Titoli del Tesoro USA. È possibile che i rendimenti dei Treasury arrivino oltre il 5%? I commenti della stampa americana
Sì, alcuni analisti lo considerano uno scenario possibile, anche se non il più probabile nel breve termine.
I titoli del Tesoro USA sono prevalentemente detenuti da investitori istituzionali, governi stranieri e grandi intermediari, più che da singoli risparmiatori. Tuttavia, negli ultimi anni la quota detenuta da investitori “sensibili al prezzo” e al dettaglio ha mostrato segni di crescita. Nel report del Tesoro statunitense “Developments in demand for US Treasuries” emerge che gli households (famiglie/privati) possono rappresentare circa il 10 % del mercato dei Treasury. I fondi del mercato monetario (money market funds) e gli investitori al dettaglio hanno aumentato la loro quota in Treasury in un contesto di rendimenti più elevati.
Rendimenti attesi
Alcuni dei fattori che possono spingere i rendimenti oltre il 5% includono:
Deficit fiscale elevato: se il governo USA continua ad aumentare la spesa senza ridurre altre voci, ha bisogno di emettere molti titoli di Stato, aumentando l’offerta nel mercato obbligazionario, il che può spingere verso l’alto i rendimenti.
Pressioni inflazionistiche, provenienti da dazi, da politiche fiscali espansive, o da una domanda del credito che resti alta. Un’inflazione più elevata riduce il valore reale dei rendimenti, quindi i compratori chiedono tassi nominali più elevati.
Domanda estera in calo per i Treasury USA, se investitori internazionali preferiscono bond di altri Paesi o se i tassi in USA non sono più così attraenti rispetto ad altre opzioni. Se la domanda scende, il prezzo dei titoli scende e quindi il rendimento sale.
Anche le aspettative su politica monetaria: se la Fed mantiene i tassi alti più a lungo del previsto, o se tagli futuri non sono sufficienti a compensare l’aumento dell’inflazione percepita.
Però molte proiezioni e modelli più “mainstream” non collocano il decennale oltre il 5% nel breve termine, ma piuttosto vedono rendimenti in area 4-5% o solo leggermente sopra, a seconda dello scenario macroeconomico.

Cosa ne pensa la stampa finanziaria americana
Le reazioni della stampa e degli osservatori finanziari USA riflettono sia il consenso sull’aumento dei rendimenti sia perplessità su quanto in alto e con che rapidità possa avvenire. Un articolo di Barron’s ha evidenziato che politiche fiscali espansive, dazi più elevati e deficit crescente potrebbero portare a rendimenti decennali abbastanza alti, forse oltre il 5%. Altri commentatori sottolineano che, per arrivare oltre il 5%, servirebbe una combinazione “pessimistica” di inflazione sostenuta, spinta fiscale, domanda estera indebolita e costi del debito in aumento. Molte testate USA segnalano che l’incertezza gli investitori la vedono come rischio reale. Alcune banche d’investimento, come Goldman Sachs, hanno rivisto al ribasso le loro previsioni per i rendimenti decennali, in parte per timore che un’economia indebolita non giustifichi rendimenti troppo alti troppo presto.
In breve, la stampa finanziaria considera oltre il 5% come uno scenario di “alto stress” / “scenario estremo”, ma non lo esclude, soprattutto se peggiorano inflazione o debito pubblico.
Rischi per i privati sottoscrittori
Se i rendimenti arrivassero oltre il 5%, ci sarebbero delle implicazioni importanti per gli investitori individuali, tanto opportunità quanto rischi.
Rischi principali
Perdita di valore per chi ha già titoli a tasso fisso con rendimenti inferiori
Il prezzo dei bond già emessi scende quando i tassi salgono. Se hai un Treasury a 3-4% e i nuovi rendimenti sono oltre il 5%, il tuo titolo perde valore se lo vendi prima della scadenza.
Inflazione reale
Se l’inflazione resta elevata, il rendimento reale (cioè al netto dell’inflazione) potrebbe diventare basso o addirittura negativo, anche se il tasso nominale è alto.
Rischio rifinanziamento / costo del credito per consumatori
Tassi sui titoli a lungo termine alti significano tassi più elevati anche per mutui, prestiti auto, prestiti alle imprese. Privati che hanno debiti a tasso variabile ne soffrono.
Volatilità dei mercati obbligazionari
Se i tassi salgono, i fondi obbligazionari possono registrare perdite, soprattutto quelli con duration elevata. Privati che investono tramite ETF obbligazionari o fondi obbligazionari rischiano volatilità maggiore.
Impatto fiscale e sul portafoglio complessivo
Se si aumentano i rendimenti, il carico dei debiti pubblici potrebbe aumentare, con rischi macroeconomici (inflazione, tasse) che alla fine si riflettono anche sui risparmi e sugli investimenti privati.
Opportunità / effetti positivi
I privati che acquistano nuovi titoli potrebbero beneficiare di rendimenti molto più alti rispetto agli ultimi anni. Se si ha liquidità e si può scegliere, conviene puntare su titoli a breve/maturità media per attutire i rischi di perdita in conto capitale, oppure investire in strumenti indicizzati all’inflazione.
Aumentano le opportunità nel fixed income: titoli di Stato, obbligazioni corporate a rating elevato, prodotti che erano meno interessanti quando i rendimenti erano bassi. Resta sempre il rischio cambio, visto che il dollaro americano sta perdendo terreno ormai da mesi.
Comunque, il rendimento del Treasury decennale oltre il 5% non è lo scenario base oggi secondo la maggior parte delle previsioni, ma è uno scenario realistico in determinate circostanze (deficit crescente, inflazione persistente, domanda estera debole).

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