GraniteShares: “Perché il divieto tecnologico cinese sui chip NVIDIA è più importante di quanto si creda”
Nell’economia globale odierna, l’accesso alla tecnologia spesso determina il potere economico. La recente mossa della Cina di impedire ai propri giganti tecnologici di acquistare i chip di NVIDIA per l’intelligenza artificiale rappresenta molto più di una semplice controversia commerciale. Segna un cambiamento fondamentale nel modo in cui le nazioni vedono l’indipendenza tecnologica.
La spiegazione del divieto
L’Amministrazione cinese per il cyberspazio ha recentemente ordinato alle principali aziende tecnologiche nazionali, tra cui ByteDance e Alibaba, di sospendere gli acquisti dei chip di NVIDIA e di annullare gli ordini esistenti. La direttiva riguarda in particolare i chip RTX Pro 6000D, che diverse aziende avevano previsto di ordinare in quantità consistenti. Questa restrizione si estende oltre i precedenti limiti che riguardavano principalmente i prodotti NVIDIA di generazioni precedenti destinati al mercato cinese.
Ciò che rende la decisione particolarmente significativa è la convinzione che dimostra. Le autorità cinesi sembrano ritenere che i propri produttori nazionali di chip AI, come Huawei e Cambricon, siano in grado di realizzare processori con prestazioni paragonabili a quelli NVIDIA specifici per la Cina. Questa valutazione riflette una scommessa strategica sull’autosufficienza tecnologica che potrebbe ridefinire il funzionamento dei mercati tecnologici globali.
L’impatto sulle aziende tecnologiche cinesi precedentemente rifornite da NVIDIA
Le principali aziende tecnologiche cinesi su cui NVIDIA faceva affidamento in precedenza includono ByteDance, Alibaba e Tencent. Queste aziende hanno ricevuto l’ordine di interrompere i test sui chip NVIDIA, annullare gli ordini esistenti e sospendere gli acquisti futuri. Il rapporto tra le aziende tecnologiche cinesi e NVIDIA è stato complesso per anni, ma questa direttiva segna un chiaro punto di rottura.
Il CEO di NVIDIA, Jensen Huang, ha espresso disappunto per la situazione, sottolineando che la sua azienda ha “contribuito al mercato cinese più della maggior parte dei paesi”. Le sue osservazioni evidenziano la frustrazione delle aziende tecnologiche intrappolate tra interessi nazionali contrastanti. Huang ha già invitato gli analisti a non includere la Cina nelle previsioni finanziarie, indicando serie preoccupazioni per il futuro accesso al mercato.
Le restrizioni sui chip AI introdotte dalla Cina
Le restrizioni implementate dalla Cina prendono di mira specifici prodotti NVIDIA progettati per essere conformi ai precedenti controlli sulle esportazioni. Gli esperti ritengono che le restrizioni sui chip AI emanate dalla Cina ridisegneranno le catene di approvvigionamento globali e accelereranno l’innovazione interna. La tempistica coincide con le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina, con il presidente della Camera dei Rappresentanti repubblicano Mike Johnson che ha recentemente definito la Cina un “avversario” degli Stati Uniti.
Entrambe le nazioni considerano sempre più alcune tecnologie troppo critiche per la sicurezza nazionale per rimanere soggette solo alle forze di mercato. L’industria dei semiconduttori è diventata il punto di partenza di questa più ampia competizione, con implicazioni che vanno ben oltre i produttori di chip stessi.
Le ricadute per gli investitori
Per gli investitori, questa situazione crea sia sfide che opportunità. Le aziende del settore tecnologico devono ora sviluppare strategie che tengano conto di un mondo in cui la diversificazione geografica diventa meno importante per accedere ai mercati in crescita e più importante per gestire il rischio normativo.
“Piuttosto che una singola corsa globale con vincitori chiari – commenta Gianmarco Roncarolo, Sales Director Italy di GraniteShares, potremmo assistere a percorsi di innovazione paralleli che servono mercati diversi con approcci tecnologici diversi. Ciò potrebbe creare nuove opportunità di investimento in aziende posizionate per navigare in questo panorama sempre più complesso.
Riteniamo che il divieto imposto dalla Cina a NVIDIA rappresenti un cambiamento significativo nella politica tecnologica globale che gli investitori dovrebbero monitorare attentamente. Coloro che comprendono le implicazioni strategiche di questi cambiamenti saranno in una posizione migliore per identificare sia i rischi che le opportunità in un panorama tecnologico in evoluzione.”

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