Novembre 2025: il mese da dimenticare di Wall Street: il Nasdaq Composite segna il peggior novembre dal 2011

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Tra crolli del settore tech, timori su inflazione e Fed, e una ritrovata cautela sugli investimenti in IA, gli indici americani soffrono: è il peggior mese per il Nasdaq da oltre un decennio.

Le ultime quattro settimane hanno confermato che le borse statunitensi e in particolare il Nasdaq stanno attraversando una fase di severa correzione. Cedimenti generalizzati e una forte avversione al rischio hanno portato l’indice high-tech a segnare il peggior novembre dal 2011, secondo quanto riportato nella stampa finanziaria europea e italiana.

Ma cosa dicono i principali quotidiani finanziari americani e quali dati reali supportano questa valutazione?

Una caduta guidata dal tech e dai timori macro

Già i primi giorni di novembre avevano portato un forte calo per il Nasdaq: come rilevato da Wall Street Journal la settimana iniziale è stata la peggior chiusura settimanale con sell-off dovuto a incertezze su tassi e geopolitica.

Il dato più significativo arriva però da fine mese: secondo Reuters, venerdì 21 novembre Wall Street ha registrato un forte rimbalzo legato alle aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, ma l’ottimismo non ha impedito un bilancio mensile fortemente negativo per il Nasdaq.

Questo andamento negativo per la maggior parte del mese nonostante il recupero finale è stato accentuato da vendite nel settore tech, in particolare nei titoli legati all’intelligenza artificiale e ai semiconduttori: società come Nvidia, AMD e altri nomi del comparto hanno subito scivoloni anche a doppia cifra, alimentando il disinvestimento dai “growth stock”.

In uno scenario del genere, il paniere tecnologico ha pagato il prezzo più alto: la combinazione di valutazioni elevate, incertezza regolamentare sui tassi e una minore propensione al rischio da parte degli investitori ha generato una discesa netta del Nasdaq.

I numeri che confermano il “peggior novembre dal 2011”

A metà novembre, il Nasdaq ha toccato un minimo mensile (close a ~22.078 punti), chiudendo in calo del 2,2% in una sola seduta.
Nonostante un recupero nelle sedute finali, il mese si chiude con una perdita mensile secondo le analisi di mercato riprese anche da fonti europee, vedi ad es. il video.milanofinanza.it
In parallelo, l’indice più ampio S&P 500 vive il suo peggior novembre dal 2008, segno che la debolezza non riguarda solo il tech. 
Un’ulteriore conferma del malessere di mercato viene da MarketWatch, che sottolinea come su 84 grandi titoli tecnologici analizzati, ben 63 abbiano chiuso novembre in perdita: un chiaro segnale di un’ondata di vendite su tech e AI.

Come i giornali americani descrivono la situazione

Wall Street Journal interpreta i movimenti come un riflesso delle paure macroeconomiche: inflazione persistente, incertezza su tassi e la fragilità di alcune valutazioni tech già elevate.
Reuters evidenzia come le speranze su un taglio dei tassi — rinfocolate dalle dichiarazioni “dovish” della Fed — abbiano dato un po’ di respiro, ma non hanno cambiato la pressione complessiva sul mercato.
MarketWatch e altre piattaforme specializzate descrivono novembre come un mese di “risvegli dolorosi” per i titoli legati all’IA e un promemoria che le valutazioni elevate comportano rischi reali quando cambia il sentiment. 

Il “miglior” scenario per molti investitori sembrava essere: espansione tech guidata dall’IA, con supporto monetario della Fed. Novembre 2025 ha dimostrato i limiti di quella dinamica. Il mercato tech è più fragile di quanto appaia, quando i tassi diventano una variabile, le valutazioni alte vengono rimesse in discussione. La dipendenza da pochi titoli (i “big tech”) rende gli indici vulnerabili: se le performance si concentrano su pochi nomi, la dispersione aumenta e la volatilità torna. Il contesto macroeconomico (inflazione, tassi, domanda globale) pesa più delle narrative sull’IA: in caso di deterioramento delle condizioni reali, anche i più promettenti megatrend possono vacillare.

Il messaggio che emerge è chiaro: la corsa all’innovazione e all’IA non cancella la regola d’oro dei mercati: alto rendimento potenziale = alto rischio. Novembre ha ricordato che i balzi speculativi possono amplificare i guadagni, ma anche le perdite, soprattutto quando i tassi e l’economia reale mutano.