Candriam: come posizionare i portafogli in vista dei potenziali tagli della FED
Le azioni globali iniziano il mese di settembre sostenute dalle speranze di tagli dei tassi da parte della Fed in anticipo rispetto alle previsioni. La banca centrale statunitense si sta orientando verso una posizione più accomodante, aprendo la strada a tagli dei tassi già da settembre, e a un irripidimento rialzista della curva dei rendimenti. L’inflazione sembra destinata a raggiungere il 4% nel 2026, ma la Fed appare sempre più incline a ignorare queste pressioni sui prezzi, considerandole per lo più temporanee.
L’Eurozona mostra segnali di una ripresa modesta, che escludono una recessione, anche se non mancano diversi venti contrari. L’inflazione resta all’interno del target di riferimento della BCE, il che rafforza la logica alla base della decisione di mantenere invariati i tassi. Tuttavia, pur scegliendo di rimanere ferma, la BCE conserva la flessibilità necessaria per procedere a un taglio qualora le prospettive di crescita dovessero deteriorarsi ulteriormente.
Si prevede un aumento della volatilità a settembre, un mese di solito meno favorevole per gli investitori. Puntiamo a ridurre l’esposizione alle azioni statunitensi e rafforzare la protezione a un livello di volatilità contenuto. Abbiamo inoltre leggermente incrementato le nostre posizioni nel debito dei mercati emergenti, dato che la politica monetaria più accomodante degli Stati Uniti rappresenta un fattore di sostegno. Infine, abbiamo deciso di mantenere una posizione corta sugli OAT e lunga sui Bund come protezione dalla rinnovata instabilità politica francese.
Nel complesso, manteniamo un posizionamento bilanciato sulle azioni, con una leggera preferenza per le mid-cap negli Stati Uniti e in Germania, continuando a privilegiare temi resilienti come tecnologia, IA e industria europea. Nell’ambito del reddito fisso, rimaniamo costruttivi sulla duration europea “core”, pur avendola ridotta leggermente a fronte delle minori possibilità di un calo dei rendimenti a breve termine nella regione. Restiamo neutrali sui Treasury e preferiamo il credito Investment Grade europeo, con un’esposizione selettiva al debito dei mercati emergenti.
Restiamo sovrappesati sull’oro come copertura strategica contro i rischi geopolitici e la volatilità dei tassi reali. La domanda è sostenuta dagli acquisti delle banche centrali e dagli afflussi retail.

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