TCW – Mercati emergenti, rischi e opportunità nell’incertezza globale
La recente volatilità e l’incertezza circa lo stato delle economie dei paesi sviluppati stanno stimolando nuove discussioni sul ruolo dei mercati emergenti in un portafoglio diversificato. Sebbene gli investitori non stiano certamente rinunciando ai mercati sviluppati, i dati mostrano che i fondi azionari e obbligazionari dei mercati emergenti stanno attirando nuovi afflussi. Inoltre, stanno emergendo notizie secondo cui i fondi pensione statunitensi stanno valutando di aumentare le allocazioni sui mercati esteri, dato che i dazi pesano sul dollaro USA.
La maggiore instabilità macroeconomica e politica nei mercati sviluppati, combinata con le tensioni geopolitiche e i cambiamenti strutturali nel commercio globale, ha accresciuto l’importanza dei mercati emergenti sia come motori di crescita che come fonti di diversificazione del portafoglio. Un tempo considerati investimenti rischiosi e volatili, i mercati emergenti sono ora caratterizzati da fattori di crescita strutturale, vantaggi di diversificazione e importanza strategica in un contesto di dinamiche globali in evoluzione.
Un mercato in espansione
L’universo di investimento dei mercati emergenti è cresciuto fino a superare i 16.000 miliardi di dollari tra azioni e reddito fisso. Con oltre 70 paesi, gli investitori possono accedere a più di 750 società attraverso i mercati obbligazionari e a più di 4.000 società nei mercati azionari emergenti tra large, mid e small cap, offrendo un terreno fertile per generare rendimenti superiori quando si conduce una due diligence approfondita, soprattutto perché questa asset class tende a essere meno analizzata.
Si prevede che i mercati emergenti contribuiranno per il 95% alla crescita della classe media globale fino al 2030, trainando i consumi e aumentando il commercio intra-emergenti. Più di cinque miliardi di persone vivono in un paese emergente con debito negoziabile.
Negli ultimi dieci anni le economie dei mercati emergenti hanno rafforzato inoltre i propri assetti macroeconomici, con un calo dell’inflazione e l’adozione di obiettivi di inflazione e un andamento del debito pubblico relativamente migliore rispetto ai mercati sviluppati e politiche fiscali sempre più prudenti.
I tassi di insolvenza sovrana e societaria dei mercati emergenti sono comparabili a quelli globali nel lungo termine, mentre le società dei mercati emergenti presentano indicatori di leva finanziaria migliori rispetto alle controparti dei mercati sviluppati.
I paesi che beneficiano dei mega-trend
Il riorientamento del commercio globale sta accelerando il commercio intra-emergenti e la cooperazione regionale, a vantaggio di paesi come India, Vietnam, Malesia, Messico e Kenya, che stanno anche ricevendo un maggiore sostegno e investimenti dalle economie sviluppate. Il nearshoring può avvantaggiare il Messico e l’Europa centrale e orientale. Inoltre, i mercati emergenti, in particolare quelli asiatici come Corea, Taiwan e Cina, sono parte integrante della catena di approvvigionamento tecnologico globale, soprattutto nel settore dei semiconduttori e della produzione avanzata.
I paesi emergenti detengono riserve significative di metalli essenziali e risorse energetiche. Occupano inoltre posizioni di leadership nelle materie prime fondamentali per la crescente domanda di energia, la transizione energetica e i progressi tecnologici dell’IA. Tra queste figurano rame, litio, nichel, zinco, petrolio e gas. Paesi come Brasile, Cile, Indonesia, Nigeria, Qatar e Zambia sono ben posizionati per beneficiare dei cambiamenti nell’offerta globale e dell’aumento della domanda in questi settori.
Performance resiliente
Il debito sovrano e societario investment grade dei mercati emergenti offre un premio di 20-50 punti base rispetto al credito statunitense con rating comparabile. In un contesto di incertezza economica negli Stati Uniti, che potrebbe portare a un rallentamento della crescita e a una pressione al ribasso sui margini, il debito sovrano dei mercati emergenti, stabile e di alta qualità, può rivelarsi un rifugio sicuro rispetto alle società IG statunitensi. Inoltre, i titoli sovrani e societari ad alto rendimento dei mercati emergenti sono scambiati in media con spread più ampi rispettivamente di 200pb e 75pb rispetto alle società high yield statunitensi. Con spread di circa 565pb, i titoli sovrani high yield dei mercati emergenti offrono il potenziale per trarre vantaggio dal miglioramento della crescita o dalle dinamiche politiche.
Finora nel 2025, il debito dei mercati emergenti ha sovraperformato quello statunitense in tutte le categorie di rating, con i titoli sovrani investment grade dei mercati emergenti in rialzo del 3,9% rispetto al 3% degli Stati Uniti e le società investment grade e i titoli sovrani HY dei mercati emergenti che hanno sovraperformato le società HY statunitensi di circa l’1,3% (+4,5% contro +3,2%). Tale sovraperformance è stata evidente anche in altri periodi di stress, tra cui il 2022 e il 2020.
I rischi offrono opportunità
I rischi dei dazi, la volatilità valutaria e i cambiamenti politici, in particolare da parte degli Stati Uniti, rimangono sfide a breve termine, anche se i recenti miglioramenti nella chiarezza della politica commerciale e il previsto sostegno politico (ad esempio in Cina) sono segnali positivi. Molti paesi emergenti sono esposti in modo sproporzionato ai rischi climatici a causa della loro posizione geografica e delle risorse limitate, anche se quelli più ricchi sono in grado di mitigare meglio tali rischi. Ciò sta anche creando nuove opportunità: alcuni dei maggiori produttori di petrolio dei mercati emergenti stanno investendo risorse significative nella mitigazione dei cambiamenti climatici, nelle energie rinnovabili e nella produzione di idrogeno verde, che possono garantire una crescita a più lungo termine.

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