Il governo impugna la legge della Regione Toscana sugli affitti brevi, che introduceva limitazioni alle locazioni turistiche

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Il governo ha impugnato la legge della Regione Toscana sugli affitti brevi. Il Consiglio dei Ministri ha deliberato di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la normativa toscana che consente ai Comuni ad alta densità turistica di introdurre limitazioni alle locazioni turistiche brevi. Secondo l’esecutivo, tali disposizioni violerebbero la libertà d’impresa e sarebbero in contrasto con la normativa statale ed europea, risultando quindi incostituzionali.

La legge regionale, approvata a fine 2024, prevedeva la possibilità per i Comuni di:

  • vietare gli affitti brevi in determinate zone o periodi dell’anno;

  • limitare il numero massimo di giorni in cui un’abitazione può essere affittata a scopo turistico;

  • richiedere specifiche autorizzazioni per l’affitto turistico nei Comuni a rischio saturazione;

  • imporre un regime imprenditoriale obbligatorio per attività extra-alberghiere come B&B e case vacanza;

  • stabilire un vincolo di destinazione d’uso turistico-ricettiva per avviare tali attività.

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha espresso sorpresa per la decisione del governo, definendola una “scelta clamorosa” e sottolineando che la legge regionale era stata concepita con “buonsenso” e attraverso la concertazione con le categorie economiche.

D’altro canto, esponenti del governo e di alcune forze politiche hanno accolto positivamente l’impugnazione, ritenendo la legge toscana una fuga in avanti rispetto alle competenze regionali e una limitazione indebita della libertà d’impresa. La questione sarà ora sottoposta al giudizio della Corte Costituzionale, che dovrà esprimersi sulla legittimità delle disposizioni contenute nella legge regionale toscana.