In un Welfare aziendale in espansione si afferma sempre più la sanità integrativa
Il welfare aziendale è uno strumento importante per favorire il dialogo tra imprenditori e lavoratori, migliorare la qualità della vita dentro e fuori l’azienda, far crescere l’azienda in tutti i sensi: ambiente, produttività, senso di appartenenza.
E coinvolgere la comunità circostante, creando un indotto favorevole con prospettive di medio-lungo termine. Lo sottolinea il Rapporto 2018 – Welfare Index PMI, pubblicato da Generali Italia. Welfare Index PMI ha monitorato le iniziative delle imprese in dodici aree, previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.
Quali sono le principali evidenze ? Si evidenzia una stretta correlazione tra il miglioramento del benessere, la soddisfazione dei lavoratori e la crescita della produzione aziendale; questi fattori secondo il 42,1% delle imprese, sono il principale obiettivo nelle scelte di welfare. Il 35,6% delle imprese intervistate dichiara, infatti, di aver aumentato la propria produttività come conseguenza di una maggiore soddisfazione dei lavoratori.
Questo vale ancor di più per le aziende molto attive nel welfare: il 63,5% conferma di aver ottenuto un incremento produttivo. Nei prossimi 3-5 anni, il 52,7% delle Pmi si propone poi un’ulteriore crescita del welfare aziendale, in particolare negli ambiti di salute e assistenza; conciliazione vita e lavoro; giovani, formazione e mobilità sociale. Più nello specifico nella previdenza e nella sanità il welfare aziendale integra il tradizionale modello basato sulla complementarietà tra il welfare pubblico e gli istituti collettivi creati dalla negoziazione come i fondi pensione e i fondi sanitari. A undici anni dal lancio dei fondi pensione il numero delle adesioni continua a crescere ma resta minoritario; sinora è stato raggiunto il 36,5% dei lavoratori E il contributo medio pro capite, di circa 1.800 euro l’anno, è ben al di sotto della quota necessaria a garantire un apprezzabile livello delle prestazioni pensionistiche future. Anche nei fondi sanitari la partecipazione resta limitata a circa un terzo dei lavoratori, pur se la crescita è più veloce
La frammentazione del sistema produttivo, si sottolinea, non aiuta la conoscenza degli istituti collettivi della previdenza e della sanità complementare e non facilita le adesioni. Non è dunque possibile raggiungere la maggior parte dei lavoratori senza l’iniziativa delle singole imprese. Ma, reciprocamente, è anche vero che la frammentazione è un freno per lo stesso welfare aziendale. In molte imprese esso esiste solo grazie ai contratti collettivi o a quelli territoriali. Concentrando la attenzione sulla sanità complementare, nel 2018 il 42% delle imprese attuano almeno un’iniziativa nella macro area della salute e assistenza.
Dunque il welfare aziendale sanitario raggiunge una platea sempre più ampia di lavoratori, anche se nel complesso ancora troppo pochi considerate le esigenze delle famiglie, sulle quali grava un onere per la salute di 34 miliardi di euro, il 23% della spesa sanitaria complessiva del nostro paese.
Nell’ultimo anno il 5,9% delle imprese hanno attuato nuove iniziative in quest’area o potenziato le iniziative in corso. Ma soprattutto, sono incoraggianti le prospettive; un terzo delle imprese considerano prioritario nei prossimi 3-5 anni investire nella sanità e nell’assistenza a beneficio dei propri dipendenti e dei loro familiari.
Andando nel dettaglio delle prestazioni si riconoscono tre grandi categorie di iniziative in quest’area, la sanità complementare, ovvero il sostegno alle spese sanitarie delle famiglie offerto dai fondi sanitari e da altre soluzioni assicurative, i servizi diretti di prevenzione e cura, l’assistenza ai familiari anziani, ai non autosufficienti e ai bambini. Le soluzioni di sanità complementare, a copertura delle spese sanitarie dei dipendenti e dei loro familiari, sono attuate nel 35,7% delle PMI, con un continuo il trend di crescita.
Lo strumento principale è l’adesione ai fondi collettivi di categoria dal 22% nel 2016 all’attuale 25,2%. Ma è sensibilmente cresciuta la quota di imprese che intraprendono ulteriori iniziative, la diffusione delle polizze sanitarie aziendali è aumentata in due anni dal 5,4% all’8,1%, mentre le imprese che hanno costituito fondi aziendali di secondo livello o hanno aderito a fondi aperti sono passate dal 3,6% al 5%.
I servizi di prevenzione e cura sono offerti da un numero ancora piccolo di aziende ma risultano in forte crescita: dal 3,6% nel 2016 all’11% nel 2018 Si tratta di servizi di prevenzione, screening (esami del sangue, pap test, mammografia, ECG, controlli vari) o check up generali, offerti complessivamente dal 5% delle PMI, e inoltre di campagne di prevenzione e di educazione sanitaria (1,9% delle imprese), presenza di uno sportello medico interno (3,7%), convenzioni con studi dentistici (1,3%) e altri centri di assistenza sanitaria (1,3%).
Con queste iniziative le imprese offrono un contributo concreto al rafforzamento del nostro welfare della salute. Mentre cresce nel Paese il fabbisogno di prevenzione, cura e assistenza, la spesa sanitaria pubblica è in flessione e si estendono i fenomeni di rinuncia alla cura da parte delle famiglie, soprattutto nelle fasce meno abbienti.
I bisogni sanitari sono molto differenziati per età, condizione sociale, composizione dei nuclei familiari, e altrettanto differenziate sono le capacità dei servizi sanitari nel territorio. La vicinanza alle famiglie e la prossimità al sistema locale delle prestazioni permette alle imprese di intercettare i bisogni, aggregare e rendere disponibili i servizi e facilitare l’accesso delle famiglie. L’area dell’assistenza è la meno matura nel welfare aziendale; oggi soltanto l’1,2% delle PMI offrono servizi e iniziative di sostegno ai familiari anziani e non autosufficienti e lo 0,6% offrono servizi specialistici per i bambini.

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