Giappone: rendimenti obbligazionari misti e titoli in rialzo mentre la BoJ allevia le preoccupazioni

Magdalene Teo, Fixed Income Analyst Asia, Julius Baer Louis Chua, Equity Research Analyst Asia, Julius Baer -

Il principale candidato del LDP alla carica di primo ministro sorprendentemente non ha toccato il tema della politica monetaria, sebbene la BoJ abbia mantenuto invariata la propria decisione la scorsa settimana, con un tono più aggressivo. Tuttavia, la decisione di vendere le proprie partecipazioni in ETF e J-REIT come parte della politica di normalizzazione è stata inizialmente percepita come una sorpresa negativa, fino a quando la BoJ non ha chiarito che il periodo di tempo previsto per la cessione è di quasi un secolo. Per questo motivo, approfitteremmo di eventuali correzioni per posizionarci su società i cui fondamentali sono rimasti invariati. Questa mattina il Nikkei 225 era in rialzo, con le osservazioni della BoJ che hanno attenuato i timori legati alle vendite di ETF. Il nostro obiettivo a 12 mesi per il Nikkei 225 è di 46.000 punti.

Venerdì scorso, la Bank of Japan (BoJ) ha mantenuto invariato il tasso overnight al 0,5%, in linea con le attese. Tuttavia, a sorpresa, la BoJ ha annunciato che inizierà a ridurre le proprie partecipazioni in exchange-traded funds (ETF) e Japanese real estate investment trusts (J-REIT) a un ritmo di 620 miliardi di yen all’anno, calcolati al valore di mercato. La notizia ha innescato un calo del Nikkei 225 e del Topix. Non ci aspettiamo che l’impatto sui mercati azionari giapponesi sia duraturo, poiché la quota detenuta dalla banca centrale è modesta rispetto a quella di investitori domestici ed esteri. Inoltre, la cessione annuale di 620 miliardi di yen in ETF rappresenta solo lo 0,05% del valore totale degli scambi sul mercato principale della Borsa di Tokyo e richiederebbe circa 120 anni per essere completata, sulla base delle attuali partecipazioni della BoJ. Il governatore della BoJ, Ueda, ha confermato una durata simile, sottolineando che il processo di vendita non avrà un impatto negativo sul mercato, poiché sarà effettuato gradualmente.

Oltre alle partecipazioni attuali, la BoJ aveva acquistato azioni da istituzioni finanziarie in due periodi, dal 2002 al 2004 e dal 2009 al 2010,  per sostenere la stabilità del sistema finanziario. Ci preoccupiamo meno, inoltre, considerando il track record della BoJ, che ha già completato (in maniera graduale e progressiva) la piena dismissione delle azioni entro luglio 2025, con un impatto minimo sul mercato azionario. Pertanto, approfitteremmo della debolezza di breve termine seguita all’annuncio della BoJ per posizionarci su società con fondamentali invariati. Questa mattina il Nikkei è salito dell’1,3% dopo che il mercato ha digerito i commenti della BoJ sul ritmo delle vendite di ETF. Abbiamo un obiettivo Nikkei 225 a 12 mesi di 46.000 punti.

Per quanto riguarda i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi (JGB), la performance è stata mista con rendimenti più alti per le obbligazioni a breve e media scadenza (con il rendimento del JGB a 2 anni salito al livello più alto dal 2008), mentre i titoli a 40 anni hanno esteso i guadagni (rendimenti in calo di 7,5 punti base) al 3,36%. Sebbene il governatore della BoJ abbia affermato che un aumento dei tassi è ancora all’ordine del giorno, non ha fornito indicazioni sui tempi del prossimo aumento. La vicinanza della prossima riunione ha portato gli operatori a prezzare una minore probabilità di un rialzo a ottobre, con i Bloomberg overnight index swaps che indicano una probabilità del 54%.

Molti osservatori hanno notato che la principale candidata alla carica di primo ministro, Sanae Takaichi del Partito Liberal Democratico, ha evitato di parlare di sostegno a una politica monetaria restrittiva nella sua conferenza stampa della scorsa settimana, a differenza del discorso di maggio. I rendimenti a lunga scadenza sono scesi dopo le sue dichiarazioni. Lo yen ha ridotto i guadagni rispetto al dollaro USA dopo che Ueda ha dichiarato di aver bisogno di ulteriori dati per valutare i vari rischi prima di procedere con un rialzo dei tassi.