Tra boom di IPO e nuova valanga di bond, Stoccolma “capitale del capitale” in Europa?  La tesi di The Economist

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Il settimanale vede la Svezia come paradiso dei trader obbligazionari grazie a più debito pubblico e a un mercato azionario vivace. Bloomberg e Financial Times confermano parte del trend, ma il primato europeo resta contendibile

Stockholm is Europe’s new capital of capital. And with Sweden embarking on a borrowing spree, it is a bond trader’s paradise”. La formula scelta da  The Economist è volutamente provocatoria, ma poggia su due elementi reali: da un lato la forza del mercato dei capitali svedese, dall’altro l’aumento atteso dell’offerta di titoli di Stato legata a una politica fiscale più espansiva (anche per la difesa comune europea) che spinge il Tesoro a emettere più debito.

Sul primo punto, non è solo The Economist a notare la centralità crescente di Stoccolma. Bloomberg  ha scritto che la capitale svedese è diventata nel 2025 il mercato IPO più “caldo” d’Europa, con volumi di raccolta superiori ad altre piazze continentali in un anno in cui molte Borse europee restavano in modalità prudente. Anche il Financial Times ha evidenziato come la Borsa di Stoccolma abbia mostrato una capacità rara nel panorama europeo: un bacino ampio di investitori retail e istituzionali e una pipeline di nuove quotazioni più robusta rispetto a molte concorrenti.  In altre parole: l’idea di Stoccolma come piazza dove si raccolglie capitale in modo efficiente ha basi concrete, soprattutto se il confronto è con la stagnazione delle IPO in varie parti d’Europa.

Il secondo pilastro della tesi, ovvero che Stoccolma sia il “paradiso dei bond trader”, si lega invece alla traiettoria del debito pubblico svedese. Nel 2025 la Svezia ha approvato un piano di finanziamento della difesa che implica nuovo indebitamento (tema diventato strutturale dopo l’ingresso nella NATO e l’aumento della spesa militare). A fine novembre, il Debt Office svedese (Riksgälden) ha rivisto al rialzo le previsioni di deficit e fabbisogno, indicando disavanzi crescenti e quindi più emissioni di titoli. La stessa direzione è stata ripresa dal Wall Street Journal , che ha riportato l’aumento dei piani di emissione di bond nominali per il 2026 e 2027 sulla base delle stime del Debt Office. Per un operatore obbligazionario, più carta in arrivo significa tipicamente più liquidità, più scambi, più opportunità di posizionamento: la metafora del “paradiso” non è neutra, ma descrive una dinamica ben nota sui mercati.

E’ vero che Stoccolma è la nuova capitale europea del capitale?

Se la frase viene letta in senso assoluto, cioè superare Londra come hub finanziario europeo complessivo, l’affermazione è più discutibile: The Economist sembra riferirsi soprattutto a dinamismo del mercato azionario (IPO) e attrattività del reddito fisso svedese in una fase di maggiore emissione, non alla sostituzione integrale dei grandi poli finanziari continentali. Inoltre, parte del “vantaggio Stoccolma” è ciclico: dipende dal fatto che nel 2025 alcune piazze europee hanno avuto un mercato primario più fiacco, mentre la Svezia per struttura di investitori e cultura del listino ha retto meglio.

La sintesi, guardando alle conferme esterne, è quindi questa: sì, altri grandi media finanziari riconoscono che Stoccolma sta vivendo una fase di centralità (soprattutto sulle IPO e, ora, sul mercato dei bond), e sì, la Svezia sta effettivamente aumentando il ricorso al debito, rendendo più “trafficato” il suo mercato obbligazionario. Ma l’etichetta di “capitale del capitale” resta, per sua natura, un giudizio editoriale: utile a fotografare un momento in cui la Svezia attrae attenzione e flussi, meno adatta a decretare un nuovo ordine stabile della finanza europea.