Il multilateralismo nelle relazioni internazionali. Economie occidentali e Paesi emergenti
Il multilateralismo è un principio cardine delle relazioni internazionali, soprattutto in ambito economico, e ha un’importanza cruciale sia per le economie occidentali, sia per i Paesi emergenti. Il multilateralismo si basa sulla cooperazione tra tre o più Stati per perseguire obiettivi comuni, attraverso istituzioni e accordi internazionali. Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI ), in un recente articolo apparso sul suo magazine, lo ritiene fondamentale per entrambe le categorie di Paesi.
Il FMI è un’organizzazione globale che lavora per raggiungere una crescita sostenibile e prosperità per tutti i suoi 190 Paesi membri. Lo fa supportando politiche economiche che promuovono la stabilità finanziaria e la cooperazione monetaria, che sono essenziali per aumentare la produttività, la creazione di posti di lavoro e il benessere economico.
Le economie occidentali
Il multilateralismo offre un quadro stabile e prevedibile per il commercio internazionale, che è essenziale per le economie avanzate. Organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale forniscono regole e meccanismi per risolvere le dispute e per sostenere le economie in crisi. Le economie occidentali dipendono fortemente dall’accesso ai mercati globali per esportare beni e servizi. Attraverso accordi multilaterali, possono garantire condizioni eque di scambio e ridurre le barriere tariffarie e non tariffarie.
Problemi come i cambiamenti climatici, le pandemie e la sicurezza alimentare richiedono risposte coordinate. Il multilateralismo permette alle economie occidentali di collaborare su scala globale per affrontare queste sfide comuni. Attraverso istituzioni multilaterali, i Paesi occidentali possono promuovere valori come la democrazia, i diritti umani e la libera impresa, estendendo la loro influenza oltre i confini nazionali.
I Paesi emergenti
I Paesi emergenti vedono nel multilateralismo una via per integrarsi nell’economia globale, attirare investimenti esteri diretti e accedere a mercati internazionali, il che è fondamentale per sostenere la crescita economica e ridurre la povertà.
Attraverso la cooperazione multilaterale i Paesi emergenti possono accedere a risorse finanziarie, assistenza tecnica e tecnologie avanzate, necessarie per lo sviluppo infrastrutturale e industriale, e possono formare coalizioni e avere una voce più forte nelle negoziazioni internazionali, bilanciando l’influenza delle economie avanzate. Le sfide globali come il cambiamento climatico colpiscono duramente i Paesi emergenti. Partecipando a istituzioni multilaterali, possono ottenere supporto finanziario e tecnologico per adattarsi e mitigare gli effetti di tali sfide.
Solo lavorando insieme i Paesi possono respingere la frammentazione e l’aggravarsi delle crisi
“Coloro che guardano solo al passato o al presente sono destinati a perdere il futuro”. Queste le parole pronunciate dal presidente John F. Kennedy sessant’anni fa. “Risuonano con rinnovata urgenza oggi” sostiene Gordon Brown, ex primo ministro del Regno Unito, in un suo intervento pubblicato su F&D, la testata edita dal Fondo Monetario Internazionale.
“Le sfide globali che richiedono soluzioni globali sono sempre presenti, che si tratti di un clima in cambiamento o di crescenti minacce informatiche. E proprio mentre stiamo affrontando queste sfide, i tre pilastri dell’era post-Guerra Fredda che ancorano il sistema globale (unipolarità, iperglobalizzazione ed economia neoliberista) stanno crollando intorno a noi. Questi cambiamenti sismici stanno seminando i semi di una nuova ondata di nazionalismo populista esemplificato dai movimenti “America First”, “Russia First”, “India First”, “China First” e spesso “il mio Paese prima e solo” che stanno nascendo in tutto il mondo”.
L’anno scorso sono state implementate quasi 3.000 restrizioni commerciali a livello globale. Il FMI suggerisce che le perdite globali derivanti dall’aumento della frammentazione commerciale potrebbero comportare un costo a lungo termine fino al 7% del PIL globale, per non parlare di un rallentamento della cooperazione su questioni globali come la transizione verde e l’intelligenza artificiale.
Un multilateralismo sempre più forte
La World Trade Organization dovrebbe sfruttare al meglio le indubbie capacità del suo direttore generale, Ngozi Okonjo-Iweala, per risolvere le controversie commerciali tramite conciliazione, arbitrato e negoziazione, segnando un allontanamento dal suo sistema di ricorso ai tribunali, eccessivamente accademico e ormai inefficace.
Allo stesso tempo, il FMI dovrebbe rafforzare il suo ruolo nella prevenzione e risoluzione delle crisi. Sotto la forte guida di Kristalina Georgieva, il FMI dovrebbe dare maggiore priorità al suo ruolo fondamentale di sistema di allerta precoce per l’economia mondiale, mobilitare la sua capacità di prestito di un trilione di dollari per offrire una migliore assicurazione contro gli shock economici, negoziare un meccanismo di ristrutturazione del debito sovrano molto migliorato e creare così una rete di sicurezza finanziaria globale più completa.
Con il 59,1% delle azioni con diritto di voto nel FMI detenute da Paesi che rappresentano solo il 13,7% della popolazione mondiale, quando la somma di India e Cina, con i loro miliardi di abitanti, conta solo per il 9%, è giunto il momento che il FMI riformi la propria struttura.
La Banca Mondiale deve diventare, come ha proposto il suo dinamico nuovo presidente, Ajay Banga, una banca globale per i beni pubblici focalizzata sia sul capitale umano, sia sulla tutela ambientale. Il rapporto scaturito dal G20 ha proposto che le banche multilaterali di sviluppo forniscano un aumento annuale di 260 miliardi di dollari. Meccanismi finanziari innovativi, tra cui l’uso di garanzie per ridurre i rischi e aumentare gli investimenti del settore privato, devono essere mobilitati per potenziare e integrare questi sforzi. La Banca Mondiale e le banche multilaterali di sviluppo avranno bisogno di ulteriori fondi tramite un adeguato aumento di capitale.
“Abbiamo davanti a noi due percorsi. Uno conduce alla frammentazione globale e all’approfondimento delle crisi, mentre l’altro, se lavoriamo collettivamente, porterà prosperità, progresso e speranza. Io scelgo la speranza” conclude Gordon Brown.
Il multilateralismo è essenziale per creare un sistema economico internazionale che sia inclusivo e stabile. Le economie occidentali beneficiano di un ordine economico globale che sostiene il commercio aperto e la sicurezza, mentre i Paesi emergenti trovano nel multilateralismo uno strumento per la crescita e lo sviluppo. Tuttavia, il successo del multilateralismo dipende dalla capacità dei Paesi di collaborare efficacemente e di rispettare gli impegni presi in ambito internazionale.

LMF green
Mente e denaro
Sala Stampa