Onde e orizzonti temporali

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Suggerimenti per leggere i grafici di prezzo, integrandoli con i corretti orizzonti temporali

In un precedente articolo abbiamo parlato di come Ed Seykota, noto trader americano, sottolineò nel corso di uno dei seminari organizzati dallo psicologo per trader Van Tharp, che per imparare il giusto modo di operare in borsa si deve andare in spiaggia e guardare le onde (1).
Partendo da questo spunto e legandoci alla metafora del moto ondoso, abbiamo parlato della storia e l’applicazione di una semplice ma efficace metodologia per leggere i grafici di prezzo,
Ritorniamo ora sulla nostra spiaggia per aggiungere un nuovo ed importante concetto: immaginiamo di stare su un bel litorale, magari tropicale, in qualche grazioso posto, per esempio in Thailandia. Una temperatura gradevole, un bel sole, uno stupendo paesaggio, una piacevole brezza, il profumo del mare. Questo è quello che poteva godersi un turista che si trovava il 26 dicembre del 2004 su una qualsiasi spiaggia del sud-est asiatico. Quello che però non poteva vedere, era la gigantesca onda di Tsunami che da lì a poco avrebbe cambiato completamente lo scenario. Se il turista fosse stato su un elicottero, avrebbe potuto scorgere il disastroso fenomeno con un congruo anticipo e, se fosse stato a bordo di un satellite, avrebbe avuto anche la possibilità di prevederne la formazione e la eventuale traiettoria. Tutto questo per dire che lo stesso fenomeno, in base al punto di vista prospettico dell’osservatore, è più o meno prevedibile e/o anticipabile.
Quindi, visto che ci sono onde piccole e onde grandi, più allargato è il nostro punto prospettico, maggiori informazioni avremo. Tutta questa metafora ben si adatta anche nello studio dei mercati attraverso l’ausilio dei grafici di prezzo.
Infatti, se torniamo alla Teoria di Dow citata nel precedente articolo, un nuovo assunto è proprio quello che il mercato ha tre tendenze, e che tutte e tre possono essere in corso contemporaneamente: il trend primario rialzista o ribassista che può durare da molti mesi a molti anni, il trend secondario che in genere dura da poche settimane ad alcuni mesi, e il trend di breve termine, determinato dai movimenti giornalieri che secondo Dow potevano essere manipolati e quindi era insignificante. Dow i suoi seguaci vedevano il trend primario, quello intermedio, e le tendenze a breve termine in termini di maree, moto ondoso e increspature del mare. Fino a quando le onde del trend intermedio spingevano sempre più lontano verso la spiaggia, la marea, o trend primario, veniva confermata. Quando ogni successiva onda era invece inferiore alla precedente più alta sulla spiaggia, la marea, o trend primario, non era più in atto (2).

mario guffanti Onde e orizzonti temporali1

Delle tre tendenze (vedere fig. 1), il trend primario rialzista o ribassista è quello più importante, ed è di fondamentale importanza che gli investitori siano allineati con questo. Le reazioni secondarie sono importanti punti di ingresso per le posizioni in linea con la tendenza principale (acquistare nelle correzioni di un mercato toro, e vendere nei rally di un mercato orso).
“Nulla è più certo che il mercato ha tre movimenti ben definiti che si incastrano l’uno nell’altro”, Dow ha scritto il 4 gennaio 1902. “Il primo è la variazione giornaliera per cause locali e per l’equilibrio fra compratori e venditori in quel determinato momento. Il secondo movimento copre un periodo che va da dieci giorni a sessanta giorni, con una media probabilmente tra i trenta e i quaranta giorni. Il terzo movimento è la grande oscillazione che copre da quattro a sei anni ” (3).
Una critica alla teoria di Dow è che essa non prevedeva per quanto tempo o quanto lontano sarebbe andato il trend primario. Questo è corretto, ma Dow era più preoccupato di essere sul lato corretto della tendenza; una volta che viene dato un segnale di mercato al rialzo od al ribasso, si presume che i prezzi si muoveranno significativamente nella direzione della nuova tendenza.
Vediamo ora in pratica quanto abbiamo detto, basandoci anche sull’assunto dell’articolo precedente, cioè che un trend è rialzista quando abbiamo una sequenza di minimi e massimi crescenti. Questo è un grafico di una situazione realmente accaduta (fig. 2).

mario guffanti Onde e orizzonti temporali2

Il grafico di prezzo è relativo all’indice azionario tedesco Dax, e ne rappresenta tre mesi e mezzo. Minimi e massimi sono crescenti, quindi è ragionevole pensare di entrare in acquisto. Ma attenzione: questo grafico rappresenta la nostra spiaggia thailandese! Che visione abbiamo dal satellite? Allarghiamo la vista sul grafico di qualche anno per capirlo (fig. 3).

mario guffanti Onde e orizzonti temporali3

Con la vista “dal satellite” ci accorgiamo in realtà che il trend primario è ribassista e quindi avremmo investito su un movimento secondario di ritracciamento (creato da un’onda in controtendenza al trend primario).
Per l’investitore di medio e lungo termine, possiamo paragonare i frangenti, le onde e la marea ai grafici di prezzo giornalieri, settimanali e mensili.
Facciamo un altro esempio servendoci di questi grafici disposti per orizzonte temporale crescente, per analizzare l’indice americano S&P 500 e cominciando con un grafico giornaliero da inizio anno (fig.4).

mario guffanti Onde e orizzonti temporali4

La situazione potrebbe essere positiva: abbiamo una serie di minimi crescenti, ma gli ultimi massimi non hanno ancora superato i precedenti. Cerchiamo di capire meglio allargando la visione con una grafico settimanale degli ultimi quattro anni (fig. 5).

mario guffanti Onde e orizzonti temporali5

Qui si vede chiaramente che il trend intermedio è sano e continua a generare “onde” con massimi e minimi crescenti. Andiamo ora a dare un occhiata dal “satellite”, utilizzando un grafico mensile degli ultimi venti anni (fig. 6).

mario guffanti Onde e orizzonti temporali6

Da questo grafico abbiamo un messaggio molto chiaro: siamo in un trend primario rialzista, che però è durato già più di sei anni.
Quindi da investitore di lungo termine, non dobbiamo mai dimenticarci di investire nella stessa direzione del trend, ma nello stesso tempo abbiamo il dovere di abbandonare ogni tanto la nostra bella spiaggia per farci un giretto in satellite.


Note a piè di pagina

(1) Van K. Tharp – Trade your way to financial freedom – Mc Graw Hill – 1999 – pag. 254;
(2) Laura Sheter (a cura di) – Dow Theory Unplugged.. – W&A 2009 – pp. 92-93;
(3) Charles Dow – Wall Street Journal –– 04 gennaio 1902.

Mario Valentino Guffanti, CFTe (Certified Financial Technician) è un consulente finanziario e ricercatore.
E’ Vice President della Samt (Swiss Association of Market Technicians) per la Svizzera italiana e si occupa anche di formazione e coaching finanziario. E’ docente di Analisi Tecnica, e relatore in diverse conferenze sulla materia.

La sua mail è: mario@guffanti.net