Julian Marx – FVS – Politica monetaria della Fed, tra mercato del lavoro in rallentamento e pressione inflazionistica

Julian Marx, Research Analyst Flossbach von Storch SE -

Dal dicembre 2024, i tassi d’interesse sono rimasti invariati, ma questa pausa è giunta al termine. In risposta ai crescenti rischi al ribasso nel mercato del lavoro, la Fed ha tagliato i tassi d’interesse di riferimento di 25 punti base, portandoli a un nuovo intervallo compreso tra il 4,0 e il 4,25%. La banca centrale ha inoltre segnalato la possibilità di ulteriori tagli nei prossimi mesi.

I segnali di rallentamento nel mercato del lavoro

Secondo gli ultimi dati, il mercato del lavoro statunitense mostra un chiaro rallentamento. La crescita media mensile dell’occupazione è scesa a soli 27.000 posti tra maggio e agosto, un forte calo rispetto ai 110.000 dell’anno precedente e ai 123.000 dei primi quattro mesi del 2025. Questo declino è in parte attribuibile alla restrizione della politica sull’immigrazione: il Pew Research Center, un istituto di ricerca statunitense, ha stimato che tra gennaio e giugno 2025 la popolazione immigrata negli Stati Uniti sia diminuita di circa un milione di persone, attestandosi a poco meno di 52 milioni. Nonostante la minore offerta di manodopera, il tasso di disoccupazione tra i lavoratori americani autoctoni ha mostrato un trend leggermente negativo, sollevando ulteriori preoccupazioni.

Nel mercato del lavoro statunitense sono emersi i primi segnali di rallentamento, con il tasso di disoccupazione tra i cittadini nati negli USA che ad agosto 2025 ha raggiunto il 4,6%, il livello più alto da agosto 2017. Nonostante i rischi per l’economia, la Fed ha rivisto al rialzo le sue proiezioni di crescita per il quarto trimestre. L’incertezza tuttavia persiste, soprattutto a causa delle tensioni commerciali. L’indagine dell’Università del Michigan ha rivelato che circa il 60% dei consumatori ha manifestato preoccupazioni per l’impatto dei dazi, sentendone l’effetto sui prezzi.

Politica monetaria: l’allentamento si scontra con i prezzi

Da una prospettiva di economia reale, sarebbe del tutto ragionevole sostenere un ulteriore allentamento monetario e altri tagli dei tassi nei prossimi meeting. Lo indicano anche le proiezioni della Fed, che in media prevedono due ulteriori tagli di 25 punti base ciascuno per quest’anno. Tuttavia, con il suo doppio mandato di stabilità dei prezzi e piena occupazione, la banca centrale deve compiere un delicato atto di bilanciamento. La difficoltà risiede nel fatto che i rischi al ribasso nel mercato del lavoro sono quasi speculari ai rischi al rialzo sui prezzi al consumo. Le stime della Fed suggeriscono che l’inflazione statunitense potrebbe raggiungere il 3,0% nell’ultimo trimestre dell’anno, notevolmente al di sopra dell’obiettivo del 2%. Finché permarrà l’incertezza sul fatto che la pressione inflazionistica causata dai dazi sia solo un fenomeno temporaneo, la Fed manterrà probabilmente un approccio prudente e misurato all’allentamento monetario.

Nonostante i tentativi del presidente Trump di influenzare la politica monetaria della Fed, l’indipendenza della banca centrale sembra salda. L’azione della corte d’appello ha ripristinato la governatrice Lisa Cook nel suo ruolo, e anche il governatore Christopher Waller, noto sostenitore di un allentamento monetario anticipato, ha ora assunto una posizione più cauta. Inoltre, la nomina del consigliere economico di Trump, Stephen Miran, non dovrebbe alterare gli equilibri, dato che il suo voto ha un peso pari a quello degli altri membri del comitato.

Conclusioni

I recenti segnali di difficoltà nel mercato del lavoro statunitense hanno spinto la Fed a riprendere il percorso dei tagli ai tassi. Un livello di occupazione complessiva sostanzialmente stagnante e la persistente incertezza tra molti consumatori potrebbero rendere necessari ulteriori cambiamenti. Nelle loro proiezioni, i funzionari della Fed hanno confermato l’attuale aspettativa del mercato secondo cui i due restanti meeting di quest’anno potrebbero portare ciascuno a un ulteriore taglio dei tassi. Una delle principali incertezze rimane la futura traiettoria dei prezzi al consumo. Con un’inflazione che si prevede si aggiri intorno al tre per cento nel breve termine, i potenziali rischi al rialzo non possono essere ignorati e, a loro volta, possono offuscare le prospettive future per il percorso dei tassi d’interesse.