AIPB pubblica la mappa normativa europea che impatta sul Private Banking, per una visione regolamentare più armonizzata

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L’Associazione Italiana Private Banking (AIPB) ha condotto nel 2025 una ricognizione sistematica dei dossier regolatori europei di maggior rilevanza per il settore private. L’obiettivo: individuare le norme in corso di definizione o aggiornamento che nei prossimi 12-24 mesi richiederanno adeguamenti operativi da parte delle banche private, delle società di gestione, dei consulenti patrimoniali e degli operatori del wealth & advisory.

Secondo quanto emerso, AIPB ha censito oltre 20 dossier che hanno impatto diretto o indiretto sul Private Banking: alcuni già in applicazione, altri ancora in fase consultiva o valutativa. Le aree coinvolte includono trasparenza nei prodotti finanziari, sostenibilità (ESG), fiscalità, governance dei rischi e innovazione digitale.

I dossier principali

Riforma del quadro MiFID / Retail Investment Strategy
Adeguamento delle regole di consulenza, informativa per il cliente, adeguatezza e profilo di rischio, anche alla luce della crescente attenzione alle strategie “goal-based investing”. Nel goal-based investing l’investitore non ragiona più solo in termini di “portafoglio ideale” o benchmark, ma in funzione di obiettivi di vita concreti: acquistare una casa, finanziare l’università dei figli, pianificare la pensione, tutelare il patrimonio per la successione.

Sostenibilità e prodotti ESG
Norme in evoluzione per la disclosure ESG, la governance dei prodotti finanziari sostenibili, e integrazione degli obblighi di sostenibilità nei consigli d’investimento, ovvero l’insieme degli obblighi di rendicontazione e trasparenza che le imprese e gli operatori finanziari devono rispettare riguardo ai temi ambientali (E), sociali (S) e di governance (G)

UCITS e IBIPs – “Value for Money” e trasparenza dei costi
Esame delle commissioni, della composizione dei costi e dell’impatto sui rendimenti, per garantire che gli investitori patrimoniali ottengano “value for money”, la capacità di un prodotto o servizio d’investimento di offrire al cliente un equilibrio corretto tra costi sostenuti e benefici ottenuti, in termini di rendimento, qualità e caratteristiche del servizio.

Riforma della regolamentazione della fiscalità degli investimenti
Questioni come il trattamento fiscale dei fondi esteri, armonizzazione delle imposte sugli utili, e normative cross-border che influenzano allocazione e pianificazione patrimoniale, il cuore della consulenza finanziaria evoluta, soprattutto nel Private Banking, perché non riguarda solo l’investimento dei capitali, ma la loro gestione strategica in funzione degli obiettivi di vita e delle generazioni future.

Norme antiriciclaggio (AML / KYC)
Inasprimento degli obblighi di verifica della clientela, adeguata verifica rafforzata per clienti ad alto profilo, requisiti di monitoraggio transfrontaliero. I termini AML (Anti-Money Laundering) e KYC (Know Your Customer) rappresentano i pilastri della compliance finanziaria internazionale.

Regolamentazione digital finance / fintech
Innovazioni normative relative agli asset digitali (crypto, token), rendicontazione digitale, protezione dei dati e identità digitale, interoperabilità. Gli asset digitali sono strumenti o rappresentazioni di valore creati, registrati e trasferiti attraverso tecnologie digitali, in particolare tramite la blockchain o registri distribuiti (DLT – Distributed Ledger Technology).

Regolamento sulla cartolarizzazione europea (Securitisation Framework / STS)
Tra i dossier già seguiti attivamente da AIPB, la consultazione comunitaria sul funzionamento del quadro europeo per la cartolarizzazione. AIPB ha formulato proposte di semplificazione delle disclosure, flessibilità nel due diligence e revisione dei requisiti prudenziali, ovvero l’insieme di norme e standard imposti alle istituzioni finanziarie (banche, assicurazioni, società di investimento) per garantire la loro solidità patrimoniale, limitare i rischi sistemici e tutelare i risparmiatori. Sono il cuore della regolamentazione bancaria e assicurativa europea.

Unione dei mercati dei capitali (Capital Markets Union, CMU)
Politiche volte a maggior integrazione, superamento delle barriere nazionali, armonizzazione delle regole di accesso agli strumenti finanziari per le PMI e per il segmento private. CMU è un progetto strategico dell’Unione Europea avviato nel 2015 con l’obiettivo di creare un mercato unico dei capitali pienamente integrato e accessibile a imprese e investitori in tutti gli Stati membri. È considerata una delle leve fondamentali per rafforzare la competitività europea, ridurre la dipendenza dal credito bancario e canalizzare capitali privati verso la crescita sostenibile e innovativa.

dichiara “Abbiamo censito oltre 20 dossier di interesse per il Private Banking, tra quelli già in applicazione entro i prossimi 24 mesi e altri ancora in fase di valutazione: dalla ripresa di dossier di rilievo come il Financial Data Access (FIDA) e la Retail Investment Strategy (RIS), fino alla più ampia e ambiziosa prospettiva rappresentata dalla Savings & Investments Union (SIU). In questo contesto, AIPB continua a promuovere una visione regolamentare più armonizzata, proporzionata e orientata al lungo periodo, a beneficio degli investitori e dello sviluppo del mercato dei capitali europeo”.

Complessità e frammentazione normativa: ostacoli operativi reali

Dalla ricognizione di AIPB emergono alcuni elementi che mettono in luce quanto l’agenda europea sia tanto ricca quanto complessa.

Molteplicità di fonti e livelli normativi: norme comunitarie (Regolamenti, Direttive), standard tecnici (ESMA, EBA), regolamentazione nazionale che attua o recepisce, spesso con scelte diverse nei vari Stati membri.
Tempi incerti e fasi sovrapposte: molti dossier sono in fase consultiva, altri già approvati ma non ancora operative; altri ancora su scadenze ravvicinate: questo obbliga gli operatori a monitoraggio continuo e a risorse dedicate per compliance.
Ambiguità e requisiti tecnici complessi: obblighi di disclosure molto ricchi di dettaglio, regole di “governance del prodotto”, criteri ESG che non sono sempre uniformi, algoritmi di profilazione (MiFID) che non sempre permettono strategie personalizzate (obiettivi multipli, orizzonti diversi) come evidenziato anche nell’analisi “goal-based investing” promossa da AIPB.
Frammentazione fiscale e giuridica: le differenze tra i regimi nazionali impattano la pianificazione patrimoniale, la trasmissione ereditaria, la fiscalità dei prodotti d’investimento, creando rischi di arbitraggio e incertezza per i clienti private che operano transnazionalmente.
Rischio di “sovraccarico” per il settore: il Private Banking, data la natura personalizzata dei servizi e l’alta patrimonializzazione della clientela, deve gestire simultaneamente molteplici obblighi (AML, sostenibilità, trasparenza, digitalizzazione), con costi operativi e organizzativi che non sono trascurabili.

Implicazioni per il mercato dei capitali e per gli investitori private

Protezione del cliente migliorata, se le norme vengono applicate con chiarezza: maggiore trasparenza, maggiore qualità della consulenza, riduzione dei conflitti di interesse.
Possibilità di crescita e innovazione: l’integrazione di soluzioni fintech, l’offerta di prodotti ESG chiari, strumenti illiquidi e asset alternativi possono diventare leve di differenziazione competitiva per le banche private.
Rischio di esclusione per operatori piccoli o meno organizzati: gli operatori che non dispongono di risorse adeguate per l’adeguamento normativo potrebbero essere penalizzati.
Armonizzazione come priorità politica: perché il mercato europeo dei capitali funzioni in modo efficiente, con servizi cross-border, portafogli diversificati, investimenti privati fluide. servono norme uniformi, interpretazioni coerenti e cooperazione tra autorità nazionali.

Il lavoro di ricognizione normativa svolto nel 2025 da AIPB conferma che il Private Banking europeo si muove oggi in un panorama regolatorio estremamente denso, frammentato e in rapido mutamento. L’agenda normativa è vasta: MiFID, ESG, AML, cartolarizzazione, tassazione, digital finance. Alcuni dossier sono ormai alle porte, altri in fase di discussione, ma tutti richiedono attenzione operativa immediata.

Chi opera nel Private Banking deve dunque dotarsi non solo di compliance normativa, ma di strategie strutturali che includano monitoraggio normativo, flessibilità nei modelli operativi, capacità di anticipazione (normativa e di prodotto) e risorse umane qualificate. Solo così il settore potrà trasformare la complessità in opportunità, contribuendo allo sviluppo più efficiente, trasparente e competitivo del mercato dei capitali europeo.