T. Rowe Price – Azionario USA: venti favorevoli nel 2026 per le small cap

Matt Mahon, Portfolio Manager, T. Rowe Price -

Sebbene negli ultimi dieci anni i titoli small cap abbiano registrato performance inferiori rispetto alle loro controparti di maggiore capitalizzazione, vi sono segnali incoraggianti che indicano un possibile cambiamento di tendenza. Un buon punto di partenza per gli osservatori del mercato sono le loro valutazioni relativamente basse rispetto ai titoli a grande capitalizzazione. Ma da sole, le valutazioni non saranno sufficienti. La buona notizia è che ci sono diverse forze all’opera che migliorano le prospettive fondamentali per i titoli a piccola capitalizzazione.

Con i risultati sugli utili del terzo trimestre, queste società hanno mostrato un’accelerazione nella crescita delle vendite e degli utili. Gli utili riportati hanno superato le aspettative, anche più di quelli dei titoli a grande capitalizzazione.

Guardando al 2026, la crescita degli utili dovrebbe continuare a favorire i titoli small cap su base relativa. Anche i tassi di interesse più bassi aiuteranno generalmente le società small cap più delle loro controparti di dimensioni maggiori, poiché una parte relativamente più grande dei loro prestiti sarà a tasso variabile o di durata più breve. Le small cap possono trarne vantaggio anche in altri modi: ad esempio, sono relativamente più esposte all’edilizia residenziale e al turnover immobiliare rispetto ai titoli ad alta capitalizzazione. La recente stagnazione delle vendite di case ha rappresentato un fattore sfavorevole; con i tagli dei tassi da parte della Fed, questo fattore potrebbe diventare neutro o addirittura favorevole. Infine, l’attività di M&A ha registrato una ripresa, evidenziando il valore che si può trovare in molte di queste società di piccole dimensioni.

Gli acquirenti strategici ne hanno preso atto, anche se il mercato in generale non lo ha fatto, portando a uno dei contesti di M&A più attivi degli ultimi 30 anni. Il recente rally dei titoli a bassa qualità e alta volatilità non è stato favorevole ai gestori attivi orientati alla qualità, ma nelle ultime settimane ha mostrato segni di cedimento. La leadership è passata ad alcuni dei titoli che nell’ultimo anno avevano sottoperformato, tra cui quelli del settore sanitario ed energetico.