L’incertezza rimane elevata

-

Negli Stati Uniti continua la divergenza tra gli indicatori della fiducia e i dati sulla crescita. Il sentiment dei consumatori, come rilevato dall’indicatore dell’Università del Michigan, ha registrato un calo significativo ad aprile. D’altro canto, i dati sulla crescita indicano un’attività economica resiliente e un mercato del lavoro solido, che sfidano i tagli ai posti di lavoro effettuati finora dal Dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE) del governo federale degli Stati Uniti. Anche gli indici dei responsabili degli acquisti si mantengono relativamente stabili. L’attività nel settore manifatturiero è stata leggermente più debole, mentre i servizi hanno registrato un moderato aumento. Tuttavia, gli effetti economici dei dazi e della maggiore incertezza dovrebbero diventare visibili nei dati solo dopo un periodo di tempo più lungo. In previsione dell’impatto economico dei dazi di Trump, abbiamo rivisto al ribasso le nostre previsioni di crescita per gli Stati Uniti per il 2025 dal 2,2% all’1,3%.

I dati economici dell’Eurozona hanno recentemente registrato un nuovo indebolimento, dopo la ripresa di marzo dovuta all’annuncio del pacchetto di stimolo fiscale tedesco. L’aumento dell’incertezza nel commercio mondiale ci ha indotto a rivedere al ribasso le nostre previsioni di crescita per l’Eurozona per il 2025 dall’1% allo 0,8%. Il significativo apprezzamento dell’euro a seguito della vendita di asset statunitensi potrebbe rivelarsi un ulteriore ostacolo per l’Eurozona orientata alle esportazioni, la cui crescita nel primo trimestre ha beneficiato di una valuta relativamente debole. D’altro canto, un euro più forte contribuirà a far avvicinare più rapidamente l’inflazione nell’Eurozona all’obiettivo della BCE, consentendo alla banca centrale di ridurre ulteriormente i tassi di interesse nelle prossime riunioni.

Alla luce del rallentamento dell’economia nel Regno Unito, la Banca d’Inghilterra dovrebbe tagliare il tasso di interesse di riferimento con cadenza trimestrale. La crescita svizzera dovrebbe risentire dell’apprezzamento del franco. Nel frattempo, la forza del franco ha alimentato speculazioni circa un possibile ritorno della Banca Nazionale Svizzera a una politica di tassi negativi nella seconda metà dell’anno. Riteniamo che una tale mossa sia improbabile al momento, ma prevediamo che la Banca Nazionale Svizzera abbasserà i tassi allo 0% a giugno.

L’inflazione in Giappone è stata superiore alle attese a marzo e, dato che le trattative salariali primaverili hanno portato ad aumenti salariali medi superiori al 5%, si ritiene scontato che la Banca del Giappone procederà ad un ulteriore aumento del tasso di interesse di riferimento. Tuttavia, alla luce dell’elevata incertezza macroeconomica globale, è probabile che tale aumento sarà rinviato ancora per qualche tempo. Il calo degli indici dei responsabili degli acquisti cinesi ad aprile suggerisce che i dazi USA stanno già avendo un impatto sull’economia interna, sebbene numerosi prodotti quali computer, smartphone e semiconduttori siano stati esentati dai dazi.

Considerato il contributo significativo delle esportazioni nette alla crescita nel primo trimestre, sarà necessario un maggiore sostegno fiscale per attenuare l’impatto economico sull’economia cinese. Non sorprende quindi che la Cina abbia nuovamente tagliato i tassi di interesse in vista dei negoziati con gli Stati Uniti, al fine di sostenere la domanda interna.

Obbligazioni – Aumento dei premi per il rischio a più lungo termine

L’impatto dei dazi di Trump è stato leggermente meno evidente negli investimenti a reddito fisso rispetto ai tassi di cambio. Tuttavia, i tassi di interesse reali a lungo termine hanno registrato un forte aumento, poiché i mercati hanno interpretato i dazi reciproci e la loro giustificazione arbitraria come un segno della mancanza di coerenza politica della Casa Bianca. Gli ultimi sviluppi indicano che sono stati principalmente gli investitori esteri non governativi a contribuire alla vendita massiccia di obbligazioni statunitensi all’inizio di aprile. I titoli con scadenze più lunghe hanno registrato un forte aumento dei tassi di interesse, riflettendo principalmente l’aumento dei premi per il rischio, con un conseguente accentuarsi della curva dei rendimenti del dollaro.

Prevediamo che questa tendenza proseguirà e si intensificherà ulteriormente una volta che la Fed avrà tagliato i tassi nel terzo trimestre. Preferiamo quindi le scadenze intermedie, che sono ben posizionate per beneficiare di un rallentamento della crescita. In un contesto di crescente incertezza macroeconomica, gli spread creditizi statunitensi si sono ampliati in aprile, ma recentemente sono scesi leggermente al di sotto della media a lungo termine. Nel complesso, nel reddito fisso, manteniamo la nostra valutazione neutrale sul credito.

Azioni – Una notevole ripresa dai minimi

All’inizio di aprile, i mercati azionari globali hanno registrato una forte correzione, con l’indice S&P 500 che è sceso sotto quota 5.000 nei giorni successivi all’annuncio dei dazi. Gli altri indici globali hanno seguito l’andamento dei mercati azionari statunitensi. Tuttavia, le azioni hanno rapidamente recuperato terreno dopo l’annuncio da parte di Trump di una sospensione dei dazi per 90 giorni.

Nel frattempo, le azioni hanno quasi recuperato le perdite subite all’inizio di aprile. Di conseguenza, le valutazioni statunitensi rimangono elevate e non scontano un rallentamento significativo della crescita, il che a nostro avviso giustifica un atteggiamento cauto. A causa dell’imminente rallentamento della crescita, è probabile che nei prossimi mesi le revisioni degli utili rimangano negative. Ciò dovrebbe pesare sui mercati azionari, in particolare negli Stati Uniti.

Asset allocation – Posizionamento prudente

Poiché il sentiment degli investitori è ancora molto negativo, il potenziale di ribasso dei mercati azionari appare limitato nel breve termine. Se ci saranno sorprese positive, le azioni potrebbero salire ulteriormente. Sebbene il governo statunitense stia attualmente cercando di attenuare la guerra commerciale, il rischio di una recessione nella seconda metà dell’anno appare elevato a causa dei danni già causati. È quindi discutibile quanto durerà l’attuale rally del mercato ribassista.