State Street Markets: Il clima “risk-on” continua, ma con un chiaro spostamento dall’Europa ai mercati emergenti

esperti di State Street Markets. -

Anche se esistono numerosi “rischi noti ma incerti” che potrebbero destabilizzare i mercati finanziari, gli investitori hanno ancora una volta ignorato tali incertezze, dando vita a un’altra straordinaria fase rialzista a settembre. Le azioni globali sono salite del 3,5% lo scorso mese mentre i mercati emergenti hanno registrato un balzo del 6,9%. Si sono inoltre osservati rendimenti moderati nei segmenti obbligazionari a più alto beta, tra cui il credito statunitense e i titoli sovrani dei mercati emergenti. Tuttavia, nonostante le ottime performance di queste asset class, gli investitori non stanno vendendo, poiché i flussi “risk-on” continuano a sostenere il mercato, anche a fronte di posizioni già molto estese in alcuni segmenti.

Le preoccupazioni fiscali in Europa, l’incertezza politica in Giappone, la mancanza di stimoli in Cina insieme a un’ampia serie di fattori negli Stati Uniti, a partire dalle continue notizie sui dazi imposti dall’amministrazione Trump, dai primi segnali di un’accelerazione dell’inflazione aggregata e dall’ultimo shutdown del governo americano, rappresentano le principali incognite con cui entriamo nel quarto trimestre. La buona notizia è che, storicamente, il quarto trimestre è il migliore dell’anno, con una probabilità del 70% di chiudere in territorio positivo. La domanda ora è come dovrebbero posizionarsi gli investitori lungo lo spettro del rischio, mentre analizziamo questi fattori nel corso del mese.

Come risultato dei flussi in entrata persistenti, il nostro modello di allocazione tattica ha ulteriormente accentuato la sua inclinazione pro-azionaria. Abbiamo apportato solo lievi modifiche, la più significativa delle quali è rappresentata dalla nostra preferenza per i mercati emergenti rispetto all’Europa: questo mese abbiamo deciso di assumere una posizione sovrappesata su tutti gli asset EM (azioni, obbligazioni sovrane e valute), mantenendo invece un approccio prudente nei confronti dell’intera area europea. I tagli alle stime sugli utili, uniti all’incertezza fiscale, espongono la regione a rischi crescenti. Ci aspettiamo che l’euro estenda le sue perdite, mentre i Bund dovrebbero risentire delle vendite su OAT e Gilt, con questi ultimi destinati a sottoperformare a causa delle preoccupazioni legate al bilancio. Abbiamo accompagnato questi downgrade con un upgrade sui BTP, data la limitata propagazione degli effetti negativi, e abbiamo scelto di puntare sul rendimento aggiuntivo (“carry”) insieme a una posizione relativa lunga su high yield USA e corta su investment grade.

Infine, la nostra posizione sovrappesata sulle azioni statunitensi rimane invariata, ma abbiamo riportato i Treasury USA a un giudizio neutrale, poiché i rendimenti tendono a scendere all’inizio di un ciclo di tagli dei tassi, pur riconoscendo che il premio a termine resta ancora troppo basso rispetto ai livelli storici.

Europa – posizione core sottopeso

Le azioni europee rappresentano la principale posizione sottopeso nel nostro portafoglio regionale quest’anno, principalmente perché lo scenario degli utili resta ancora debole. L’Europa ha beneficiato di un breve periodo di ottimismo all’inizio dell’anno, quando sia gli analisti sia gli investitori istituzionali avevano mostrato entusiasmo per la regione. Purtroppo, la speranza di una ripresa degli utili europei si è rivelata di breve durata. Gli analisti prevedono una contrazione degli utili per l’intero 2025 sin dalla stagione delle trimestrali del primo trimestre. È stato allora che gli investitori istituzionali sono passati dagli acquisti alle vendite nella regione. I flussi giornalieri non mostrano alcun segnale di miglioramento dell’appetito per le azioni europee, nonostante la recente sottoperformance abbia ampliato lo sconto valutativo; al contrario, gli investitori istituzionali stanno aumentando una posizione sottopeso già considerevole.