GAM: nel 2026 potremmo vedere una prima ripresa di LVMH

Flavio Cereda, Investment Director Luxury Brands di GAM -

LVMH non è più la società con la maggiore capitalizzazione di mercato del settore del lusso ora superata da Hermes, ma rimane comunque il punto di riferimento e un attore di grande rilievo, grazie alla sua presenza in diverse aree merceologiche. L’analisi dei dati, delle tendenze e dei commenti di LVMH è sempre di aiuto per valutare lo slancio del settore del lusso.

I ricavi del gruppo al 30 giugno 2025 sono diminuiti del 3% a livello organico, mentre l’EBIT ha registrato un calo del 15% a causa della contrazione del margine lordo del 7% i dati sono quindi negativi, ma erano attesi.

Dobbiamo concentrarci sulla divisione Moda e Pelletteria (FLG), poiché è questa che determina la performance. La quota della divisione FLG sull’EBIT del Gruppo è scesa dal 75,6% al 73,6%, ma rimane dominante. Le vendite in questo settore sono diminuite dell’8% includendo l’effetto cambio (è la prima volta da decenni che si registra un calo per due trimestri consecutivi, cosa mai vista neanche durante la crisi finanziaria globale del 2008-2009).

I ricavi sono stati del -5% nel primo trimestre e del -9% nel secondo trimestre, come previsto, ma comunque chiaramente negativi, riteniamo che ci vorranno ancora alcuni mesi per tornare alla crescita, ma molto probabilmente questo è il punto più basso. I cluster europei e americani sono sostanzialmente stabili, mentre l’Asia rimane debole.

Louis Vuitton ha siti produttivi negli Stati Uniti che contribuiranno a mitigare l’impatto dei dazi, ma è necessario migliorare la qualità dei manufatti, che secondo alcune segnalazioni sarebbe scadente.

Con i clienti Americani ed Europei abbastanza piatti nel semestre, e la Cina ancora negativa sebbene in miglioramento, i dati sono stati significativamente influenzati dal Giappone, che nel 2024 ha beneficiato di uno yen debole e di un considerevole afflusso di turisti cinesi. Tale situazione si è quasi completamente invertita, con un calo dell’1% nel primo trimestre e un drastico calo del 28% nel secondo trimestre, che ha indubbiamente portato a un ritorno della spesa in Cina

Al fine di sintetizzare gli aspetti positivi e negativi di un primo semestre impegnativo, si evidenziano di seguito gli aspetti maggiormente critici, tra cui l’andamento attuale.

La divisione FLG è stata soggetta a una pressione significativa, con volumi e prezzi che risentono dei livelli eccessivamente elevati raggiunti nel periodo 2021-23. Di conseguenza, sì è riscontrato un eccesso di costi fissi con l’aggiunta di un’innovazione limitata. Detto ciò il calo di redditività del 18% nelle circostanze rientra nelle aspettative e ha permesso di limitare la diluzione del margine. Sarà necessario un periodo di tempo adeguato per invertire la tendenza in atto, in quanto la nuova realtà economica è caratterizzata da elementi distintivi rispetto al passato.

Il settore delle bevande è attualmente in fase di “riorganizzazione”. In caso di conferma delle ipotesi relative alla natura strutturale del calo della domanda, non sarà possibile tornare ai livelli precedenti e il settore potrebbe subire una battuta d’arresto.

Il settore della gioielleria, sebbene gli orologi rappresentino una quota marginale, è ancora in fase di sviluppo. Le aziende come Tiffany devono affrontare costi elevati, mentre Bulgari necessita di una ripresa nel mercato asiatico. Il gruppo LVMH ha registrato risultati inferiori alle aspettative, con una conseguente diminuzione della propria quota di mercato.

Tra gli aspetti positivi, si evidenzia la capacità finanziaria di LVMH, con la prospettiva di una graduale ripresa economica in Cina.

Il bilancio di LVMH presenta una solidità notevole, con un debito di soli 10 miliardi di euro, equivalente al 15% del patrimonio netto, e un flusso di cassa di 4 miliardi di euro, derivante nel semestre anche dalla riduzione delle spese, che ne garantisce la stabilità. Si osserva che il dividendo intermedio non ha subito riduzione.

Per quanto concerne il Lusso, LVMH rappresenta il proxy del settore: un’inversione di tendenza della Cina comporterebbe un rapido miglioramento delle performance. Il processo in esame, sebbene lento, sembra essere ormai in fase di avvio.

Conclusione

LVMH è stato il grande vincitore del periodo post-Covid, aumentando la propria quota di mercato globale dal 12% a quasi il 22% in soli tre anni (probabilmente ora è del 20-21%) ma questo risultato è stato ottenuto con una crescita dei volumi insostenibile e aumenti dei prezzi. Ora è necessario un periodo di assestamento e adeguamento. Pensiamo al 2026 per una graduale ripresa, che richiederà tempo.

Tuttavia, l’azienda dispone di notevoli capacità finanziarie e supererà bene la fase di crisi.

Il titolo ha subito un forte ribasso negli ultimi sei mesi ma pensiamo non sarà più così.