A Barcellona si discute dei danni che micro e nano-plastiche possono apportare al DNA

Lucia Cimini -

Le micro e le nano-plastiche possono arrivare a danneggiare il DNA, oltre a mettere a rischio la nostra salute sotto altri, rilevanti aspetti. E’ quanto emerge dai risultati del progetto europeo PlasticHeal, coordinato dall’Universitat Autònoma de Barcelona (UAB). I risultati sono stati presentati alla conferenza finale del progetto, “Plastic inside us: Unveiling the hidden impact of micro and nanoplastics. From the PlasticHeal research to everyday reality”, tenutasi a Barcellona. Il progetto ha dimostrato come le  particelle possono rappresentare un rischio per la salute umana.

I risultati indicano che queste particelle possono causare danni al DNA, influenzare la funzione mitocondriale e alterare i meccanismi di comunicazione cellulare. Questi effetti possono portare a infiammazione cronica, alterazioni del sistema immunitario e aumentata sensibilità ad altri inquinanti, come arsenico e tabacco. Inoltre, è stato dimostrato che le nano-plastiche possono attraversare la barriera intestinale, entrare nel flusso sanguigno e diffondersi in vari organi e tessuti. Il team di PlasticHeal ha sviluppato metodologie analitiche avanzate, come la microscopia RAMAN e FTIR, per rilevare e quantificare le nano-plastiche nei tessuti umani, inclusi sangue e urina.

Questi risultati sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per comprendere appieno l’impatto delle micro e nano-plastiche sulla salute umana e per sviluppare regolamentazioni adeguate a proteggere la popolazione da potenziali rischi associati a queste particelle.