidarsi a informazioni facilmente disponibili (come notizie recenti o esperienze personali) per prendere decisioni. •Conseguenza: Sovraesposizione a settori in crescita momentanea e sottovalutazione di opportunità a lungo termine.
Suggerimenti per affrontare i bias
Per intermediari e consulenti finanziari, riconoscere questi bias e i luoghi comuni presenti nella mente dei clienti è necessario, per guidarli verso decisioni più consapevoli. Con 4 soluzioni fondamentali:
1.Educazione finanziaria: Fornire strumenti di facile comprensione del cliente, per accompagnarlo ad analizzare i rischi e i rendimenti in modo più obiettivo.
2.Approccio personalizzato: Identificare le esigenze specifiche di ogni cliente e costruire strategie su misura. Senza mai dare l’impressione di proporre soluzioni standard.
3.Uso di dati e tecnologia: Presentare scenari basati su dati concreti e simulazioni che superino le percezioni e le convinzioni distorte.
4.Dialogo trasparente: Presentare con chiarezza sia i rischi che i potenziali benefici di ogni proposta, per aiutare il cliente a bilanciare le proprie scelte.
Affrontare i bias dei clienti, senza assecondarli solo perché è utile nella trattativa commerciale, spiegare loro con chiarezza strategie, risultati attesi e potenziali rischi, non solo migliora la qualità delle decisioni finanziarie, ma aumenta anche la fiducia tra persone. Rafforza cioè quel tipo di rapporto che nessuna forma di intelligenza artificiale potrà mai sostituire.
La frase su cui riflettere: “Non basta fare il meglio che possiamo. A volte, dobbiamo fare ciò che è necessario.” Warren Buffet – grande investitore