“Notarizzazione” digitale: la blockchain può rendere i documenti inviolabili con un identificativo crittografico

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Notarizzazione digitale. La blockchain può rendere i documenti inviolabili

Dalla certificazione dell’identità alla tutela della proprietà intellettuale, il ruolo della notarizzazione si evolve con le tecnologie decentralizzate. Ecco perché la blockchain sta rivoluzionando il modo in cui autentichiamo le informazioni.

Quando si parla di notarizzazione, si fa in genere riferimento a documenti che richiedono l’autenticazione notarile. In sostanza sono quei documenti che contengono importanti informazioni, spesso finanziarie o che producono effetti legali. Ma anche la blockchain svolge lo stesso ruolo di certificazione.

Quando firmiamo un contratto, registriamo un brevetto o vogliamo certificare la paternità di un’idea, l’obiettivo è sempre lo stesso: garantire che le informazioni contenute nel documento siano autentiche, immodificabili e attribuibili a una fonte certa. È qui che entra in gioco la notarizzazione, il processo di certificazione che attesta la validità di un atto giuridico o commerciale. E se fino a qualche anno fa l’unico modo per farlo era recarsi da un notaio, oggi esiste una tecnologia che promette di rendere tutto più veloce, sicuro e accessibile: la blockchain.

Perché notarizzare un documento?

La notarizzazione risponde a tre esigenze fondamentali:

  1. Verificare l’identità del firmatario;

  2. Assicurarsi che la firma sia stata apposta volontariamente e in piena consapevolezza;

  3. Fornire una prova inoppugnabile dell’esistenza e del contenuto del documento in un determinato momento nel tempo.

Questo processo è cruciale non solo per atti giuridici o finanziari come testamenti, compravendite, contratti di lavoro o polizze, ma anche per contenuti digitali a rischio di plagio, come opere creative, progetti tecnologici, dati di ricerca e brevetti.

Come funziona la notarizzazione tramite blockchain?

La notarizzazione su blockchain consiste nell’associare un documento digitale a un’impronta univoca (hash) e nel registrare questa impronta in modo permanente e immutabile su una rete blockchain. Questo significa che:

  • Non è necessario caricare il documento vero e proprio sulla blockchain (e quindi non si espongono dati sensibili);

  • Si registra solo il suo identificativo crittografico, una stringa univoca derivata dai contenuti del file;

  • L’hash è immutabile: anche una minima modifica nel documento originale genererebbe un hash diverso, rendendo immediatamente rilevabile ogni tentativo di alterazione.

Grazie a questa operazione, è possibile dimostrare che il documento esisteva in una determinata forma e data, e che da quel momento non è stato modificato. Tutto ciò senza intermediari, notai fisici o archivi centralizzati.

La blockchain rispetto alla notarizzazione tradizionale

Rispetto alla notarizzazione classica, quella tramite blockchain presenta alcuni vantaggi chiave:

  • Velocità e automazione: si può effettuare in pochi minuti, da remoto;

  • Costi ridotti: non richiede l’intervento di un notaio vero e proprio;

  • Trasparenza e verificabilità: chiunque può verificare, tramite la blockchain pubblica, l’autenticità dell’impronta;

  • Inviolabilità: una volta registrato, l’hash non può essere modificato né cancellato.

Questo non significa che la blockchain sostituirà completamente i notai: per molte pratiche legali complesse, la presenza umana resta imprescindibile. Tuttavia, per documenti a contenuto informativo, creativo, contrattuale o scientifico, la notarizzazione digitale rappresenta una soluzione scalabile e affidabile.

In quali contesti è utile?

Ecco alcuni esempi in cui la notarizzazione tramite blockchain può fare la differenza:

  • Tutela della proprietà intellettuale: scrittori, artisti e designer possono certificare la paternità di un’opera;

  • Contratti e accordi digitali: come NDA (Non-Disclosure Agreement, in italiano accordo di riservatezza o accordo di non divulgazione) o smart contract;

  • Data integrity: per garantire che dati scientifici o aziendali non siano stati alterati;

  • Registrazione di marchi o brevetti in attesa di deposito ufficiale;

  • Certificazioni di documenti scolastici o professionali in contesti internazionali.

Come notarizzare un documento su blockchain?

Esistono diversi servizi, sia pubblici che privati, che offrono la notarizzazione documentale su blockchain, tra cui:

Il processo è generalmente semplice: basta caricare il file sul portale, ottenere il suo hash, e confermare la registrazione su una blockchain pubblica (come Ethereum o Bitcoin) o privata. Alcuni servizi offrono anche timestamp certificati, firma elettronica avanzata, e tracciabilità tramite QR code.

La blockchain non sostituisce la fiducia: la rende programmabile

In un’epoca in cui la falsificazione di contenuti è sempre più semplice — pensiamo ai deepfake, ai documenti manipolati o alle fake news — certificare ciò che è autentico, originale e immutato diventa un atto di responsabilità. La notarizzazione tramite blockchain non serve solo a risparmiare tempo: è un nuovo linguaggio della fiducia digitale, decentralizzata e accessibile a chiunque.

Cosa dice la normativa italiana sulla notarizzazione digitale e la blockchain?

La legislazione italiana ha compiuto passi significativi per riconoscere la validità giuridica dei documenti digitali, incluse le registrazioni tramite tecnologia blockchain. Tuttavia, come spesso accade quando le tecnologie evolvono più velocemente delle leggi, il quadro normativo è ancora in via di definizione.

Il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD)
La prima base normativa è il Codice dell’Amministrazione Digitale (D.lgs. 82/2005), che stabilisce che il documento informatico ha piena validità legale se firmato digitalmente e conservato secondo determinate regole. L’articolo 20, comma 1-bis, specifica che «Il documento informatico soddisfa il requisito della forma scritta e ha l’efficacia prevista dall’articolo 2702 del codice civile quando vi è apposta una firma digitale o un altro tipo di firma qualificata». Ciò significa che un documento digitale ha lo stesso valore probatorio di un documento cartaceo se firmato correttamente e conservato in modo sicuro. Questo è il primo passo per comprendere come la notarizzazione digitale possa avere pieno valore giuridico.

Riconoscimento della blockchain
Nel Decreto Semplificazioni 2019 (D.L. 135/2018, convertito nella L. 12/2019), l’Italia è stata tra i primi Paesi europei a introdurre una definizione giuridica di “tecnologie basate su registri distribuiti” (come la blockchain). L’articolo 8-ter afferma che «Una tecnologia basata su registri distribuiti è una tecnologia e un protocollo informatico che utilizza un registro condiviso, distribuito, replicabile, accessibile simultaneamente, architetturalmente decentralizzato su base crittografica, tale da consentire la registrazione, la convalida, l’aggiornamento e l’archiviazione di dati sia in chiaro che ulteriormente protetti da crittografia».

La stessa legge stabilisce che gli atti registrati su blockchain potranno avere effetto giuridico previa approvazione da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che ha il compito di definire gli standard tecnici da rispettare. Tuttavia, va detto che l’operatività effettiva è ancora in fase di attuazione, poiché non sono ancora state pubblicate le linee guida definitive che rendano pienamente applicabili questi principi.

La posizione del Notariato

Secondo il Consiglio Nazionale del Notariato, la blockchain non può sostituire il notaio, ma può essere uno strumento di supporto alla notarizzazione tradizionale. In altre parole, la blockchain può certificare l’esistenza e l’integrità di un documento, ma non ne verifica automaticamente la volontà delle parti o la legalità del contenuto — compiti che restano in capo al notaio. Alcuni studi notarili stanno già integrando soluzioni ibride: atto notarile tradizionale accompagnato da timestamping su blockchain, per aggiungere un ulteriore livello di sicurezza e trasparenza.