Petrolio, congelata la produzione

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Arabia Saudita e Russia d’accordo per mantenerla ai livelli dell’11 gennaio, se gli altri grandi produttori faranno lo stesso

L’Arabia Saudita e la Russia hanno concordato, nel corso della riunione che si è svolta oggi a Doha, il congelamento della produzione di petrolio ai livelli dell’11 gennaio scorso. Lo ha rivelato il ministro del Petrolio del Qatar, Mohammed Saleh Al-Sada, che ha partecipato al meeting, con i colleghi venezuelano, Eulogio del Pino, saudita, Ali al-Naimi e russo, Alexander Novak.

“Al fine di stabilizzare i mercati petroliferi” ha detto Al-Sada, Arabia Saudita, Russia, Venezuela e Quatar “hanno convenuto di congelare la loro produzione ai livelli di gennaio, a patto che gli altri grandi produttori facciano lo stesso”. Arabia Saudita e Russia sono i due principali produttori mondiali, e finora i sauditi si erano mostrati intransigenti nel non voler intervenire sui livelli della produzione, con l’obiettivo di estromettere dal mercato lo shale gas degli americani.

Secondo il ministro del Quatar, il congelamento della produzione è una misura adeguata e nuovi passi per stabilizzare il mercato potrebbero essere presi nei prossimi mesi. Il venezuelano Del Pino ha aggiunto che verranno avviati nuovi colloqui con Iran ed Iraq, due paesi che intendono aumentare la loro produzione.

Dopo l’annuncio dell’accordo, il prezzo del petrolio ha ridotto i guadagni della mattina: i future sul Wti sono scambiati a 30,33 dollari, dopo aver toccato un massimo di 31,53 dollari, e quelli sul Brent viaggiano a 34,41 dollari, contro un massimo di 35,55 dollari.