Institutional Investor Indicators di State Street – Rimanere positivi fino alla fine dell’estate
Lo State Street Risk Appetite Index è rimasto in territorio positivo ad agosto, proseguendo una serie di quattro mesi consecutivi di sentiment favorevole, con gli investitori che hanno mantenuto la calma in un mese potenzialmente ricco di rischi legati ai titoli di prima pagina. Gli indicatori di State Street Holdings mostrano che le allocazioni azionarie degli investitori di lungo periodo continuano a scendere rispetto ai massimi raggiunti dopo la crisi finanziaria globale all’inizio dell’anno. Tuttavia, ad agosto, il bilancio dei comportamenti è stato piuttosto costruttivo e questi piccoli aggiustamenti non contrastano in modo significativo il più ampio orientamento verso l’assunzione di rischio.
Timothy Graf, Head of EMEA Macro Strategy, State Street Markets: Nonostante le crescenti sfide all’indipendenza della banca centrale statunitense e un rinnovato focus sulle politiche fiscali sovrane, le nostre misure generali di propensione al rischio hanno continuato a mostrare resilienza e positività nel corso di agosto. I mercati azionari hanno segnato nuovi massimi storici poco prima della fine del mese e gli indicatori di volatilità continuano a calare. Gli investitori possono ringraziare la solida stagione degli utili del secondo trimestre, in particolare per il settore tecnologico, e una modesta svolta dovish nella comunicazione della Fed per questi catalizzatori positivi. Nel mese, il peso delle azioni, l’asset class più rischiosa, è leggermente calato a favore di liquidità e obbligazioni. Tuttavia, si tratta di un aggiustamento modesto in un contesto ancora fortemente sovrappesato, non sufficiente a invertire il messaggio di ricerca di rischio che emerge dal complesso più ampio degli indicatori di flussi istituzionali. In effetti, non osserviamo un orientamento avverso al rischio dal mese di maggio.
Guardando più in profondità, le vendite di dollari restano un pilastro favorevole al rischio nei nostri flussi, ma le posizioni in USD mostrano ora un sottopeso marcato che sarà da tenere in considerazione nei prossimi mesi. Il messaggio che proviene dai movimenti delle valute non è interamente positivo: gli acquisti di valute rifugio a basso rendimento, come euro e franco svizzero, sono rimasti sostenuti. Tuttavia, si è osservato anche un incremento negli acquisti di valute più rischiose legate alle materie prime, come il dollaro canadese, a complemento delle vendite di dollari USA. Nei mercati azionari, gli Stati Uniti restano il sovrappeso più consistente a livello di singolo Paese, ma agosto ha registrato un ulteriore aumento dell’interesse verso le azioni dei mercati emergenti più rischiosi e una lieve riduzione del sovrappeso sugli Stati Uniti. I flussi verso le azioni cinesi sono stati particolarmente forti, confermando un crescente interesse per l’Asia in questo mese, così come per i mercati emergenti rispetto a quelli sviluppati in generale. Infine, la domanda di Treasury statunitensi resta debole, così come l’appetito complessivo per la duration.
Le istituzioni continuano inoltre a ridurre parte dei flussi confluiti nelle azioni europee all’inizio dell’anno e le posizioni sull’azionario europeo sono ora tornate in sottopeso. Questo non si è riflesso sull’euro, dove la domanda resta sostenuta, così come per la maggior parte delle valute non denominate in dollari USA. Anche un indebolimento dei flussi verso i titoli di Stato europei, presumibilmente dovuto alle notizie sull’instabilità politica nei principali mercati dell’area, non ha avuto effetti sulla valuta. Tuttavia, il sovrappeso sull’euro è ormai piuttosto esteso e questo consenso rappresenta un rischio da considerare in futuro.
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