Schroders – BCE: il terreno è pronto per una stretta monetaria

Irene Lauro, Eurozone Economist, Schroders -

L’economia dell’Eurozona sta superando le aspettative e sarà ulteriormente sostenuta dagli stimoli fiscali e monetari. I rischi sul fronte commerciale e politico permangono, ma abbiamo rivisto al rialzo le nostre previsioni di crescita all’1,4% per il 2025, con un’ulteriore accelerazione fino al 2,1% entro il 2027. Stanno emergendo rischi di inflazione, che hanno spinto la BCE ad adottare una politica più restrittiva, e ora prevediamo due aumenti dei tassi a partire dalla metà del 2027, che porteranno il tasso di riferimento al 2,5%.

L’economia dell’Eurozona continua a resistere alle difficoltà, con una crescita del PIL superiore alle aspettative nei primi tre trimestri. Riflettendo questo slancio, abbiamo rivisto al rialzo le nostre previsioni di crescita per il 2025 dall’1,3% all’1,4%. I servizi, guidati dal turismo e dalle offerte digitali, rimangono il motore principale della crescita, mentre le aziende aumentano gli investimenti in IT nell’ambito della transizione digitale evidenziata dalla BCE. Il settore manifatturiero è rimasto indietro, a causa dei dazi e dell’incertezza commerciale, ma gli indicatori anticipatori segnalano una ripresa imminente. I rischi al ribasso sono in gran parte diminuiti, mentre a livello interno le condizioni finanziarie più favorevoli continuano a sostenere la crescita.

Le nostre stime rimangono al di sopra del consenso per tutto il nostro orizzonte di previsione, prevedendo un’accelerazione della crescita all’1,7% nel 2026 e un ulteriore rafforzamento al 2,1% nel 2027, trainata da un potente mix di stimoli monetari e fiscali. È importante sottolineare che i recenti ordini della difesa tedesca favoriscono i fornitori europei rispetto alle aziende statunitensi, garantendo che gli stimoli rimangano all’interno dell’Eurozona piuttosto che riversarsi in un aumento delle importazioni statunitensi. Sebbene il bilancio tedesco mostri già un notevole aumento della spesa per le infrastrutture a partire dalla fine del 2025, gli ostacoli burocratici e i limiti di capacità fanno sì che il suo pieno impatto si manifesterà a partire dalla metà del 2026.

Nel frattempo, i rischi fiscali legati all’instabilità politica della Francia si sono attenuati, con il primo ministro Lecornu che è sopravvissuto a un voto di sfiducia grazie al sostegno del Partito Socialista e alla presentazione del bilancio 2026 da parte del governo. Sebbene garantire il sostegno socialista richieda un compromesso, ovvero la sospensione della riforma delle pensioni fino al 2027, l’impatto sul bilancio a breve termine è limitato, anche se peggiorerà la traiettoria fiscale a lungo termine. I piani per un consolidamento più ambizioso saranno rinviati fino a quando non si placherà lo stallo parlamentare. Per ora, i mercati hanno accolto con favore il risultato, poiché evita l’incertezza di elezioni anticipate.

Il dumping di merci cinesi a basso costo rimane un rischio significativo per le nostre prospettive e per la ripresa del settore manifatturiero. Mentre la Cina ha continuato ad esportare verso gli Stati Uniti attraverso rotte alternative, sfidando i dazi più elevati, l’analisi della Commissione Europea indica anche una recente diversione del commercio verso l’UE, con i settori tessile e dei macchinari industriali tra i più colpiti. Sebbene l’UE abbia iniziato a imporre misure antidumping per frenare le importazioni dannose, l’aumento della concorrenza all’interno del mercato UE potrebbe pesare sui produttori nazionali.

L’inflazione dovrebbe rimanere vicina all’obiettivo nel 2026, ma stanno iniziando ad emergere pressioni sottostanti sui prezzi. Nel brevissimo termine, il calo dei prezzi del petrolio e l’apprezzamento dell’euro dovrebbero portare l’inflazione complessiva a scendere ulteriormente dal 2% su base annua nel 2025 all’1,7% nel 2026. Tuttavia, stanno emergendo rischi al rialzo per l’inflazione. In un contesto di accelerazione della crescita, la frammentazione della catena di approvvigionamento e l’allungamento dei tempi di consegna potrebbero spingere al rialzo i prezzi delle importazioni, mentre l’inflazione dei servizi, ostinatamente elevata, potrebbe riprendere a salire.La nostra previsione sulla fine dell’allentamento monetario si sta avverando, con la BCE che ha adottato una posizione più restrittiva nella riunione di ottobre. Con la crescita e l’inflazione destinate ad accelerare, prevediamo ora due aumenti dei tassi a partire dalla metà del 2027 per contenere le pressioni inflazionistiche.