Google investe nell’italiana Energy Dome: strategia energetica e innovazione per un futuro sostenibile
Google investe in Energy Dome
Il colosso di Mountain View punta sull’Italia per accelerare la transizione globale verso l’energia rinnovabile e lo stoccaggio a lungo termine
Nel quadro di un impegno crescente verso la decarbonizzazione e l’innovazione sostenibile, Google ha annunciato un investimento strategico nella scale-up italiana Energy Dome, realtà pioniera nello sviluppo di sistemi di accumulo di energia a lunga durata. Un’operazione che non è solo simbolica, ma parte integrante di una visione industriale ben definita: secondo i dati di BloombergNEF, nel solo 2023 gli investimenti globali in tecnologie per l’energia pulita hanno superato i 1.770 miliardi di dollari, con un focus crescente sulle tecnologie di accumulo come elemento chiave per l’integrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico. Nel 2024, gli investimenti globali nella transizione energetica hanno raggiunto per la prima volta quota 2,1 trilioni di dollari.. Il dato emerge dal rapporto Energy Transition Investment Trends 2025 di BloombergNEF, che evidenzia una crescita trainata soprattutto da energie rinnovabili, mobilità elettrica, infrastrutture di rete e accumulo energetico
Una partnership strategica per lo stoccaggio del futuro
L’operazione tra Google e Energy Dome si inserisce all’interno del fondo Google Climate Innovation Fund, da 1 miliardo di dollari, volto a sostenere tecnologie rivoluzionarie in ambito climatico ed energetico. Energy Dome, con sede a Milano e fondata da Claudio Spadacini, ha sviluppato una tecnologia di Carbon Dioxide Battery che utilizza anidride carbonica in forma gassosa e liquida per immagazzinare energia in modo efficiente e sostenibile, senza l’uso di terre rare o materiali critici. Un’alternativa concreta alle batterie al litio, adatta per la stabilizzazione della rete elettrica su larga scala.
La collaborazione prevede non solo un investimento finanziario, ma anche uno scambio tecnologico tra l’ecosistema cloud e AI di Google e le soluzioni energetiche di Energy Dome. L’obiettivo? Creare un’infrastruttura energetica intelligente, capace di prevedere, gestire e ottimizzare l’uso dell’energia rinnovabile, con benefici tangibili sia in termini economici che ambientali.
L’obiettivo 2030: energia carbon-free 24/7
Il sostegno a Energy Dome rappresenta un tassello del più ampio piano di Google per arrivare, entro il 2030, a utilizzare esclusivamente energia carbon-free in tutte le proprie operazioni mondiali, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Un salto in avanti rispetto all’obiettivo “100% rinnovabili” già raggiunto in termini di bilancio energetico, che ora punta alla disponibilità continua di energia pulita in ogni momento della giornata, anche in assenza di sole o vento.
Per raggiungere questo obiettivo, la capacità di immagazzinare energia in modo efficiente diventa fondamentale. Ed è qui che tecnologie come quella di Energy Dome entrano in gioco: con un’efficienza round-trip superiore al 75%, costi più bassi rispetto alle batterie tradizionali e una durata operativa di oltre 20 anni, il sistema italiano si propone come soluzione ideale per garantire una fornitura stabile e scalabile di energia verde.
Italia protagonista della transizione energetica
L’investimento di Google segna anche un importante riconoscimento per il ruolo dell’Italia nel panorama dell’innovazione climatica. Energy Dome ha già attirato l’attenzione di investitori internazionali come Breakthrough Energy Ventures, il fondo fondato da Bill Gates, ed è stata selezionata dall’International Energy Agency (IEA) come una delle tecnologie più promettenti per lo stoccaggio di energia a lungo termine.
Secondo l’ultimo rapporto IRENA (2024), per mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C sarà necessario portare la capacità globale di storage a 1500 GW entro il 2050, rispetto agli attuali 17 GW. In questo contesto, l’Italia si posiziona come hub strategico, anche grazie a iniziative di accelerazione come quelle promosse da Enea, Terna e Cassa Depositi e Prestiti.
Oltre la sostenibilità: un nuovo modello industriale
L’alleanza Google–Energy Dome va oltre l’adozione di tecnologie pulite: rappresenta un nuovo modello di co-innovazione, dove big tech e startup deeptech collaborano per affrontare sfide strutturali. In particolare, la combinazione tra cloud computing, intelligenza artificiale e sistemi energetici distribuiti apre la strada alla creazione di reti resilienti, capaci di rispondere dinamicamente ai picchi di domanda e di ottimizzare in tempo reale l’utilizzo delle fonti rinnovabili.
Secondo il World Economic Forum, l’integrazione tra AI e reti intelligenti potrà generare un valore economico superiore ai 200 miliardi di dollari l’anno entro il 2035. Per Google, significa anche preparare le proprie infrastrutture – data center, campus, supply chain – a una gestione energetica più flessibile, con impatti positivi sull’intero ecosistema tecnologico.
Un segnale per l’intera filiera energetica
L’investimento in Energy Dome rappresenta un segnale forte per l’intera filiera energetica globale. In un momento in cui la domanda di tecnologie abilitanti per la transizione aumenta, il coinvolgimento diretto di player come Google contribuisce a creare fiducia nei confronti delle soluzioni emergenti e a sbloccare nuovi capitali privati.
Il rischio maggiore, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, è che lo sviluppo tecnologico proceda più lentamente della domanda di energia. Partnership come questa aiutano ad accorciare il gap e accelerare la scalabilità di soluzioni chiave per la transizione.

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