Greggio, prezzi in recupero
In attesa del vertice di oggi tra Arabia Saudita, Russia e Venezuela, il Wti torna sopra i 33 dollari al barile, mentre il Brent arriva a 35. Ma arrivano anche le superpetroliere iraniane
Prezzi in recupero per il petrolio: questa mattina il Wti, la qualità americana, è in rialzo del 5,5%, e supera i 33 dollari al barile, mentre il Brent del mare del Nord sale del 6%, a oltre 35 dollari.
Pochi scommetterebbero oggi su una vera inversione di tendenza, anche se i rialzi sono giustificati dalle attese sul vertice che oggi a Doha riunisce i ministri del Petrolio dell’Arabia Saudita, Ali al-Naimi, Russia, Alexander Novak e Venezuela Eurlogio del Pino.
Proprio quest’ultimo è un convinto fautore del taglio della produzione di petrolio, l’unica mossa che potrebbe effettivamente far lievitare le quotazioni dai minimi storici degli ultimi mesi. Al contrario l’Arabia Saudita non ha mai, almeno ufficialmente, modificato la propria posizione: mantenere la produzione agli attuali livelli per estromettere definitivamente dal mercano i produttori americani di shale oil, già pesantemente in difficoltà.
Intanto sono riprese le esportazioni di petrolio dall’Iran, dopo la fine delle sanzioni legate al programma nucleare. E ai 500 mila barili al giorno che il paese intende estrarre, si aggiungono le ingenti riserve accumulate in questi anni.
La prima petroliera è partita ieri, e il governo iraniano ha annunciato che entro 24 ore sarebbero stati consegnati 4 milioni di barili ai clienti europei. Entro il 20 marzo, data d’inizio del nuovo anno persiano, le esportazioni arriveranno a 1,5 milioni di barili al giorno, secondo quanto ha dichiarato il vicepresidente iraniano, Eshaq Jahangiri all’agenzia di stampa Shana.

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