Capital Group: Il Giappone ottiene chiarezza sulle tariffe

Anne Vandenabeele, Economist di Capital Group -

Alla fine di luglio, il Giappone ha concluso un solido accordo commerciale con gli Stati Uniti, apportando la certezza necessaria a un Paese ancora dipendente dalla reflazione nascente. L’accordo ha segnato un cambiamento significativo rispetto alle tariffe del 25% precedentemente minacciate ed è stato definito una svolta diplomatica.

I parametri generali includevano un dazio del 15% sulle esportazioni giapponesi, comprese le automobili, con un livello del 50% che rimane per ora su acciaio e alluminio.

Il Giappone si è inoltre impegnato a investire 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti, con l’America che sceglie i tempi e riceve il 90% dei profitti associati, in parte per ripagare il debito pubblico statunitense.

Sebbene non sia ancora chiaro se ciò rappresenti un ulteriore capitale rispetto ai precedenti impegni del Giappone di aumentare gli investimenti diretti esteri negli Stati Uniti a 1.000 miliardi di dollari, è probabile che sarà destinato a semiconduttori, prodotti farmaceutici, acciaio, cantieristica navale, minerali critici, energia (compresa una joint venture nel settore del gas naturale liquefatto), automobili e intelligenza artificiale.

Il Giappone aumenterà inoltre l’accesso al mercato per le automobili statunitensi (conformi agli standard di sicurezza USA) e per i prodotti agricoli come il riso.

 

La spesa per la difesa e l’acquisto di titoli di Stato (o la ristrutturazione del debito) non sono stati affrontati, ma probabilmente rimangono in discussione. L’accordo commerciale, sebbene continui a rappresentare un ostacolo per il settore automobilistico e metallurgico, ha stimolato il sentiment di crescita a breve termine.

La nostra opinione è che la reflazione in Giappone proseguirà a condizione che nella seconda metà del 2025 si concretizzino tre fattori: riduzione delle tariffe doganali, crescita dei salari reali e impegno della Banca del Giappone (BoJ) a normalizzare la politica monetaria.

 

L’elezione di Sanae Takaichi a nuovo leader del Partito Liberal Democratico potrebbe segnalare un orientamento verso politiche fiscali e monetarie più espansive. Tuttavia, la durata della narrativa reflazionistica giapponese e la continua forza del mercato azionario dipenderanno in ultima analisi da politiche che incoraggino l’innovazione e la crescita sostenibile, piuttosto che un eccessivo allentamento fiscale e monetario.