Banche italiane al centro della transizione green: la BCE punta su un approccio pragmatico
Banche italiane al centro della transizione green
La Banca Centrale Europea intensifica la propria azione sul fronte climatico, chiedendo agli istituti di credito europei – e in particolare alle banche italiane – di accelerare la definizione di piani credibili e operativi per la transizione verso un’economia a basse emissioni. Pur mantenendo un approccio graduale e non punitivo nella prima fase, la BCE pretende che le banche integrino fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel proprio modello di business.
Verso un nuovo paradigma finanziario
Le banche italiane sono chiamate a giocare un ruolo strategico: non solo devono conformarsi ai nuovi requisiti regolamentari in materia climatica, ma anche ripensare i propri portafogli creditizi in chiave sostenibile. Questo implica la revisione delle esposizioni ai settori ad alta intensità di carbonio, l’introduzione di stress test climatici, e una governance capace di garantire trasparenza e rendicontazione ESG attendibile.
Per la BCE, la sostenibilità non è più un’opzione, ma un imperativo competitivo. In un contesto di vigilanza rafforzata, le banche italiane dovranno dimostrare di saper coniugare la redditività con la responsabilità ambientale, evitando operazioni a rischio di stranded asset e migliorando la propria resilienza di lungo termine.
Una transizione sotto vigilanza
Il board della BCE, per voce di Frank Elderson, ha chiarito che non vi sarà spazio per approcci formali o dilatori. Le banche sono incoraggiate a definire strategie di transizione solide e verificabili, supportate da dati quantitativi e da una comunicazione trasparente agli stakeholder. La flessibilità iniziale concessa dalla BCE ha l’obiettivo di stimolare l’adeguamento senza destabilizzare il sistema, ma ciò non esclude futuri interventi sanzionatori in caso di inadempienza.
Opportunità e rischi per il sistema bancario italiano
In questo scenario, gli istituti italiani più esposti ai settori tradizionali dovranno affrontare una ridefinizione profonda delle priorità industriali e territoriali. Tuttavia, chi saprà anticipare il cambiamento potrà posizionarsi come attore di riferimento nella finanza green europea, attirando capitali internazionali e rafforzando la propria reputazione.
La sfida della transizione climatica si gioca anche sul piano della credibilità. Le banche italiane dovranno dimostrare di poter essere partner affidabili per imprese e famiglie in una fase di riconversione economica. Il supporto a progetti innovativi e sostenibili, soprattutto nei settori strategici del Paese (energia, edilizia, trasporti), rappresenta un’opportunità per rilanciare la funzione economica e sociale del credito.
La BCE chiede alle banche di guidare il cambiamento, non di subirlo. Per il settore bancario italiano si apre una stagione di profonda trasformazione: un percorso complesso ma necessario, che potrà rafforzare il sistema solo se accompagnato da scelte coerenti, trasparenza operativa e visione di lungo periodo.
Un caso real. Intesa Sanpaolo: principale player nella transizione ESG
Obiettivo zero emissioni per tutte le categorie (proprie, prestiti, investimenti) entro il 2050, con livelli “net-zero” per le emissioni dirette entro il 2030. I target 2030 sono già stati convalidati da Science Based Targets Initiative (SBTi) a gennaio 2025. Dal 2019 ha ridotto del 35% le emissioni da Scope 1 e 2, con il 92,8 % dell’energia acquistata da fonti rinnovabili nel 2024.
Finanza verde e impatto sul territorio. Oltre €88 mld di nuovi prestiti ESG tra il 2022 e il 2025, inclusi €76 mld destinati alle imprese (PNRR, green transition) e €12 mld a famiglie (mutui green) Oltre €20 mld di social lending e rigenerazione urbana già erogati, in anticipo sul target triennale. Finanziamenti per l’economia circolare (€12,6 mld) già superano gli €8 mld previsti.
Strumenti innovativi & governance. Implementazione di un ESG scoring proprietario su circa 200.000 controparti, integrato nei processi di credito e nelle politiche di rischio. Ciò garantisce trasparenza e selettività nelle esposizioni finanziarie. Lancio di linee di credito ESG‑linked per PMI (“S‑Loans”), con monitoraggio annuale dei KPI collegati a obiettivi di sostenibilità: €3,2 mld erogati da luglio 2020, €1,1 mld solo nei primi 9 mesi del 2024.
Think Forestry: il piano di riforestazione prevede la piantumazione di 100 milioni di alberi entro il 2025, in collaborazione con Rete Clima e coinvolgimento di imprese e famiglie
Politiche stringenti di phase‑out dal carbone entro il 2025 e dall’oil & gas non convenzionale entro il 2030
Pubblicazione del Climate Report, SDGs Report e Responsible Banking Statement, con linee linea volontarie e certificazione secondo la CSRD
Unica banca italiana nei Dow Jones Best‑in‑Class e seconda al mondo nel “Global 100 Most Sustainable Corporations” di Corporate Knights la
Intesa sta pianificando un risk transfer (SRT) su €1,5 mld di prestiti ESG a investitori esterni, ottimizzando il capitale e incentivando l’espansione del business sostenibile.
Intesa Sanpaolo ha messo in campo un approccio sistemico, unendo target ambiziosi, strumenti finanziari innovativi e trasparenza normativa. Le azioni implementate — dal lending strategico ai forest bonds fino alla governance ESG integrata — rappresentano un modello avanzato per le banche italiane nella gestione del rischio climatico, della sostenibilità e della reputazione.
Questo assetto multipolare — affermazione normativa, strumenti ESG orientati al territorio e operatività integrata — posiziona il gruppo tra i leader europei della transizione finanziaria.

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