Dazi USA: che cosa è cambiato in dogana per gli effetti personali e per le spedizioni in transito di piccole valore. Il regime “de minimis”
Effetti personali e spedizioni di piccole valore
Come anticipato nel nostro articolo del 28 agosto, un ordine esecutivo della Casa Bianca ha sospeso l’esenzione daziaria per i piccoli pacchi internazionali: da ora tutte le spedizioni verso gli Stati Uniti, anche sotto gli 800 dollari, pagano dazi e rispettano requisiti doganali pieni. E’ ammessa una franchigia di 100 dollari solo per i regali. Cambiano anche le franchigie per i viaggiatori con bagaglio al seguito.
La decisione di Donald Trump di colpire l’e-commerce non americano ha sollevato enorme disappunto.
A fine agosto è arrivata la svolta: gli Stati Uniti hanno sospeso il regime “de minimis” che consentiva l’ingresso duty-free dei pacchi di valore fino a 800 dollari. La misura, formalizzata con un Executive Order e resa operativa da U.S. Customs and Border Protection (CBP), è efficace dal 29 agosto 2025 e chiude il canale semplificato usato da piattaforme e-commerce e operatori postali per far entrare milioni di piccoli colli senza dazi né controlli equiparabili alle importazioni ordinarie. Si parla di lasciare almeno un’esenzione per i pacchi di valore massimo 100 dollari.
Il criterio di applicazione sarebbe legato alle categorie merceologiche: forfait di 80 dollari per quelle tassate fino al 16%, 160 dollari fino al 25%, 200 dollari oltre il 25%, ma come avrete capito tutta la materia è vaga e può essere interpretata di giorno in giorno.
Il fact sheet ufficiale del CBP spiega che: tutte le merci, da qualsiasi Paese, non possono più beneficiare del trattamento de minimis e sono soggette ai dazi, imposte e oneri applicabili. Per i flussi postali è previsto un periodo transitorio di sei mesi in cui è possibile scegliere tra un dazio ad valorem (in base alla tariffa IEEPA del Paese d’origine) oppure un dazio specifico “flat” compreso fra 80 e 200 dollari per collo; dal 28 febbraio 2026 resterà solo l’opzione ad valorem. Infine, per completezza, nel caso delle spedizioni non postali scatta fin da subito la lavorazione con entry completa nell’ambiente Automated Commercial Environment (ACE), cioè la piattaforma digitale ufficiale di U.S. Customs and Border Protection (CBP) per la gestione delle operazioni di import ed export.
Restano esenti, come previsto dalla legge, donazioni e materiali informativi coperti dal 50 U.S.C. 1702 (Titolo 50 dello United States Code, sezione 1702, che fa parte dell’International Emergency Economic Powers Act IEEPA) che elenca i poteri del Presidente per regolare transazioni economiche in caso di emergenza nazionale legata a minacce esterne, e le eccezioni che non può toccare.
Le quattro eccezioni previste dal 50 U.S.C. 1702
A parte ovviamente le comunicazioni personali (posta, telefono, ecc.) senza trasferimento di valore, le esenzioni riguardano donazioni di articoli come cibo, vestiti, medicine destinate a alleviare sofferenze umanitarie (con limitate eccezioni se compromettessero la gestione dell’emergenza o la sicurezza delle forze USA). Import/export di “informational materials” (informazione e opere dell’ingegno) in qualsiasi formato: libri, giornali, film, opere d’arte, feed di agenzia, supporti digitali, ecc. il cosiddetto Berman Amendment (1988) poi ampliato nel 1994. Transazioni ordinarie connesse al viaggio da/per un Paese (es. bagaglio accompagnato per uso personale, spese di soggiorno, acquisto di beni/servizi per uso personale, organizzazione del viaggio). Tuttavia nel caso del bagaglio la franchigia è stata ridotta in questi giorni a 200 euro, il che non potrà che creare infinite incomprensioni agli aeroporti durante i controlli doganali: chi di noi può viaggiare con effetti personali sotto tale importo? Già il primo paio di scarpe lo supererebbe; si attendono ulteriori aggiornamenti.

Le reazioni della stampa
Sul fronte informativo, le principali testate hanno riportato l’impatto immediato su marketplace e vettori: taglio netto dell’esenzione, volatilità in Borsa per i player del commercio online, e interruzioni temporanee in alcuni circuiti postali europei durante l’adeguamento operativo (con DHL/Deutsche Post che ha annunciato restrizioni transitorie sulle spedizioni via rete postale, mentre il canale Express resta attivo).
Un chiarimento essenziale per i lettori italiani: la novità riguarda le spedizioni commerciali/postali internazionali (e-commerce e B2C inclusi). Non riguarda la franchigia personale dei viaggiatori che entrano negli USA con bagaglio al seguito di cui abbiamo appena parlato. Le personal exemptions (come la soglia generale da 800 dollari per i residenti USA che rientrano) restano disciplinate dalle pagine “Know Before You Go/Visit” del CBP e non sono state modificate dall’ordine esecutivo.
Cosa dice The Washington Post sui dazi e gli “effetti personali”
Nei pezzi dedicati alla fine del regime de minimis il Post parla di spedizioni e-commerce e posta internazionale. Non annuncia novità sui bagagli dei viaggiatori; anzi, precisa che lettere/documenti e regali sotto 100 dollari restano esclusi. Per il quadro ufficiale su “personal travel items” afferma che fa fede il fact sheet del CBP.
Nei suoi articoli di fine agosto, il Washington Post spiega che la sospensione del de minimis riguarda le spedizioni di merci verso gli USA (anche sotto 800 $), con possibili rincari e ritardi; non tratta una modifica delle regole per chi entra fisicamente nel Paese con effetti personali nel bagaglio. In particolare, il giornale sottolinea che lettere, documenti e i “gifts” sotto 100 $ restano esenti.
Cosa aspettarsi adesso
Per chi spedisce verso gli USA, ogni collo dovrà essere classificato e sdoganato con documentazione completa, stima corretta del valore e pagamento dei dazi: finisce la prassi di trattare i pacchi “sotto soglia” come duty-free. Nel semestre transitorio il canale postale può applicare il dazio specifico per collo, ma serviranno adeguamenti tecnici, nuove prassi con gli operatori logistici e, verosimilmente, ritocchi di listini e tempi di consegna. Per i consumatori finali statunitensi, gli osservatori si attendono rincari su una parte delle importazioni direct-to-consumer.
Per gli esportatori europei, la priorità è rivedere i flussi (es. hub logistici, Incoterms, responsabilità daziaria) e assicurarsi che codici tariffari e prove d’origine siano in ordine.

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