Candriam: healthcare, da crisi a opportunità per gli investitori

Servaas Michielssens, Head of Thematic Global Equity – Healthcare, Candriam e Jan Van Den Bossche, Partner di Andera Life Sciences, Andera Partners -

Dopo anni di incertezza, il settore delle biotecnologie mostra chiari segnali di ripresa. Con l’accelerazione nel lancio di nuovi prodotti, valutazioni interessanti e un miglioramento del sentiment, gli investitori potrebbero trovarsi di fronte alle prime fasi di un nuovo ciclo di crescita.

Lo scorso anno, l’esito  elettorale negli USA aveva accentuato l’incertezza, spingendo gli investitori a rimanere in disparte e portando il Nasdaq Biotechnology Index (NBI) ai minimi da diversi anni. Le preoccupazioni riguardo la politica sanitaria statunitense, i dazi e la stabilità operativa della FDA avevano pesato fortemente sulle valutazioni.

Oggi, questo contesto è cambiato in modo significativo. L’incertezza politica è stata superata e i fondamentali sono tornati al centro dell’attenzione. I timori relativi alla carenza di personale della FDA si sono rivelati infondati: l’agenzia resta pienamente operativa e ha rilasciato approvazioni a un ritmo simile a quello del 2024. I dazi stanno avendo un impatto minimo su un settore con margini strutturalmente elevati, soprattutto perché le aziende continuano a investire in capacità produttiva negli Stati Uniti.

Il prezzo dei farmaci è stato il maggiore ostacolo, ma anche in questo caso la situazione è ora più chiara. Pfizer ha aperto la strada raggiungendo un accordo con l’amministrazione USA volto ad armonizzare i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti con quelli di altri mercati sviluppati, riducendo al contempo le inefficienze attraverso modelli direct-to-consumer*. Fondamentalmente, ciò non ha richiesto revisioni alle previsioni degli utili. Questo conferma che il potere di determinazione dei prezzi del settore rimane intatto, il che è fondamentale nel modello di business delle aziende farmaceutiche e biotecnologiche. Altre società hanno seguito l’esempio, eliminando la minaccia a breve termine di una riforma dei prezzi dirompente e consentendo agli investitori di rifocalizzarsi sui fondamentali. Questo si è riflesso in un ulteriore aumento del prezzo delle azioni di Eli Lilly, che ha anche ottenuto un prezzo vantaggioso per un accordo sui volumi per i suoi farmaci contro l’obesità. Ciò ha fatto sì che Eli Lilly fosse la prima azienda farmaceutica a superare il traguardo di 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato

Le biotecnologie sono state il motore dell’innovazione farmaceutica. Si stima che l’85% delle approvazioni di farmaci negli Stati Uniti nel 2024 abbia avuto origine da aziende  biotecnologiche. Non sorprende che le large pharma (che entro il 2033 dovranno affrontare la scadenza di brevetti per un valore di circa 400 miliardi di dollari) stiano puntando con decisione sulle pipeline biotecnologiche per colmare il vuoto.

Con l’attenuarsi dei timori politici, il settore farmaceutico ha inoltre accelerato la conclusione di accordi di M&A. Negli ultimi mesi si è registrato un aumento sia del numero sia dell’entità delle operazioni, che ha visto anche una rara guerra di offerte tra Novo Nordisk e Pfizer per Metsera, a dimostrazione dell’urgenza di assicurarsi asset differenziati. È importante sottolineare che i bilanci restano eccezionalmente solidi, con una capacità complessiva di acquisizioni pari a 1.200 miliardi di USD. Data l’entità delle imminenti scadenze dei brevetti, riteniamo che questo sia solo l’inizio di un ciclo di fusioni e acquisizioni.

La flessione del settore negli ultimi quattro anni ha agito da potente filtro di selezione. Di fronte a condizioni finanziarie più rigide e tassi di interesse più elevati, le aziende sono state costrette a razionalizzare le pipeline, concentrare le risorse sulle attività più promettenti ed esplorare canali di finanziamento alternativi. Molte aziende più deboli sono state acquisite, si sono fuse o sono uscite del tutto dal mercato.

Il risultato è un mercato che offre una serie di opportunità più sane, più concentrate e di qualità superiore. I tassi di successo clinico sono migliorati negli ultimi trimestri, il che riflette una maggiore attenzione ai programmi in fase avanzata e commercialmente rilevanti. Nei mercati privati, la creazione di nuove imprese è rallentata e il capitale è diventato più selettivo, convogliando risorse verso aziende con percorsi di sviluppo più chiari. Si tratta di società che  richiedono un forte sostegno da parte degli investitori interni e un potenziale di creazione di valore più solido, sostenuto da prospettive positive di M&A, che probabilmente aprirà la strada a IPO di alta qualità nel 2026. Una razionalizzazione simile si è verificata anche dal lato degli investitori, con molti “investitori occasionali” che hanno abbandonato il settore, contribuendo a una maggiore stabilità della base azionaria.

Il 2025 ha segnato una svolta decisiva per il settore delle biotecnologie, con le aziende che hanno registrato un forte rimbalzo da valutazioni storicamente depresse (nel 2023 gli indici azionari biotecnologici erano scesi di circa il 55-60%, ai minimi, dal picco del 2021). I rapporti tra valore di impresa e liquidità** sono risaliti da poco più di 1 alla fine del primo trimestre (ovvero il minimo degli ultimi 25 anni), tornando ai livelli mediani storici di 2,7. La rinnovata visibilità sul fronte politico, unita ai miglioramenti a livello settoriale nella produttività scientifica e nell’esecuzione commerciale, ha creato un terreno fertile per un nuovo ciclo di crescita.

Il settore biotech si distingue come uno dei pochi in grado di generare una crescita dei ricavi a doppia cifra, sostanzialmente indipendente dal ciclo economico generale. Con il lancio di numerosi prodotti ancora nelle fasi iniziali, una nuova ondata di fusioni e acquisizioni che sta prendendo slancio e un panorama industriale strutturalmente migliorato, riteniamo che il settore sia ben posizionato per ottenere performance durature nei prossimi anni.