Giorgetti e i crediti edilizi. I vantaggi della riclassificazione
La loro riclassificazione ha alleggerito il deficit del 2024 e facilita la legge di bilancio
Tratto da www.inpiu.net di Giampaolo Galli 05/09/2023
Il ministro Giorgetti ha ragione di lamentarsi dei crediti edilizi: poco utili per la transizione energetica in relazione all’onere che stanno comportando per i conti pubblici. E tuttavia, Giorgetti dovrebbe accendere un piccolo cero a questi crediti, perché, a seguito della loro riclassificazione operata da Eurostat/Istat nel marzo scorso, si è potuta realizzare un’operazione contabile di notevole importanza e di cui pochi sembrano essere consapevoli.Nel Def in apparenza non è cambiato nulla, in realtà è cambiato tutto. Un po’ gattopardescamente, senza che nessuno se ne accorgesse o se ne lamentasse, un aggiustamento biennale del saldo primario che nella Nadef era programmato in circa 34 miliardi (1,7% del Pil) si è ridotto a 10 miliardi (0,5%). Il che dovrebbe facilitare – e molto – la definizione della legge di bilancio. Naturalmente le riclassificazioni non hanno alcun effetto sulla cassa e sul debito pubblico, ma il minor aggiustamento del saldo primario è un’eredità che rimane e che impatta su tutti i saldi rilevanti. Ecco perché, ancora una volta, ha ragione Giorgetti a dire che ci vuole molta prudenza. Davvero tanta!

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