La pandemia reinventa lo shopping: nessuno va più al negozio
Pensavamo che vivere questa pandemia globale, uscirne tutti insieme, esserne nuovamente coinvolti come collettività globale avrebbe potuto modificare le nostre scale di valori, la percezione e i contatti che abbiamo con e delle altre persone. Insomma, dovevamo uscirne migliori, poi peggiori, poi uguali: la verità è che, probabilmente, siamo sempre gli stessi, ciò che è diverso sono le nostre abitudini.
Prima il lockdown, poi le semilibertà, poi nuove limitazioni a seconda delle regioni hanno sicuramente ristretto gli spostamenti di ognuno , modificando stili di vita e tendenze che ormai per noi erano consolidate. Infatti, se prima il sabato pomeriggio era la giornata dedicata allo shopping al centro commerciale, ora ci viene vietato e se vogliamo fare acquisti dobbiamo inventarci altri modi.
Nello specifico i dati parlano chiaro: come mostra la nuova infografica Unicusano le tendenze nello shopping sono decisamente diverse. Infatti, se facciamo un confronto tra maggio 2019 e maggio 2020, vediamo che c’è stato un calo del 64% di persone che si sono recate nei centri commerciali, e addirittura di oltre il 71% se consideriamo gli acquisti. Dati non più rincuoranti se consideriamo le grandi vie dello shopping o degli outlet: -58% sia di presenza che di acquisti per le prime e -56% dio presenze e -72% di spesa per i secondi.
Ampliando lo sguardo sui primi cinque mesi dell’anno bisestile che stiamo vivendo la situazione non cambia:
- Centri commerciali: -59% di presenze e -69% di spese
- Vie dello shopping: le due voci hanno un calo più o meno simile intorno al 56%
- Outlet: -53% di presenze e -66% di soldi spesi.
La situazione è indubbiamente molto difficile per moltissimi commercianti e imprenditori, e potrebbe diventare addirittura drammatica se questi non avessero mostrato voglia di farcela e resilienza. Infatti, a partire dalle grandi catene, sono moltissimi i negozi che – a causa della razionalizzazione dei negozi fisici e la chiusura di molti di questi – stanno rivoluzionando i propri modelli di business per dedicarsi alla vendita online. Qualche esempio? Nel primo semestre 2020 H&M ha chiuso 3.441 negozi su 5.062, ma ha tenuto aperti 50 mercati digitali online. Stesso trend di Zara, che ha temporaneamente chiuso il 51% dei suoi 7.489 negozi fisici, aprendo però 156 mercati online.
Purtroppo, questi colossi non sono riusciti comunque a tenere il passo con il tempo di lockdown e hanno collezionato recensioni negative, ritardi di consegna, consegne addirittura mai recapitate e resi impossibilitati a causa della situazione di emergenza.
A farla da padrone, invece è stato Amazon, che è riuscito a mantenere un livello di logistica superiore alla media. Ad esempio, ha registrato un aumento del 99% di acquisti di prodotti di cosmesi e skin care, probabilmente per la capacità di gestire al meglio flussi di merci e per l’ottima comunicazione con i clienti, tanto che viene scelto anche come canale di diffusione per i Brand emergenti. È il caso per esempio di Naturalia, brand della cosmesi lanciato in pieno lockdown, che ha scelto di affidarsi alla piattaforma per la vendita dei suoi prodotti, registrando numeri eccezionali.

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