Crypto: “rumore nel breve periodo, ma è solo una correzione in un bull market”

André Dragosch, Head of Research di Bitwise per l’Europa -

La scorsa settimana, gli asset cripto hanno continuato a mostrare performance inferiori a causa del calo dell’appetito per il rischio su tutte le classi di attivi e delle prese di profitto da parte degli investitori di lungo periodo. Anche la performance da inizio anno di Bitcoin è ufficialmente diventata negativa, un segnale accolto sfavorevolmente dal mercato, soprattutto se consideriamo che in passato, negli anni successivi all’Halving non si era mai registrata una performance negativa per Bitcoin.

Uno dei principali fattori di pressione sembra essere proprio la prosecuzione delle prese di profitto da parte dei detentori di lungo periodo, definiti come coloro che mantengono l’investimento per oltre 155 giorni. Questi investitori hanno continuato nel corso delle ultime settimane a vendere, circa 186.000 bitcoin nel solo mese di novembre.

Il sentiment complessivo del mercato è stato inoltre penalizzato da voci di corridoio, secondo cui, la Strategy Inc. (MSTR) di Michael Saylor avrebbe iniziato a vendere bitcoin. Tuttavia, tali movimentazioni on-chain sembrano essere legate a riorganizzazioni interne dei wallet, e non a vendite effettive da parte della società. Al contrario, Saylor ha dichiarato pubblicamente che MSTR ha acquistato un numero di bitcoin significativamente superiore rispetto alle settimane precedenti.

Parallelamente, molti indicatori di sentiment continuano a registrare una forte impostazione ribassista, suggerendo però rischi di ribasso limitati. Il Crypto Fear & Greed Index pubblicato da alternative.me, ad esempio, ha raggiunto in questi giorni il livello 10 (“paura estrema”) per la prima volta dal febbraio 2025, segnalando un diffuso pessimismo tra gli investitori. Per tutto il mese di novembre, l’indice è rimasto stabilmente in territorio di “paura”. L’attuale livello dell’indice è già paragonabile a quello osservato in occasione di eventi come l’insolvenza di FTX nel novembre 2022 o il crollo causato dal Covid nel marzo 2020, indicando una condizione di pessimismo eccessivo. È importante però sottolineare che il Crypto Fear & Greed Index rappresenta un indicatore contrarian: letture molto basse, inferiori a 20, hanno costantemente anticipato rendimenti futuri positivi e superiori alla media, come evidenziato da diverse analisi. Inoltre, il nostro indicatore proprietario di sentiment sui cryptoasset continua a mostrare un orientamento ribassista, pur evidenziando una cosiddetta “divergenza rialzista”. Questo fenomeno indica che alcune metriche di sentiment stanno diminuendo meno rapidamente nonostante il calo dei prezzi, suggerendo un progressivo esaurimento della pressione di vendita in varie aree del mercato.

In linea generale, riteniamo che i timori di un picco ciclico siano eccessivi. La crescita della liquidità globale continua ad ampliarsi grazie agli aggressivi tagli dei tassi da parte delle principali banche centrali, un fattore che tende ad anticipare di circa 6-9 mesi sia il ciclo economico globale sia l’appetito per il rischio associato a bitcoin. Inoltre, il deficit di offerta indotto dall’Halving ha perso centralità rispetto alla domanda istituzionale proveniente da società di tesoreria internazionali e dagli ETP, motivo per cui l’andamento della performance di questo ciclo difficilmente ricalcherà quello dei cicli precedenti. A ciò si aggiunge che le valutazioni di bitcoin non hanno mostrato eccessi in questa fase e non abbiamo ancora osservato un vero e proprio “blow-off top”; al contrario, le attuali metriche indicano una sottovalutazione dell’asset.

Per queste ragioni continuiamo a considerare l’attuale contesto di mercato come un’opportunità per aumentare, e non ridurre, l’esposizione a bitcoin e agli altri principali cryptoasset. A nostro avviso, il ribasso in corso appare più come una correzione all’interno di un mercato rialzista che come l’inizio di una fase ribassista strutturale.