Commento preview BCE: Senza una ripresa dell’industria tedesca, i periferici non possano risollevare da soli l’economia dell’UE

Matthias Scheiber, Head of Multi-Asset Solutions di Allspring Global Investments -
Dopo sette tagli consecutivi e otto in totale durante questo ciclo, il Consiglio direttivo dovrebbe lasciare i tassi invariati quando si riunirà alla fine di questa settimana.
 
“Eventuali modifiche alle proiezioni della BCE saranno contenute e rientreranno nel margine di errore previsto. Sebbene i dati successivi all’ultima riunione siano stati in gran parte deflazionistici, permangono rischi di una revisione al rialzo sia della crescita sia dell’inflazione. L’inflazione è in linea con l’obiettivo, con i rischi al ribasso derivanti dall’apprezzamento dell’euro nel 2026 compensati dai possibili nuovi picchi dei prezzi dell’energia questo inverno. La questione più importante è quella fiscale: gli stimoli annunciati per il 2025 influenzeranno le economie all’inizio del 2026, sostenendo probabilmente la crescita e la dinamica salariale. Data la sua posizione inflazionistica, è improbabile che il Consiglio direttivo tagli i tassi prima di allora.
 
“Alla conferenza stampa ci aspettiamo i consueti riferimenti alla dipendenza dai dati e all’incertezza sul commercio, ma poche indicazioni sulla guidance futura. Le domande sul mercato valutario saranno probabilmente ignorate, dato che la BCE cerca di rafforzare lo status dell’euro come valuta di riserva. Christine Lagarde dovrà probabilmente rispondere anche a domande sulla Francia e sulla convergenza dei rendimenti sovrani dei paesi periferici dell’UE, ma prevediamo solo risposte brevi o evasive.
 
“Senza una ripresa dell’industria tedesca, i paesi periferici dell’UE non possano risollevare da soli l’economia dell’Unione, nonostante la forte crescita della Spagna e i modesti guadagni dell’Italia. La crescita dell’Eurozona rimane stagnante allo 0,1% su base trimestrale nel secondo trimestre, con scarsi segnali di un’interruzione della spirale della produttività. Dal punto di vista politico, la Francia non è idonea al TPI della BCE a causa del suo deficit eccessivo. Per ora, i movimenti dei rendimenti rimangono ben al di sotto dei livelli che normalmente susciterebbero preoccupazioni per la stabilità del mercato.
 
“Nei mercati, continuiamo a prediligere le obbligazioni dell’Eurozona con curve più ripide sulle scadenze decennali rispetto a quelle trentennali. Il mercato è affollato, ma il segmento a lungo termine dovrebbe continuare a sottoperformare, mentre le obbligazioni decennali risultano in linea con il fair value. Continuiamo a favorire le obbligazioni dei paesi periferici dell’UE rispetto a quelle dei paesi centrali, anche se questa operazione sta mostrando segni di cedimento ed è stata in parte finanziata dal Regno Unito. Per quanto riguarda le azioni, rimaniamo ottimisti sull’Europa”