ASSIREVI: “L’inserimento della “true and fair presentation” nella rendicontazione di sostenibilità è prematuro e rischioso”
«Prospettare oggi che il sistema di standard costituito dagli ESRS possa condurre a una rappresentazione veritiera e corretta in materia di sostenibilità è prematuro. Nel reporting finanziario il concetto è consolidato, ma nella sostenibilità il sistema deve ancora stabilizzarsi. Al momento non vi sono ancora le condizioni per potersi esprimere in termini di “true and fair presentation”.
Durante l’evento “I Nuovi Standard di Sostenibilità” organizzato stamane a Milano dall’OIC, l’Organismo Italiano di Contabilità, il Presidente di ASSIREVI Gianmario Crescentino ha indicato una serie di criticità in merito alle bozze dei nuovi European Sustainability Reporting Standard (ESRS) pubblicate dall’EFRAG e oggetto di una consultazione pubblica fino al 29 settembre. Una volta revisionati, gli ESRS verranno inviati alla Commissione Europea per la formulazione di nuovi atti delegati in applicazione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).
Il Presidente di ASSIREVI ha sottolineato l’incompatibilità tra un concetto univoco di rappresentazione veritiera e corretta e la natura multi-stakeholder della rendicontazione di sostenibilità: «a differenza della rendicontazione contabile, nella sostenibilità le esigenze informative di investitori, comunità e altri stakeholder non sono allineate. Definire a priori che cosa sia veritiero e corretto per tutti è impraticabile. Si rischiano contenziosi, incertezze e un effetto opposto alla semplificazione”.
Sul piano tecnico, Crescentino ha criticato anche l’idea che il ricorso al concetto di “fair presentation” possa consentire di disapplicare in modo estensivo requisiti specifici degli standard che possono ostacolare una rappresentazione veritiera e corretta, dovendo tale facoltà essere necessariamente circoscritta a casi eccezionali. «Presentare la disapplicazione come leva di semplificazione è fuorviante perché si trasferiscono su amministratori, sindaci e revisori gli oneri di una semplificazione che i nuovi standard non hanno saputo realizzare, aumentando i rischi di tutti gli attori della filiera sotto il profilo delle loro rispettive responsabilità».

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