Oltre il semplice prompt: 5 tecniche per ottenere risposte migliori dall’AI. Il Flipped Interaction Prompting 

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Dalla conversazione alla strategia: come migliorare l’interazione con l’intelligenza artificiale grazie a metodi mirati di prompting

Nel panorama sempre più evoluto dell’intelligenza artificiale generativa, porre una domanda non basta più. La differenza tra una risposta generica e una davvero utile sta tutta nel modo in cui si struttura la richiesta. Non si tratta solo di “chattare” con l’AI, ma di guidarla attraverso tecniche di prompting pensate per ottenere output più precisi, rilevanti e accurati.

Un team di formatori esperti ha recentemente illustrato negli USA, nel corso di un seminario riservato ai dipendenti di KPMG, cinque strategie fondamentali che trasformano l’interazione con i modelli linguistici in uno strumento potente, soprattutto in ambiti tecnici o specialistici come il fiscale, il giuridico o il medico. Ecco quali sono e perché funzionano.

1. Chunking: scomporre per comprendere meglio

Quando si ha a che fare con richieste complesse, è facile che l’AI si perda o restituisca risposte troppo generiche. La tecnica del chunking consiste nel suddividere un prompt molto lungo o articolato in parti più piccole e gestibili. Ogni “blocco” viene lavorato singolarmente, per poi essere eventualmente riunito in un secondo momento. È particolarmente utile quando si lavora con documenti lunghi, report o analisi dettagliate.

2. Few-shot prompting: l’importanza degli esempi

Per ottenere risposte coerenti con uno stile, un tono o una struttura specifica, una delle strategie più efficaci è mostrare all’AI alcuni esempi (da qui il termine “few-shot”). Presentare 2 o 3 casi guida consente al modello di “capire” il contesto e adattarsi di conseguenza. È molto utile in settori in cui è richiesta coerenza stilistica o formale, come nella redazione di contratti, bilanci o articoli specialistici.

3. Iterative question refinement: domande sempre più precise

Spesso la prima domanda non porta alla risposta desiderata. In questi casi, si può ricorrere a una tecnica iterativa: riformulare progressivamente la richiesta, guidando l’AI verso una maggiore precisione. È una sorta di conversazione a imbuto, in cui ogni passaggio aiuta a chiarire il contesto e affinare la risposta finale. Questo metodo è ideale quando si cercano dati specifici o interpretazioni complesse, come avviene nel diritto tributario o nella consulenza strategica.

4. Chain of thought prompting: far “ragionare” l’AI passo dopo passo

Una delle sfide nell’usare l’AI è comprendere come arriva a una determinata conclusione. Il chain of thought prompting chiede esplicitamente al modello di spiegare il processo logico che lo ha condotto alla risposta. Una sorta di “pensiero ad alta voce” che aumenta la trasparenza, aiuta a identificare eventuali errori e si rivela particolarmente utile per chi deve controllare la correttezza di calcoli o ragionamenti, come i commercialisti o i revisori.

5. Flipped interaction prompting: lascia che sia l’AI a fare le domande

La più inaspettata tra le tecniche proposte è forse la flipped interaction. Invece di formulare direttamente un prompt, si chiede al modello di fare domande all’utente. Questo approccio ribalta la logica dell’interazione e stimola riflessioni nuove, aiutando l’utente a esplorare aspetti che non avrebbe considerato da solo. Nell’ambito fiscale, ad esempio, può servire per costruire un profilo cliente completo o per suggerire scenari alternativi in una pianificazione.

Prompt intelligenti per decisioni intelligenti

Come hanno sottolineato gli istruttori, ciascuna tecnica si adatta a compiti diversi. Ma tutte hanno in comune un obiettivo: rendere l’interazione con l’intelligenza artificiale più consapevole, strutturata e utile.
Non si tratta solo di ottenere risposte, ma di costruire un dialogo strategico con l’AI, trasformando il prompting in una vera e propria competenza professionale.

Tecniche per ottenere risposte migliori dall’AI: l’importanza del Flipped Interaction Prompting

Ecco un esempio concreto di Flipped Interaction Prompting proprio applicato all’argomento che abbiamo appena trattato (le tecniche di prompting per usare meglio l’AI):

Prompt all’AI: “Vorrei migliorare il mio modo di interagire con l’intelligenza artificiale usando tecniche di prompting più avanzate. Invece di spiegarmi come fare, puoi farmi tu delle domande per aiutarmi a riflettere su come potrei usare meglio questi metodi nel mio lavoro?”

Risposta dell’AI (simulazione): Certo, ecco alcune domande che potrebbero aiutarti a riflettere:

  1. Quali sono le tipologie di attività per cui utilizzi più spesso l’AI? Ad esempio: scrittura, analisi dati, brainstorming?

  2. Hai mai provato a suddividere una richiesta complessa in più fasi (chunking)? In quali situazioni potrebbe esserti utile farlo?

  3. Quando scrivi prompt, pensi mai ad aggiungere esempi? Se sì, che tipo di esempio potresti fornire per aiutare l’AI a imitare il tuo stile?

  4. Ti capita di fermarti a rileggere le risposte dell’AI e chiederle come è arrivata a certe conclusioni? Quanto ti sarebbe utile usare la tecnica ‘chain of thought’ per analizzare il suo ragionamento?

  5. In che modo potrei aiutarti io, come AI, a stimolare nuove idee quando non sai da dove partire con un prompt? Ti andrebbe di provare ora con un caso pratico?

Questa modalità non solo stimola il pensiero critico, ma trasforma l’AI in una sorta di facilitatore di pensiero. È utile, ad esempio, per chi si occupa di formazione, giornalismo, PR o strategia, dove spesso il vero valore non è la risposta dell’AI, ma la riflessione che essa innesca.

Il Flipped Interaction Prompting nel caso del giornalismo

Esempio di Flipped Interaction Prompting, pensato per aiutare un* giornalista a usare meglio l’AI nei processi redazionali:

Prompt all’AI: “Sono una giornalista e sto cercando di capire come usare meglio l’intelligenza artificiale nella mia attività quotidiana, sia per scrivere articoli che per fare ricerca o analisi. Puoi farmi tu delle domande per aiutarmi a riflettere su come applicare tecniche avanzate di prompting al mio lavoro?”

Risposta simulata dell’AI: Certo, ecco alcune domande che potrebbero guidarti nella riflessione:

  1. In quale fase del tuo lavoro giornalistico usi più spesso l’AI? Per la stesura di articoli, per trovare fonti, titoli, o per analizzare dati?

  2. Ti è mai capitato di usare esempi di articoli o di titolazioni precedenti come modello per ottenere risultati più coerenti? Potresti provare a usare il few-shot prompting per questo?

  3. Quando affronti un tema complesso, come strutturi il tuo prompt? Pensi che suddividere il tema in sotto-domande (chunking) potrebbe aiutarti a ottenere una narrazione più chiara e approfondita?

  4. Hai mai chiesto all’AI di mostrarti il ragionamento dietro una proposta di titolo o di struttura? Potresti usare la tecnica “chain of thought” per capirne meglio la logica?

  5. C’è un tema su cui ti senti bloccato o in dubbio? Vuoi che ti faccia delle domande io per aiutarti a sbloccare l’angolazione o trovare un nuovo taglio giornalistico?

Questo tipo di prompting “rovesciato” è particolarmente utile in redazione quando si è alla ricerca di un’angolazione nuova, di domande per un’intervista, o si vuole stimolare un brainstorming senza partire da un prompt rigido.