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Come per ogni inizio mese, il calendario economico sarà piuttosto fitto la prossima settimana, ma questa volta sarà anche condensato, dal momento che i mercati statunitensi saranno chiusi venerdì 4 luglio (Giorno dell’Indipendenza). Di conseguenza, giovedì 3 luglio verrà pubblicato il rapporto sulla situazione dell’occupazione negli Stati Uniti per il mese di giugno, insieme all’indice ISM dei servizi, agli ordini di fabbrica e alle richieste settimanali di disoccupazione.
L’attuale consenso prevede una creazione netta di posti di lavoro di +116.000 a giugno (rispetto a +139.000 di maggio), un leggero aumento del tasso di disoccupazione dal 4,2% al 4,3% e una crescita mensile dei salari del +0,3% (rispetto al +0,4% del mese precedente).
Prima di ciò, martedì 1 luglio, saranno resi noti i dati definitivi del PMI manifatturiero di giugno, l’indice manifatturiero ISM degli Stati Uniti e i risultati dell’indagine trimestrale TANKAN, che misura in modo estensivo il sentiment delle imprese e i livelli di attività in tutti i settori e le dimensioni delle aziende in Giappone.
Nel frattempo, l’OBBBA (One Big Beautiful Bill Act) potrebbe essere finalizzato, poiché Trump è intenzionato a firmarlo prima del 4 luglio, pochi giorni prima della scadenza (temporanea?) dello sgravio tariffario per l’Europa.
In questo contesto, se i dati economici dovessero deludere, in particolare il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti, è probabile che il dollaro subisca un altro colpo, in quanto aumenterebbe la probabilità di un taglio dei tassi della Fed già a luglio, eventualmente confermato se i dati sull’IPC previsti per metà luglio saranno ancora una volta inferiori alle aspettative. Le prospettive sono meno chiare per i Treasury statunitensi: in genere trarrebbero vantaggio (i rendimenti a lungo termine diminuirebbero) dall’aumento dei timori di recessione, ma i loro potenziali guadagni potrebbero essere limitati o almeno limitati dall’OBBBA se dovesse aumentare ulteriormente il deficit di bilancio degli Stati Uniti. L’inverso è vero anche se l’OBBBA contiene alcuni emendamenti rassicuranti per contenere i vigilantes dei bond.
Lo stesso vale per le azioni: anche se il mercato potrebbe vacillare se la crescita negli Stati Uniti sembra esaurirsi, l’entità di un eventuale calo dipenderà in ultima analisi dall’entità della delusione economica, dall’indebolimento del dollaro e dalla reazione dei rendimenti a lungo termine, soprattutto con l’OBBBA e i negoziati commerciali in corso che offuscano il quadro.
Quindi, in bocca al lupo per la settimana a venire


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