Jp Morgan Asset Management – bond bulletin del 4 dicembre 2025 – il miglioramento dei fondamentali aumenta la redditività del debito sovrano emergente – a cura del team Global Fixed Income Currency Commodities Group Jpmam

team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management -

Il miglioramento dei fondamentali aumenta la redditività del debito sovrano emergente. Quest’anno il debito sovrano dei Mercati Emergenti in valuta forte ha conseguito solidi risultati. Il Bond Bulletin di questa settimana esamina i principali fattori alla base della performance e l’eventualità che possano persistere nel 2026.

Fondamentali
I fattori che hanno guidato la performance del debito sovrano dei Mercati Emergenti in valuta forte sono stati solidi quest’anno e manteniamo una visione positiva. Il contesto macroeconomico globale è ancora relativamente propenso ai Mercati Emergenti in quanto l’attività economica degli Stati Uniti rimane stabile, le condizioni congiunturali in Cina si sono stabilizzate, i mercati sembrano aver assorbito l’incertezza legata ai dazi e la Federal Reserve mantiene un orientamento generalmente accomodante con tagli graduali dei tassi. In questo contesto, ci aspettiamo che la crescita economica dei Mercati Emergenti sia superiore rispetto agli Stati Uniti. I fondamentali creditizi sottostanti nei paesi emergenti sono ancora solidi: da inizio anno le agenzie hanno alzato i rating in 23 casi, a fronte di 6 declassamenti. Anche i disavanzi di bilancio sono destinati a migliorare e il debito pubblico come percentuale del PIL dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile. In generale, i saldi delle partite correnti continueranno a essere modesti, mentre molti paesi emergenti che emettono titoli High Yield hanno rafforzato le riserve in valuta estera e ridotto i rischi di rifinanziamento. Molti paesi che fino a 9-12 mesi fa non avevano accesso al mercato, come Angola e Nigeria, sono recentemente tornati a operare sui mercati primari, con rendimenti al momento inferiori al 10%. È importante sottolineare che alcuni dei miglioramenti più significativi nei fondamentali in termini relativi si collocano nel segmento High Yield con rating più basso, in particolare Bolivia, Pakistan ed Egitto.

Valutazioni quantitative

Considerando la solidità dei fondamentali dei Mercati Emergenti e il contesto macroeconomico globale favorevole, non sorprende che nell’indice EMBI Global Diversified (EMBIGD) gli spread abbiano toccato i minimi storici. In termini relativi, gli spread dei titoli Investment Grade dell’EMBIGD, come quelli delle emissioni cilene o saudite, sono in linea o inferiori ai differenziali di rendimento delle obbligazioni societarie statunitensi con rating A e BBB. Al 25 novembre, i rendimenti totali dei titoli di Stato in valuta forte dei Mercati Emergenti (+13% da inizio anno) erano superiori a quelli dei Mercati Sviluppati. La performance è stata trainata sia dalla duration (grazie al calo dei rendimenti dei Treasury statunitensi) che dal restringimento degli spread. La duration è uno dei principali fattori per i rendimenti totali del segmento Investment Grade dei Mercati Emergenti, mentre gli spread di credito sono stati il principale fattore di rendimento nell’High Yield, soprattutto nei paesi con rating B e inferiore. Riteniamo meno probabile che il debito dei Mercati Emergenti possa conseguire anche nel 2026 una performance eccezionale come quella di quest’anno. Se gli spread creditizi dovessero continuare a restringersi e la duration ad essere favorevole, i rendimenti totali potrebbero aggirarsi attorno all’8 9% o superare di poco il 10%. Tuttavia questa ipotesi, che richiederebbe anche un recupero significativo dei titoli meno performanti con rating B e CCC, non rappresenta al momento il nostro scenario di base. In uno scenario ponderato per le probabilità, i titoli di Stato dei Mercati Emergenti potrebbero generare rendimenti totali del 6% circa, ammesso che le variazioni degli spread rimangano contenute e che i rendimenti derivino principalmente dal carry. Uno scenario più sfidante per il credito sovrano dei Mercati Emergenti sarebbe il timore o la presenza effettiva di una recessione negli Stati Uniti, ma al momento lo riteniamo improbabile. Inoltre, con fondamentali migliorati, le obbligazioni sovrane dei Mercati Emergenti potrebbero non necessariamente sottoperformare altri settori del credito, come l’High Yield statunitense, in questo scenario. Anche la recente volatilità potrebbe sostenere il debito dei Mercati Emergenti. Negli ultimi trimestri, i titoli Investment Grade e l’indice EMBI Global Diversified (debito dei Mercati Emergenti complessivo) sono stati meno volatili dei Treasury statunitensi, suggerendo che potrebbero migliorare la redditività senza aggiungere ulteriore volatilità del portafoglio.

Fattori tecnici

Dopo un volume significativo di emissioni sovrane lorde nel 2025, i fattori tecnici dei Mercati Emergenti appaiono solidi per il 2026. Nel prossimo anno ci aspettiamo un calo delle emissioni lorde intorno ai 200 miliardi di Dollari rispetto ai 250 miliardi del 2025, mentre i rimborsi del capitale e le cedole supereranno 160 miliardi di Dollari, rendendo gestibile l’ammontare netto delle emissioni di debito sovrano dei Mercati Emergenti in valuta forte. Quest’anno gli afflussi di capitale nel segmento del debito sovrano sono aumentati, anche se sono stati inferiori a quelli confluiti nelle obbligazioni sovrane dei Mercati Emergenti in valuta locale. Ci aspettiamo che nel 2026 la situazione non cambi. Gli investitori dovranno gestire i fattori tecnici nei periodi di emissione ad alto volume, come l’inizio dell’anno o nel caso in cui l’emissione del debito dei Mercati Emergenti dovesse coincidere con ingenti collocamenti nei Mercati Sviluppati. Tuttavia, il contesto generale di domanda e offerta di titoli di Stato dei Mercati Emergenti sostiene la nostra tesi di investimento.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Nel complesso rimaniamo costruttivi sul debito dei Mercati Emergenti per il 2026, ma sarà di fondamentale importanza la selezione dei titoli di Paesi con prospettive di crescita ed essere prudenti sui titoli di Stato che hanno già espresso il loro potenziale o che fanno presagire un indebolimento nei fondamentali. Il quadro fondamentale è solido, i fattori tecnici sono favorevoli e le valutazioni compresse, lasciando poco margine di errore. Riteniamo opportuno restare investiti, mantenendo un budget di rischio prudente e gestendo i portafogli attivi focalizzandosi maggiormente sull’esposizione complessiva al rischio sistemico dei Mercati Emergenti.